I social che potrebbero creare odio online

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Da quando Facebook e Twitter hanno cominciato a far sentire la propria voce riguardo all’odio e alla violenza online (che poi si rispecchia anche in quella nella vita reale), facendo rispettare le proprie policy più del previsto, soprattutto dopo la rivolta che c’è stata a Capitol, in molti si stanno chiedendo quali siano i social più sicuri dal punto di vista di libertà di parola.

In questo articolo, però, non voglio assolutamente consigliare dei social dove gli odiatori serali, i razzisti, gli omofobi, i misogini e tutto lo schifo dell’umanità possa rintanarsi per scambiarsi le proprie idee, anzi! Voglio esporvi quei social da cui, se siete delle persone sensibili, dovete star lontani, più che altro perché non esiste alcuna regola per controllare l’odio e la disinformazione.

Ovviamente, le piattaforme social che vi esporrò non sono da eliminare. Io stessa utilizzo uno di questi social network alternativi e mi ci trovo più che bene. Tuttavia, bisogna stare attenti e riuscire a comprendere quali gruppi frequentare, quali amicizie accettare e magari anche avere la consapevolezza di fare qualche ricerca online prima di dire «questo post è vero».

I 4 social network con “libertà di parola”

Noi continuiamo a scrivere libertà di parola per citare quei genietti che ritengono che, se scrivono un post razzista o omofobo e gli viene eliminato, siano vittime di censura e che quindi non gli venga permesso di avere libertà di parola, ma ricordiamo che c’è una grande differenza tra l’esprimere una semplice opinione e l’insultare una persona mancando di rispetto a lei e magari a un’intera categoria di persone.

Faccio un piccolo disclaimer: non ce l’ho in alcun modo con le persone di destra. Finché si rispettano i diritti umani e le opinioni delle persone, siamo tutti d’accordo. Tuttavia, tra le opinioni non rientrano il razzismo o l’omofobia. In ogni caso, comincio a presentarvi i 4 social alternativi che stanno spopolando in questo periodo a causa delle altre piattaforme che si sono finalmente svegliate e hanno deciso di monitorare di più i contenuti postati sui profili di chi li utilizza.

MeWe

Vi ho già parlato in passato di MeWe e ve ne ho parlato solo bene. La mia opinione non è assolutamente cambiata, anzi. MeWe è un social molto simile a Facebook, con gruppi, chat di gruppo e private, creazione di eventi e tante altre funzionalità. In molti utenti si stanno trasferendo su questa piattaforma, tuttavia, come su Twitter e Facebook, c’è un regolamento che vieta determinati comportamenti. Ad esempio, sulla pagina ufficiale della policy, c’è scritto che è vietato:

  • «Molestare (incluso lo stalking), intimidire (incluso il bullismo) o danneggiare un altro utente.
  • Postare contenuto illegale, pericoloso, osceno o pornografico.
  • Fingere di essere qualcun altro.
  • Postare contenuti incentrati sull’odio, sulle minacce, intimidatori, o che incitino alla violenza, gratuita e non.
  • Utilizzare MeWe per fini illegali, ingannevoli, malevoli o discriminatori.»

Parler

Anche di Parler abbiamo già parlato, perché è il social dove è stata organizzata la rivolta di Capitol e dove più utenti si sono spostati in seguito al ban di Trump (incluso Matteo Salvini). Tuttavia, al momento, è offline, proprio perché anche Amazon, che aveva concesso l’hosting, lo ha negato in seguito agli ultimi avvenimenti. Anche il PlayStore e l’AppleStore l’hanno eliminata dai propri store per lo stesso motivo.

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Fonte: pinterest

Sfero

Sfero è il social senza cookie e che quindi non traccia in alcun modo i suoi utenti. È così? Non è così? Non lo sappiamo, la il social si vanta di ciò. Prima di installarlo, potete benissimo notare i post degli utenti dalla homepage. La gran parte di loro sono No Vax o altri complottisti come i No Mask che ritengono che il Covid-19 non esista e inneggiano alla dittatura sanitaria. In ogni caso, c’è una grande presenza di persone di destra che si lamentano di non poter essere omofobi o razzisti. Tra l’altro, a causa dei troppi iscritti nelle ultime ore, lo staff ha dovuto disattivare momentaneamente la funzionalità video:

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Rumble

Concludiamo con Rumble, che è una sorta di Youtube poiché funziona con la condivisione di video ma con decisamente regole meno restrittive soprattutto riguardo i diritti d’autore e i contenuti dei filmati che vengono postati. I contenuti variano da video divertenti di animali a “video per il Presidente” (Trump) a video in cui si esprimono le proprie idee, ovviamente complottiste.

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