È letteralmente uno degli argomenti di cui più si parla online negli ultimi giorni: le famiglie omogenitoriali in Italia non sono rispettate dal proprio governo, sette sindaci di centrosinistra hanno chiesto un colloquio al Presidente Meloni e al suo Ministro dell’Interno Piantedosi, la ministra della Famiglia e delle Pari Opportunità Eugenia Roccella ha detto che non c’è motivo di ascoltare i sindaci perché non decide il governo italiano ma il “massimo organo giurisdizionale dello Stato“. E adesso che il Parlamento Europeo si è apertamente schierato, e l’Unione Europea è lievemente più importante dei “massimo organo giurisdizionale” italiano, il governo Meloni che ha intenzione di fare?
Facciamo un passo indietro. Partiamo dal presupposto che tutto questo gira intorno alla Gestazione Per Altri, che secondo il Governo Meloni è una scelta solo delle coppie omosessuali nonostante la gran parte delle persone che ne usufruisce sia, invece, eterosessuale, ma ovviamente un governo omofobo cerca qualsiasi scusa per essere omofobo, e quindi attacchiamo le famiglie omogenitoriali. Addirittura la ministra Roccella osò dire che “è meglio una mamma e un papà, lo dicono gli psicologi“, ma subito fu smentita dagli Ordini professionali di Lazio, Campania, Sicilia, Marche, Abruzzo, Veneto ed Emilia Romagna, ovvero il 60 per cento degli iscritti.
Poi c’è stato il blocco alle iscrizioni all’anagrafe dei figli delle famiglie LGBT, e quindi sette sindaci hanno avuto il coraggio di scrivere una nota in cui chiedono un «incontro urgente con la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi». Poi, spiegano: «L’esperienza quotidiana delle amministrazioni locali dimostra che esistono domande di tutela alle quali non si riesce a dare adeguata risposta. La vita famigliare delle persone LGBT+ risulta, nell’assetto normativo attuale, non ancora compiutamente riconosciuta, generando disparità di trattamento nel quadro dell’Unione Europea».
Ma per la ministra Roccella, non c’è bisogno di fare alcun confronto, perché «è qualcosa che decidono loro sapendo che c’è una sentenza che non applicano. Non c’è qualcosa da contrattare.I sindaci non stanno protestando contro la circolare Piantedosi ma contro la sentenza della Cassazione. Quindi dovrebbero avere casomai un dialogo con il presidente delle sezioni unite. C’è una sentenza molto precisa che dice determinate cose». E poi, nel post su Facebook, chiede ai suoi lettori: «ma i sindaci hanno letto la sentenza della Cassazione a sezioni unite?». E adesso la ministra Roccella ha letto l’emendamento approvata a Bruxelles?
Il Parlamento Europeo condanna l’Italia
Sempre belle figure questo governo. Eppure ne parla il The Guardian, ne parlano testane nazionali e internazionali, ma l’edizione del TG più seguita non ha minimamente citato una notizia di questo calibro. Andiamo passo passo. Qual è la notizia? Citiamo il The Guardian, giusto per ricordare come ci vedono all’estero: «Il Parlamento europeo ha condannato il governo conservatore italiano dopo aver chiesto a un consiglio di interrompere la registrazione dei figli di genitori dello stesso sesso, nella sua prima mossa per limitare i diritti LGBTQ+ da quando ha preso il potere».
Viene poi spiegato che nel 2022, un emendamento presentato da Renew Europe, un gruppo politico liberale e centrista, è stato aggiunto a un rapporto, in cui i deputati hanno esortato l’Italia a revocare immediatamente la propria decisione. Tale decisione, secondo loro, porterà inevitabilmente alla discriminazione non solo nei confronti delle coppie dello stesso sesso, ma soprattutto dei loro figli e rappresenta una violazione diretta dei diritti dei bambini come previsto dalla Convenzione delle Nazioni Unite. Gli stessi bambini che la destra blatera di voler proteggere.
Nell’emendamento si fa riferimento anche alle «istruzioni impartite dal governo italiano al comune di Milano di non registrare più i figli di coppie omogenitoriali». Ma in questo caso c’è un’inesattezza, in quanto il governo italiano non ha impartito istruzioni specifiche al comune di Milano, né ha preso provvedimenti che riguardino esclusivamente le famiglie con genitori dello stesso sesso, bensì quelle che semplicemente hanno fatto ricorso alla GPA, che sono anche famiglie eterosessuali. Ma che siano omogenitoriali o no, l’emendamento invita il governo italiano a «revocare immediatamente» la decisione perché è «una violazione diretta dei diritti dei minori».
E di una notizia del genere, ai TG di ieri delle 13.30 è stata data una notizia in 30 secondi perché era stata appena riferita allo studio in diretta, e ci si immaginava che quindi alle 20.00 i giornalisti ne avrebbero parlato con più dettagli, magari facendo un vero e proprio servizio. Tra l’altro l’edizione delle 20.00 è anche la più vista, ma in ben 37 minuti di telegiornale in cui sono state date tante notizie (ovviamente in apertura la salute di Papa Francesco), la condanna del governo italiano da parte del Parlamento Europeo non è stata neanche minimamente citata. Complimenti, Italia. Complimenti doppiamente.
Il Parlamento Europeo ha appena condannato il governo Meloni per lo stop alle registrazioni dei figli di coppie dello stesso sesso. Non solo: ha esplicitamente confermato che in Italia la comunità lgbtqia+ è sotto attacco. Che umiliazione per uno Stato fondatore dell’UE.
— Alessandro Zan (@ZanAlessandro) March 30, 2023
Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull’italiano standard e neostandard, “paladina delle cause perse” e studentessa di Didattica dell’Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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