Scontro tra Pro Vita & Famiglia e Fratelli d’Italia: Coghe vuole altre limitazioni

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Negli ultimi giorni, l’associazione Pro Vita & Famiglia guidata da Jacopo Coghe si è scagliata contro Fratelli d’Italia, due realtà che, seppur accomunate da una visione conservatrice su diversi temi, sembrano divergere su questioni cruciali legate all’educazione scolastica e alla cosiddetta “ideologia gender”. O meglio: Pro Vita vuole una scuola più omofoba e insensibile rispetto al partito della premier. Il dibattito si è acceso a seguito della proposta di legge avanzata dal deputato Alessandro Amorese di Fratelli d’Italia, mirata a introdurre il “consenso informato” dei genitori in merito all’insegnamento di tematiche sessuali, affettive ed etiche nelle scuole.

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La proposta di legge e le critiche di Pro Vita & Famiglia

Secondo il testo della proposta, le scuole dovrebbero ottenere il consenso preventivo delle famiglie prima di affrontare argomenti ritenuti sensibili, garantendo così la libertà educativa dei genitori ed evitando, secondo i promotori, possibili forme di “indottrinamento ideologico”. Tuttavia, nonostante questa iniziativa possa sembrare in linea con la battaglia storica di Pro Vita & Famiglia, l’associazione ha espresso una certa insoddisfazione nei confronti della proposta, ritenendola inefficace e insufficiente a contrastare la diffusione dell’ideologia gender nelle scuole italiane.

Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia, ha infatti dichiarato che il provvedimento avanzato da Fratelli d’Italia è un passo nella giusta direzione ma non basta. Secondo Coghe, servirebbero misure ben più incisive per arginare quella che l’associazione considera una vera e propria offensiva culturale da parte di gruppi LGBTQIA+ e di attivisti progressisti che promuoverebbero nelle scuole programmi educativi volti a decostruire i ruoli di genere tradizionali e a diffondere una visione relativista dell’identità sessuale.

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Lo scontro ha assunto toni sempre più accesi, con Pro Vita & Famiglia che accusa Fratelli d’Italia di non essere sufficientemente determinato nel contrastare l’ideologia gender, mentre il partito di Giorgia Meloni rivendica di essere l’unica forza politica impegnata a garantire la libertà educativa delle famiglie e a opporsi alle derive ideologiche nelle scuole. Alessandro Amorese ha risposto alle critiche sottolineando come la proposta rappresenti un importante strumento di trasparenza e di tutela del diritto dei genitori a essere informati su ciò che viene insegnato ai loro figli.

Questa tensione mette in luce una frattura più profonda all’interno del fronte conservatore italiano, dove convivono posizioni più istituzionali, come quella di Fratelli d’Italia, e approcci più intransigenti come quello di Pro Vita & Famiglia. La questione dell’educazione sessuale nelle scuole è da tempo un terreno di scontro tra progressisti e conservatori, con i primi che rivendicano il diritto di fornire agli studenti una formazione inclusiva e basata su evidenze scientifiche, mentre i secondi denunciano il rischio di un’educazione ideologica che escluda il ruolo centrale della famiglia.

Questo dibattito si inserisce in un contesto politico più ampio, in cui la destra italiana sta cercando di bilanciare le pressioni provenienti dai movimenti ultraconservatori con la necessità di mantenere un profilo istituzionale e di governo. Mentre Giorgia Meloni e il suo partito cercano di affermarsi come interlocutori affidabili anche a livello europeo, la fronda rappresentata da associazioni come Pro Vita & Famiglia continua a chiedere posizioni più nette e radicali su temi etici e sociali.

Le prossime settimane saranno decisive per capire se Fratelli d’Italia intenderà modificare o rafforzare la propria proposta di legge in risposta alle critiche ricevute, oppure se sceglierà di mantenere un approccio più moderato. Nel frattempo, il confronto tra queste due anime del conservatorismo italiano continua ad animare il dibattito politico, mettendo in evidenza le diverse strategie con cui la destra affronta le questioni legate alla scuola, ai diritti civili e alla famiglia. C’è da aggiungere, tuttavia, come nessuno di loro si preoccupi realmente dell’educazione sessuale ed emotiva degli studenti, continuando a lottare contro un'”ideologia gender” che hanno creato loro stessi.

Lo scontro fra Fratelli d’Italia e Pro Vita su Twitter

Solo conoscendo la propria identità e la propria storia si potrà costruire il futuro. Basta ideologia e neologismi. La normalità è tornata“, scrive in un tweet il partito della Premier, allegando un’immagine in cui si differenzia la “nostra scuola” con “quella che avrebbe voluto la sinistra”. Ed è qui che vediamo da una parte il latino, l’educazione civile, la storia della nostra identità e la calligrafia, e dall’altra, invece, linguaggi inclusivi, schwa, asterischi, teoria gender e ideologia sessantottina. Davanti a questo post, il profilo di Pro Vita lascia in primis un commento:

Gender, schwa, asterischi, transizione, carriera alias, ideologie e follie politicamente corrette invadono le classi di ogni ordine e grado mentre noi scriviamo e voi leggete questo tweet. Riceviamo decine di segnalazioni ogni settimana, tutte inoltrate al Ministero via PEC senza risposta. Non è cambiato assolutamente NIENTE: le scuole continuano a essere in balia di attivisti estremisti travestiti da presunti “esperti” o da insegnanti stessi – anche all’interno della fantomatica “educazione civica”. Serve una Legge per impedire la propaganda politica a scuola e difendere la Libertà Educativa dei genitori. E serve ORA.

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Poi, condividono proprio il post e scrivono: «Non è tornata nessuna ‘normalità’. Le scuole italiane di ogni ordine e grado continuano a essere colonizzate da orde di attivisti sfascio-arcobaleno e dalle loro lezioni sull’identità fluida, la carriera alias e i coniglietti gay per bambini. La Libertà Educativa dei genitori è ogni giorno violata da insegnanti o presunti “esperti” del nulla che entrano in classe per formare i futuri elettori di estrema sinistra. Serve una Legge contro la propaganda politica a scuola e la difesa del primato educativo della famiglia e serve ORA. Sono passati 2 anni di Governo. Il tempo è scaduto».

Sembra quindi che fra le due realtà non scorra più buon sangue, in quanto una spinge l’altra ad essere ancora più omofoba. E ce ne vuole.

Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull'italiano standard e neostandard, "paladina delle cause perse" e insegnante di Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche. Instagram: @murderskitty

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