Polonia: Duda, preoccupato dalla sconfitta di Trump, continua con l’omotransfobia

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Da quando Joe Biden ha pubblicamente condannato la Polonia, o meglio, l’omotransfobia di Andrzej Duda e del suo partito, il Presidente polacco ha sperato nella rielezione di Donald Trump, che però non è avvenuta e ora è decisamente preoccupato dai rapporti della Polonia con gli USA. Tuttavia, non ha smesso con la sua tortura verso la comunità lgbt.

Andrzej Duda e Donald Trump andavano piuttosto d’accordo, d’altronde l’ideologia è quella, così come l’ex Presidente degli Stati Uniti era sostenuto dalla sua cheerleader italiana, è sostenuto anche dagli altri estremisti di destra che però hanno un po’ più di dignità di quelli italiani. Trump era per Duda quel sostegno di cui aveva bisogno, poiché non era sostenuto dall’UE ma almeno lo era da una forte potenza come gli USA.

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Fonte: sputnik italia

Adesso però, sebbene stia continuando con le sue ideologie omotransfobiche facendole divenire fatti (vedremo a breve cosa ha tolto in questi giorni alla comunità lgbt), non ha più il sostegno degli USA e non ha neanche quello dell’Unione Europea, per cui comincia a temere, soprattutto considerando le parole che Biden aveva già affermato su di lui e sulla sua Polonia LGBT free-zone.

In ogni caso, abbiamo parlato molto spesso dei tanti problemi sociali e civili che sta affrontando la Polonia a causa del suo Presidente omofobo ed estremista, ma, per chi non li ricordasse, facciamo un breve riassunto fino ad arrivare a oggi, a quando Andrzej Duda sta cominciando a temere per le sue azioni omotransfobiche e maschiliste.

La Polonia di Andrzej Duda

Torniamo a quest’estate, quando il Presidente polacco ha firmato la Carta della Famiglia in cui stabiliva che l’unica famiglia è quella eterosessuale e l’omosessualità è solo una propaganda, non un vero orientamento sessuale. In contemporanea ha anche fatto uscire lo stato dalla Convenzione di Istanbul che protegge le donne dalla violenza domestica.

Per tutti questi mesi la comunità LGBT è stata sotto attacco insieme alle donne, a cui, qualche settimana fa, è stato vietato l’aborto. Questo però ha solo scatenato una rivoluzione che non ha coinvolto solo le donne ma l’intera società che non si sente rappresentata da un Presidente omofobo e sessista, tanto da far tornare sui propri passi Duda.

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Fonte: twitter

Non dimentichiamo, poi, i vescovi, che potrebbero benissimo essere amici del nostro Simone Pillon che continua a trovare scuse ridicole e irrispettose per cui il DDL Zan non dovrebbe essere approvato, che hanno redatto un documento che apparentemente sembrava lgbt-friendly, poiché affermava a chiunque di rispettare la comunità. Tuttavia, leggendolo meglio, si nota come i religiosi avessero un secondo fine, quello di guarire gli lgbt. Ma guarire da cosa?

Insomma, è questa la Polonia del 2020, la Polonia che, ricordiamolo, è uno stato europeo e fa tutte queste cose davanti agli occhi dell’Unione Europea che non fa nulla per cercare di aiutare la comunità, nel periodo in cui l’aborto veniva vietato nell’Unione Europea si discuteva se fosse corretto chiamare hamburger un alimento vegano che aveva quella forma e che avrebbe potuto confondere la gente che, in realtà, potrebbe semplicemente leggere la confezione.

Ma, detto ciò, arriviamo ai giorni d’oggi, a quando ha raccolto più di 200.000 firme per vietare in maniera assoluta i Pride. Come se il problema fossero i Pride e non i suoi sostenitori che riempiono di mazzate le persone lgbt.

La proposta di legge “Stop LGBT”

È successo due giorni fa, quando il gruppo Life and Family Foundation (ricordate che in Polonia quando si parla di Family ci si riferisce solo a quella eterosessuale) ha presentato una proposta di legge con un nome che fa già intendere tutto, che parla da sé: “Stop LGBT”. Per cui, mentre in Italia andiamo avanti con il DDL Zan, in Polonia si fanno solo passi indietro.

