Il regalo delle Pussy Riot per i 68 anni di Putin

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Le Pussy Riot sono ormai l’incubo di Putin dal 2011. In 9 anni, con i loro vestiti eccentrici e colorati, hanno davvero provato a rivoluzionare la Russia con i loro messaggi femministi e lgbt-friendly. Dalla preghiera punk ai baci ai poliziotti di pattuglia, le ragazze non hanno paura di nulla, neanche di tutto ciò che la Russia nega.

Dalla libertà di espressione a quella sessuale, dai diritti delle donne a quelli della comunità LGBT, dalla distruzione del patriarcato a quella della supremazia maschilista, tutti valori per cui e contro cui le Pussy Riot lottano, accettando anche le conseguenze (molte di loro sono state arrestate più volte). Tuttavia, loro hanno imparato dalle proprie antenate: per ottenere qualcosa bisogna far rumore.

Il loro ultimo attacco è avvenuto proprio qualche giorno fa, in onore del sessantottesimo compleanno del Presidente Vladimir Putin, una sorta di “buon compleanno” stile Pussy Riot. E, infatti, sono riuscite ad attirare tutta l’attenzione su di sé.

Happy Birthday, Mr. President: stile Pussy Riot

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Fonte: instagram

«Le Pussy Riot si congratulano con Putin per il suo 68esimo compleanno e mettono le bandiere arcobaleni in 5 delle più importanti strutture del governo in Russia – la sede del servizio di sicurezza federale, quella dell’amministrazione del presidente della Russia, la Corte suprema russa, il ministero della Cultura e la stazione di polizia di Basmanny.»

Scrivono all’inizio del post condiviso su Instagram, allegando le foto delle bandiere arcobaleno, simbolo della comunità LGBT, messe sulle importanti strutture della Russia dove, sebbene non ci sia la pena di morte, le persone omosessuali vengono uccise.

«Non ci saranno mai restrizioni sulla base dell’orientamento in Russia’, aveva promesso Putin. Ma nello stesso momento, il governo stava uccidendo i gay in Cecenia, approvando leggi transfobiche (per ‘rafforzare l’istituzione della famiglia’), perseguitando i padri di bambini nati da madri surrogate».

Scrivono ancora le Pussy Riot, sottolineando quanto gli omosessuali siano, nel 2020, in uno stato con una Costituzione, ancora discriminati e uccisi per chi amano, per una caratteristica che non si può cambiare da un giorno all’altro né con il tempo.

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Fonte: instagram

«Abbiamo scelto le bandiere arcobaleno come regalo a Putin per simboleggiare l’amore e la libertà che mancano» spiegano nello stesso post. «Lo Stato non dovrebbe interferire nella vita della comunità LGBTQ. Ma se lo fa, la comunità può intervenire nella vita dello Stato. Come dice spesso Putin: è una “risposta simmetrica”».

Infine, le Pussy Riot fanno delle richieste al Presidente Putin e al governo russo, e l’ultimo punto è quello che potrebbe farlo arrabbiare di più:

  1. «Indagare sulle uccisioni e i rapimenti di gay, lesbiche, transessuali e gay in Cecenia;
  2. Porre fine ai tormenti nei confronti degli attivisti e delle organizzazioni che aiutano la comunità LGBTQ;
  3. Approvare una legge che impedisca la discriminazione sulla base del genere e dell’orientamento sessuale;
  4. Legalizzare le unioni omosessuali;
  5. Porre fine ai tormenti nei confronti delle famiglie dello stesso genere;
  6. Abolire la legge “una propaganda delle relazioni sessuali non tradizionali” in quanto discriminatoria e contraria al diritto alla libertà di espressione;
  7. Rendere il 7 ottobre la giornata di visibilità della comunità LGBT

La reazione del governo russo

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Fonte: instagram

Chiaramente il governo russo ha reagito come al suo solito: trattando delle ragazze che hanno solo messo delle bandiere color arcobaleno sui palazzi, come delle terroriste. Il tribunale Meshanski di Mosca ha condannato a ben 30 giorni Aleksandr Sofeev, attivista delle Pussy Riot, insieme ad altri membri della band.

Altri componenti della band, Vasily Andrianov e Yelizaveta Diderikh, sono stati rilasciati dopo essere stati fermati nei giorni precedenti, mentre Sofeev è colpevole di «reiterate violazioni delle modalità di svolgimento delle iniziative pubbliche», come fa sapere la testata online Meduza, per aver partecipato a una manifestazione davanti al palazzo della Duma nel mese di febbraio.

L’agenzia Interfax ha invece riportato che le due attiviste della band anti-Putin Nika Nikulshina e Maria Alyokhina sono state arrestate dalla polizia russa il giorno del compleanno di Putin, per aver issato le bandiere arcobaleno sul quartier generale dell’intelligence Russa, della Corte Suprema e degli altri edifici.

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