Le Pussy Riot continuano a lottare per i russi, e domani saranno in scena agli Arcimboldi. «L’unico modo che l’Europa ha per fermare Putin e la guerra in Ucraina è liberarsi totalmente della dipendenza energetica dalla Russia», ha detto Maria Alyokhina, in arte Masha, fondatrice e voce delle Pussy Riot, in occasione dell’unica data del tour europeo “Riot Days”. Le ragazze, dopo anni, arresti e fughe, continuano a far parlare di sé ma soprattutto a far parlare dei problemi che coinvolgono il regime russo, in particolare in questo periodo molto delicato.
Le Pussy Riot sono l’incubo di Putin dal 2011. In 11 anni, con i loro vestiti eccentrici e colorati, hanno davvero provato a rivoluzionare la Russia con i loro messaggi femministi e lgbt-friendly. Dalla preghiera punk ai baci ai poliziotti di pattuglia, le ragazze non hanno paura di nulla, neanche di tutto ciò che la Russia nega. Il loro nome, tra l’altro, significa proprio rivolta delle vagine, pussy infatti significa micia ma anche vagina.
Dalla libertà di espressione a quella sessuale, dai diritti delle donne a quelli della comunità LGBT, dalla distruzione del patriarcato a quella della supremazia maschilista, tutti valori per cui e contro cui le Pussy Riot lottano, accettando anche le conseguenze (molte di loro sono state arrestate più volte). Tuttavia, loro hanno imparato dalle proprie antenate: per ottenere qualcosa bisogna far rumore.
E loro l’hanno fatto. Una delle proteste più popolari è quella alla Cattedrale di Cristo Salvatore nel 2012, dove tre artiste del gruppo si sono introdotte nella Cattedrale di Cristo Salvatore, tempio della Chiesa ortodossa russa a Mosca e, dopo aver fatto il segno della croce, si sono esibite in una canzone che invocava Theotòkos (Madre di Dio), con il ritornello che diceva: «merda, merda, merda del Signore». La canzone menzionava anche il patriarca Cirillo I, alludendo al fatto che credesse più in Putin che in Dio.
Le Pussy Riot in Italia
Le Pussy Riot, durante un’intervista con La Repubblica, hanno criticato il fatto che l’Europa ancora compri gas e petrolio dai russi. Secondo loro, fin quando continueranno con gli acquisti, «foraggerà un regime che andrebbe isolato prima di tutto economicamente. Con quei soldi il governo di Putin finanzia la guerra e ai suoi oligarchi interessa solo il denaro. Il disegno è chiaro dall’invasione della Crimea nel 2014. Dopo l’Ucraina potrebbe essere la volta dei Paesi Baltici e poi della Finlandia».
Al loro pubblico invece dicono che «non si può tacere, che la battaglia per i diritti è una battaglia di tutti, non solo nostra, che ognuno può fare la sua parte». «È ingenuo pensare che la Russia sia baluardo contro l’imperialismo degli Stati Uniti e la destra filonazista ucraina. Tutte bullshits, Putin usa le stesse argomentazioni della retorica sovietica: fermare i cattivi. Non è così, ma molta gente ci crede», ha aggiunto Masha. Hanno poi parlato di Novaya Gazeta, giornale di Anna Politkovskaja che è stato censurato dai russi.
«Novaya Gazeta è un media eroico, sta mandando i suoi giornalisti in Europa perché possano continuare a lavorare, scrivere, informare correttamente sulla guerra in Ucraina. Chi resta, finisce in prigione. Entrambe le scelte sono molto coraggiose». La resistenza è garantita da «persone come loro, che non arretrano, e da tanti altri, uomini e donne, che non si fanno imbavagliare».
Commentano anche le prossime elezioni italiane, dicendo di non essere molto informate ma che «è evidente» che in Europa soffi forte il vento dell’ultraconservatorismo. «Basta guardare la Gran Bretagna. L’Occidente s’illude che, una volta conquistati, nessuno possa mettere in discussioni i diritti civili. Non è vero. La Russia è l’esempio di come si vive in un paese senza libertà da sempre sedotto dai totalitarismi».
Intervistate da Gay.it, invece, dicono che «non esiste arte senza politica. L’arte è sempre politica, riflette quello che viviamo e ci connette alla situazione attuale». «È importante per noi raccontare la nostra esperienza in Russia, denunciare i tanti problemi che riguardano i diritti delle donne nel nostro paese. Ma non ho mai riflettuto riguardo il mio corpo come un corpo sul palco: sono solo una persona che fornisce un messaggio giusto e non essere silenziate».
Criticano il fatto che in Europa ci si sia dimenticati della guerra in Ucraina, che «rappresenta una lotta per l’indipendenza e per l’unione, ed è questo che Putin vuole andare ad intaccare proprio perché il suo obiettivo è tornare all’equipaggio unione sovietica e ricostruire quello che c’era un tempo. L’Europa deve sospendere l’embargo di petrolio e gas e tagliare totalmente questo canale di guadagno, in modo da non permettere alla Russia di avere più soldi e portare avanti questa guerra. Togliere i finanziamenti è la cosa più importante che l’Europa può fare in questo momento».
«La paura può essere produttiva, può permetterci di scoprire qualcosa di nuovo e crescere. Vincere la paura come imparare a camminare: cadiamo più volte, ma alla fine impariamo a farlo. L’ascesa al potere del centrodestra sta avvenendo in tutta Europa. Succede quando ci abituiamo alla democrazia, diamo per scontati i diritti conquistati tanto da non essere più disposti a lottare per ottenerli. È lì che i conservatori riprendono potere».
Pussy Riot
Words can‘t describe how it felt to see & hear the feminist punkband @pussyrrriot yesterday in Vienna! Thank u for the feminist resistance, for standing up against #Putin & his horrible war. Thanks for standing with Ukraine & for a show that I will never forget ❤️ #pussyriot pic.twitter.com/TlqNbPpmkM
— Vicky Spielfrau (@VickySpielfrau) September 7, 2022
Giulia, 25 anni, laureata in Lettere Classiche, “paladina delle cause perse” e studentessa di Filologia Italiana. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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