Siamo quasi a settembre, per cui si ricomincia a parlare del DDL Zan dopo una pausa di un mese (per cui dobbiamo ringraziare Italia Viva che ha deciso di corteggiare la Lega e la destra in generale). Nel mese che verrà speriamo di poter chiudere definitivamente questa storia, e di poterlo fare a testa alta, potendo essere fieri della nostra Italia. Intanto, però, le opinioni a riguardo continuano a essere negative, da Matteo Salvini che continua con la storia della “famiglia“, a Vincenzo De Luca che si ritiene contro la giornata contro l’omotransfobia, a Fabrizio Sclavi che ritiene che il DDL Zan non sia necessario.
A luglio abbiamo seguito con tanta attenzione gli interventi durante le sedute in aula per decidere cosa fare con il DDL Zan, e ne abbiamo sentite di tutti i colori, dalla fake news sull’utero in affitto (meglio conosciuto come GPA), alla libertà d’opinione, ai bambini che devono essere educati dai genitori (ma, considerando quante aggressioni omofobe ci sono in Italia, molti genitori non hanno proprio educati i figli, oppure il problema sono proprio loro che hanno una mentalità ferma al secolo scorso). Prima di parlare delle opinioni, quindi vediamo cosa non è il DDL Zan.
Non voglio far approvare il DDL Zan perché sono contro l’utero in affitto.Letteralmenteil DDL Zan è una legge che lotta contro la discriminazione e la violenza omotransfobica, quindi l’utero in affitto non c’entra nulla con questa proposta di legge. In più sottolineiamo anche che in Italia la «gestazione per altri», conosciuta in altri termine con «utero in affitto», è illegale. Quelle della destra che quindi usano l’utero in affittocome scusa per andare contro il DDL Zan, sono quindi delle fake news.
È liberticida: no. Il DDL Zan non èliberticida. L’articolo 4 dello stesso (ancora una volta, prima di criticare sarebbe utileinformarsi, anche per evitare di fare figuracce) recita:«Ai fini della presente legge, sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compi mento di atti discriminatori o violenti».Potete comunque trovare il testo completo e leggerlo con i vostri occhiqui.
Esiste già una legge: no,non esiste già una legge. L’articolo 61 del codice penale che in genere viene citato comelegge già esistenteprevede che un giudicepossaapplicare le aggravanti presenti nell’art. 61 del codice penale se una persona viene picchiata per il proprio orientamento sessuale o per la sua identità di genere o per la sua disabilità, tuttavia nonè obbligato a farlo. Quindi una personapotrebbeessere più tutelata. Non penso questo sia normale.
Fuori i bambini dalla politica. Il DDL Zan prevede la strategia Nazionale attivata dall’UNAR, l’Ufficio nazionale anti discriminazioni razziali del dipartimento per le Pari opportunità della presidenza del Consiglio dei ministri, che è già presente con interventi anti-discriminatori nei campi dell’educazione e dell’istruzione, come anche in quelli del lavoro e delle carceri. Il loro nome ècorso di educazione al rispetto. Quindi, cara destra, non si tratta dieducazione gender, ma solo dieducazione a rispetto di chi ama una persona delle stesso sesso, di chi ha un colore di pelle diverso dal tuoo, ancora,di chi non si identifica nel sesso in cui nasce.
E ora vediamo cosa hanno affermato i campioni.
Vincenzo De Luca vs DDL Zan
Era la Festa dell’Unità di Bologna e il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, uno dei meme più apprezzati durante la pandemia a causa delle sue minacce contro chi non rispettava i DPCM, si è espresso sul fronte del DDL Zan: «Ma davvero pensate che sia ragionevole che alle elementari facciamo la giornata di riflessione sull’omotransfobia? Ma andate al diavolo», ha detto con la sua solita finezza e pacatezza. Tra l’altro ha anche affermato che non avrebbe proprio firmato il DDL Zan così com’è scritto al momento.
«Certo che dobbiamo difendere i diritti, ma non è immaginabile che su questioni con contenuti morali, che vanno al di là della politica, noi ideologizziamo i problemi», ha aggiunto. Spiega anche che non lo avrebbe votato proprio per la parte delle scuole, perché «si deve correggere almeno la parte che riguarda le scuole». Il problema è che i bambini vanno educati al rispetto per gli altri proprio quando sono ancora dei bambini e non sono stati plagiati dal web. Perché poi potrebbe essere troppo tardi.
«Un conto è se tu mi dici che alle ultime classi delle superiori facciamo una giornata di riflessione. Questo va bene. Ma dobbiamo sapere che, quando affrontiamo temi delicati come questo, occorre grande misura, grande senso di responsabilità.»
Vincenzo De Luca
Ha anche espresso la sua opinione sul botta e risposta tra il Segretario di Stato del Vaticano. il cardinale Pietro Parolin, e il Presidente del Consiglio Mario Draghi. Il primo aveva affermato di avere dei dubbi sui «problemi interpretativi che potrebbero derivare nel caso fosse adottato un testo con contenuti vaghi e incerti», mentre il premier sottolineò che non era una cosa che riguardava la chiesa poiché lo Stato italiano è uno Stato laico così come garantito dalla nostra Costituzione.
