Violenza contro le donne: il sesso senza consenso è stupro

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Dovrebbe essere una cosa ormai scontata, ma nella giornata di ieri il Parlamento europeo ha adottato una direttiva per combattere la violenza contro le donne, principalmente contro quello che non è senso consensuale e lo stupro. Dico dovrebbe essere ormai scontata, perché almeno in Italia non lo è, basti pensare come si ritiene che se una ragazza beve o si droga e poi fa sesso con qualcuno, ha avuto un rapporto consensuale (vedi il caso del figlio del Presidente del Senato e soprattutto come lui stesso lo ha difeso a spada tratta minando proprio sul fatto che la ragazza avesse preso della cocaina). Ma adesso forse qualcosa nella mentalità potrebbe riuscire a cambiare.

Una giovane di 22 anni racconta di essere stata in discoteca, e di aver bevuto prima di svegliarsi senza ricordare molto della serata. Ha la sensazione di aver subito un abuso sessuale. Il suo avvocato non rilascia dichiarazioni rispettando la legge penale. La ragazza afferma di aver trovato Leonardo La Russa, figlio di Ignazio La Russa, nella sua compagnia dopo aver perso i ricordi della serata. A questo punto quindi chiede spaventata cosa sia successo, e lui ammette di aver avuto un rapporto sessuale con lei sotto l’effetto di sostanze stupefacenti.

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«Di sicuro lascia molti interrogativi una denuncia presentata dopo quaranta giorni dall’avvocato estensore che – cito testualmente il giornale che ne da notizia (cioè il Corriere, ndr) – occupa questo tempo “per rimettere insieme i fatti”Lascia oggettivamente molti dubbi il racconto di una ragazza che, per sua stessa ammissione, aveva consumato cocaina prima di incontrare mio figlio», ha detto Ignazio La Russa, Presidente del Senato, sulla ragazza che ha denunciato suo figlio, Leonardo Apache, per stupro. Poi, ammonito dalla segretaria del PD, ha detto di non accusar nessuno.

Ma a questa storia ne aggiungerei anche un’altra, che non parla proprio di un rapporto sessuale completo quanto più di una molestia nei confronti di una minorenne. Abbiamo tutti sentito parlare del bidello che ha toccato il sedere e le parti intime di una diciassettenne e che è stato assolto perché ritenuto uno scherzo e perché “sotto i 10 secondi“. La ragazzina ha parlato al Corriere della Sera: 

«Per i giudici c’è stato un intento scherzoso? Il bidello mi ha preso alle spalle senza dire nulla. Poi mi ha infilato le mani nei pantaloni e sotto gli slip. Mi ha palpeggiato il sedere. Poi mi ha tirato su tanto da farmi male alle parti intime. Questo, almeno per me, non è uno scherzo».

«Questa non è giustizia. Inizio a pensare di aver sbagliato a fidarmi delle istituzioni perché mi sono sentita tradita due volte. Prima a scuola, dove è successo quello che è successo. Poi dal tribunale», commenta ancora. E poi aggiunge qualcosa che ci fa davvero comprendere non solo la maturità di una ragazzina di 17 anni, ma anche lo schifo di un tribunale che ha assolto un molestatore: «quella manciata di secondi è bastata al bidello per farmi sentire le sue mani addosso, come hanno riconosciuto i giudici. Allora mi chiedo: se fosse durato di più, cosa avrebbero detto? Che ero consenziente?». E da qui, ci colleghiamo all’argomento di oggi.

Il sesso senza consenso è stupro: lo afferma il Parlamento Europeo

Senza obiezioni da parte dei deputati, il Parlamento Europeo ha adottato la sua posizione su una direttiva sulla lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica, aprendo la strada all’inizio dei negoziati interistituzionali. La direttiva è stata proposta dalla Commissione l’8 marzo 2022, Giornata internazionale della donna. L’Eurodeputata svedese Evin Incir di S&D, correlatore del dossier per la commissione per le libertà civili (LIBE) , durante la conferenza stampa a Strasburgo, ha affermato: «Oggi è un grande giorno per tutti noi che la direttiva qui in parlamento sia stata approvata senza alcun tipo di opposizione».

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Il mandato, sviluppato congiuntamente dalle commissioni per le libertà civili e per i diritti delle donne, contempla l’introduzione di una definizione di stupro basata sul consenso, l’implementazione di norme più rigide per affrontare la violenza informatica e un rafforzamento del sostegno alle vittime. Più nello specifico:

  • Una valutazione del consenso caso per caso, al fine di determinare se è stato presente un consenso valido nelle situazioni di presunta violenza sessuale.
  • Un ampliamento delle circostanze aggravanti, che includa reati che hanno causato la morte o il suicidio delle vittime, violenze commesse contro figure pubbliche e crimini motivati dall’intenzione di preservare o ripristinare “l’onore”.
  • L’introduzione di norme a livello dell’Unione Europea contro le aggressioni sessuali, le mutilazioni genitali intersessuali, la sterilizzazione forzata e i matrimoni forzati, nonché contro le molestie sessuali in tutti gli ambienti lavorativi.
  • Norme specifiche per affrontare i reati commessi online, come la diffusione non consensuale di materiale intimo e l’invio non richiesto di immagini genitali.
  • Miglioramento delle procedure di segnalazione al fine di garantire la sicurezza e la salute delle vittime, nonché l’accesso a sostegno legale gratuito.
  • Il potenziamento delle comunicazioni e del processo di raccolta di prove da parte delle autorità competenti per migliorare l’efficacia nella gestione dei casi.
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Per il Parlamento Europeo, quindi, «il consenso deve essere valutato caso per caso, tenendo conto delle circostanze specifiche», e «i rapporti sessuali non consensuali sono considerati come stupro». Nella nostra Italia, intanto, secondo l’articolo 609-bis del Codice penale, il reato di stupro è configurato quando sono presenti elementi di violenza, minaccia, inganno o abuso di autorità, ma lo stupro non è ancora definito un rapporto sessuale senza consenso. Gravissimo è, tra l’altro, un sondaggio fatto da IPSOS con Amnesty International Italia, in cui emerge che per il 31% degli uomini, il rifiuto di una donna è un modo per farsi desiderare: il suo no, quindi, equivarrebbe a un sì. Ed è così che avviene lo stupro.

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