La legge “Stop LGBT” è stata firmata da più di 200.000 cittadini polacchi e, se verrà approvata e non ci stupiremmo neanche se fosse approvata, vieterebbe ufficialmente i Pride e qualsiasi altro incontro pubblico che sostiene l’identità queer in tutta la Polonia. Polka Dot ha recentemente parlato di questi problemi della sua patria ma, come ogni altro intervento, non è servito a nulla e Duda continua con il suo odio transfobico.

Sulla petizione si legge che andrebbero vietate «parate per l’uguaglianza, esibizionismo, profanazioni, provocazioni, insulti a simboli cattolici, derisione della bandiera e altri simboli nazionali» e che

«Il progetto #StopLGBT mira a garantire che il principio costituzionale della protezione della famiglia sia incluso nella pratica di tenere riunioni pubbliche, in modo che lo spazio pubblico sia libero dall’omopropaganda e che i cittadini non debbano guardare orribili spettacoli nelle loro strade.»

Chiaramente questo DDL è sostenuto da tutti i cattolici polacchi, d’altronde altro non ci si poteva aspettare da chi tentava di guarire gli lgbt. Adesso spetta al Parlamento se renderla concreta o farla restare solo un disegno di legge omofobo e transfobico che vuole privare di altri diritti la comunità lgbt. Non è neanche la prima volta che si prova a fare una cosa del genere in Polonia, tra l’altro.

Jarosław Kaczyński, leader del PiS (chi se l’aspettava!) ha già tentato di eliminare del tutto i Pride poiché li ritiene dei “teatrini itineranti“, tuttavia una legge del genere colpirebbe la Costituzione e di questo il Parlamento dovrà per forza tener conto. Si dovrebbe, invece, cercare di proteggere i Pride e i manifestanti, soprattutto per evitare che gli eventi del Pride di Białystok si ripetano ancora una volta.

La reazione di Duda all’elezione di Biden

Sebbene non abbia fermato la sua avanzata omotransfobica, Andrzej Duda è piuttosto preoccupato dall’elezione di Biden alla Casa Bianca, soprattutto considerando il grande rapporto che il Presidente polacco aveva con Trump (pochi giorni prima che Duda fosse rieletto era stato persino ospite alla Casa Bianca) che lo faceva sentire al sicuro, sostenuto da una potenza militare come gli USA.

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Fonte: twitter

Pensate che, addirittura, la Polonia aveva dato il nome “Fort Trump” a una base militare polacca. Per cui forse Duda ha sentito la sconfitta di Trump più del nostro Matteo Salvini che urla al complotto. Ryszard Schnepf, ex ambasciatore polacco degli USA ha affermato all’Afp che «la Polonia perderà il suo status di partner privilegiato e sia il PiS che il presidente Duda sono preoccupati», questo perché «non sanno come verranno trattati dalla nuova amministrazione».

Infine, ha detto che il PiS «è molto scontento di perdere un così potente alleato sulla scena internazionale. Isolato all’interno dell’Unione Europea, PiS ha avuto il conforto di essere sostenuto dall’altra parte dell’Atlantico grazie a Trump». E questo si è visto anche da come hanno celebrato l’elezione del Presidente. Nel 2016 Andrzej Duda faceva le sue «più calorose congratulazioni» al Presidente Trump per la sua vittoria contro Hillary Clinton. E quest’anno?

Quest’anno, invece, si congratula per «una campagna presidenziale di successo. In attesa della nomina da parte del collegio elettorale, la Polonia è determinata a mantenere il partenariato strategico PL-US ad alto livelo e ad alta qualità per un’alleanza ancora più forte». Insomma, si congratula per la campagna presidenziale ma non per la vittoria.

Allo stesso modo, anche l’emittente statale polacca TVP non ha parlato di una vera e propria vittoria di Joe Biden, bensì è stato descritto come il politico che i media statunitensi hanno indicato come vincitore delle elezioni presidenziale del 2020. Insomma, a chiunque sostenta Duda e la sua propaganda contro gli lgbt, la vittoria di Joe Biden che aveva di recente attaccato la Polonia, non è andata proprio a genio, ma cercano comunque di mantenere un rapporto.

Soprattutto perché, chissà, magari Biden dalla Casa Bianca potrebbe persino convincere l’Unione Europea ad almeno provare a intervenire contro gli Stati Europei (perché noi parliamo della Polonia ma anche l’Ungheria di Orbán non è messa meglio) che non rispettano i diritti sociali e civili di tutti i cittadini, attuando delle vere e proprie discriminazioni omotransfobiche.

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