Secondo Vincenzo De Luca, comunque, Draghi ha sbagliato: «Credo che abbiamo sbagliato a rispondere al Cardinale Parolin come abbiamo risposto. È una personalità rilevante del mondo cattolico, dove è in atto uno scontro tra forze conservatrici e mondo progressista. Noi abbiamo risposto in termini volgari e politicamente insopportabili. I Patti Lateranensi, ma che c’entrano? Fa’ che il Segretario di Stato non possa esprimere la propria opinione…».
Matteo Salvini vs DDL Zan
Passiamo ora a Matteo Salvini che, dopo mesi e mesi di discussione, ancora non ha compreso che il DDL Zan protegge la libertà di espressione e che potrà continuare a dire che un bambino deve avere una mamma e un papà. I suoi fans, invece, non potranno insultare in malo modo gli omosessuali, forse è questo quello di cui si preoccupare. Ma è solo un’ipotesi la nostra. In ogni caso, il leader della Lega ha parlato durante una manifestazione a Pinzolo, continuando a sparare fake news a manetta.
«Il Ddl Zan tornerà in Aula a settembre: io non accetto si tirino in ballo i bambini di 6 anni la cui educazione spetta ai genitori e che si impongano le scelte di pochi come il dovere di molti. Rispetto le scelte di vita di tutti ma guai a chi mette in discussione la famiglia, la mamma e il papà. Penso sia semplice e non discriminatorio verso nessuno», ha detto, continuando con la solita storia trita e ritrita. L’educazione spetta ai genitori ma dove i genitori sbagliano deve intervenire la scuola. Se oggi ci sono persone che picchiano una 13enne perché ha una borsa arcobaleno, dei genitori (eterosessuali) hanno fallito.
Ha continuato poi: «Non mi interessa se qualcuno va a cena o fa l’amore co un uomo o con una donna, ognuno è libero di fare ciò che vuole. Quello che non accetto è che si tirino in ballo i bambini la cui educazione spetta ai genitori. Non accetto che si impongano le scelte di pochi ai molti», insomma il solito Matteo Salvini che ripete le solite storie da Matteo Salvini e che tutti i suoi fan, molti dei quali coprono gli occhi ai figli se vedono due omosessuali tenersi per mano ma poi fanno loro vedere programmi in cui la donna è sessualizzata, si bevono.
Intanto comunque il leader della Lega si è anche preso i complimenti da parte di Michele Emiliano (anche lui esponente del PD come Vincenzo De Luca), che, durante l’evento “La Piazza”, kermesse organizzata a Ceglie daAffaritaliani.it, ha affermato che «Salvini sta facendo un grande sforzo per delineare una visione di Paese, ed è uno sforzo che ha dei costi politici. Salvini è un politico che ha una sua onestà intellettuale». Quando la sinistra riprenderà a fare la sinistra e a non corteggiare un politico di destra razzista e omofobo?
Fabrizio Sclavi vs DDL Zan
Infine, l’ultimo campione di cui vi parliamo oggi, è Fabrizio Sclavi, gay dichiarato, giornalista, designer, illustratore, ex direttore di Amica, Mondo Uomo, Männer Vogue e Vogue Homme International che ha parlato del DDL Zan in un articolo su La Verità. «La diversità fa paura alla gente che, quindi, si difende in malo modo», ha iniziato, e già qui si può comprendere il tono delle sue parole. Le sue affermazioni ovviamente non sono minimamente piaciute alla comunità LGBT, per cui vediamo cosa ha detto il giornalista.
Sul DDL Zan ha affermato che «non mi piace per nulla, soprattutto quando parla dei trans perché anche in quel caso sono fatti loro. Non vedo il motivo per cui lo Stato se ne debba occupare. E non c’è bisogno di spiegare questo a scuola a giovani di 15 anni, o ancora più piccoli. Quanti ragazzi curiosi ci sono fuori e a scuola? Se a questi fai venire in mente una cosa del genere magari hanno voglia di provarla». Il Senato se ne deve occupare perché si parla di cittadini italiani. Della vita dei cittadini italiani.
Tra l’altro il DDL Zan vuole combattere anche la misoginia e l’abilismo: «Sono dell’idea che di questo ne debbano parlare le famiglie nei tempi e nei modi che più ritengono opportuni. Capisco che in Italia le famiglie peccano da questo lato, che certi temi non sono facili da affrontare. Bisogna quindi istruire le famiglie, prepararle, non i ragazzi. Così com’ è il ddl non funziona. I compromessi non mi sono mai piaciuti né le aggiustature, quindi lo leverei e basta. Non ce n’è bisogno». Ancora una volta: la scuola deve educare. Dove non arrivano i genitori, deve intervenire la scuola.
Infine, ha voluto criticare anche i Pride «in ogni suo aspetto. Le parrucche colorate, le baracconate non hanno senso perché in questo modo ti metti contro tutti gli altri. È sputtanare una cosa molto seria e non rappresenta un riscatto. Una moda iniziata negli Stati Uniti dove lì serviva davvero per uscire dal ghetto ma in Italia e in Europa è stata preso in mano malamente dai politici, dai sindaci, tutti che potevano gestirla in modo diverso. Cavalcano quest’onda solo per qualche voto in più». Insomma, a Fabrizio Sclavi non piace proprio alcuna lotta LGBT.
Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull’italiano standard e neostandard, “paladina delle cause perse” e studentessa di Didattica dell’Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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