Orbán critica gli Stati Ue con “razze miste”: ecco cosa ha detto l’alleato di Salvini e Meloni

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Parliamo chiaro: Viktor Orbán è il primo ministro ungherese, ma è anche un fortissimo alleato di Matteo Salvini e Giorgia Meloni, e questo dovrebbe farci tanto capire che tipo di persone sono loro, perché quella delle “razze miste” è solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Orbán nel corso della sua carriera si è sempre dimostrato omofobo, transfobico e razzista, per cui stupirsi adesso per quest’ultima dichiarazione è cadere dalle nuvole. Il premier ungherese non ha mai neanche cercato di non sembrare non razzista e non omofobo.

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Vediamo comunque la storia sin dall’inizio. L’Ungheria, tanto difesa dalla destra in Senato durante le discussioni sulDDL Zan, è colpevole di aver abolito qualsiasi film, serie tv o cartone in cui è presente un personaggio LGBT, come se eliminarli dai cartoni li elimini dall’esistenza. Hanno anche tentato di fare passare una legge si diceva che volesse tutelare i bambini dalla pedofilia, e vista così ci sembra anche una leggebuona e giusta, peccato però che vietava alle associazioni della comunità LGBT di promuovere i programmi educativi e diffondere informazioni sull’omosessualità o sulla possibilità di richiedere un intervento per fare la transizione da uomo a donna o viceversa.

Ergo: gli omosessuali sono visti come dei pedofili. Sono vietate le adozioni da parte di persone gay, single e non sposate. Stabilisce che il governo «protegge il diritto dei bambini all’identità di genere in cui sono nati». Per questo motivo è stato necessario l’intervento dell’Unione Europea, eppure sembra che l’Ungheria non voglia cambiare idea, d’altronde da Orbán non ci aspettavamo altrimenti. Per questo motivo, dopo mesi di attesa e di tweet, l’Unione Europea è ufficialmente intervenuta.

14 paesi dell’UE hanno firmato un documento di condanna verso l’Ungheria e la Polonia, per cui non c’era altro da fare se non intervenire ufficialmente. L’avviso pubblicato sul sito ufficiale dell’Unione Europea inizia con una frase della presidente Ursula von der Leyen al Parlamento Europeo, il 7 luglio 2021: «L’Europa non permetterà mai che parti della nostra società siano stigmatizzate: sia per il motivo per cui amano, per la loro età, la loro etnia, le loro opinioni politiche o le loro convinzioni religiose».

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Prima che scoppiasse la guerra in Ucraina, quindi, sia la Polonia che il paese di Viktor Orban non erano in una buona situazione. Alla richiesta dell’Unione Europea di trattare tutti i cittadini allo stesso modo, rispettando i diritti delle persone omosessuali, Viktor Orbán ha risposto con un referendum con quattro domande poste in modo molto controverso in modo da facilitare la vittoria del no, ma fortunatamente il paese che rappresenta non è così sciocco e, sebbene lui abbia vinto nuovamente le elezioni, il referendum non è stato approvato. Queste le domande:

  1. Sei a favore dello svolgimento di presentazioni negli istituti di istruzione pubblica che introducano i minori a temi sull’orientamento sessuale senza l’autorizzazione dei genitori?
  2. Sei a favore che trattamenti per la riassegnazione di genere siano messi a disposizione dei minori?
  3. Sei a favore che ai minori vengano mostrati, senza alcuna restrizione, contenuti media di natura sessuale in grado di influenzare il loro sviluppo?
  4. Sei a favore che ai minori vengano presentati contenuti multimediali che mostrino la riassegnazione di genere?

Orbán e la “razza mista”

Il primo ministro ungherese di estrema destra, Viktor Orbán, si è scagliato contro il “mix” di razze europee ed extraeuropee presenti in diversi Stati, in un discorso che ha subito suscitato l’indignazione dei partiti di opposizione e dei politici europei (ma non di Salvini e Meloni, ovviamente). «Noi [ungheresi] non siamo una razza mista… e non vogliamo diventare una razza mista», ha detto il premier ungherese, aggiungendo che i paesi in cui c’è stato questo “mix di razze”, «non sono più nazioni».

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Durante il suo discorso, il premier ungherese ha anche criticato aspramente il sostegno militare occidentale all’Ucraina, posizionandosi come il principale alleato di Mosca all’interno dell’Unione Europea, e neanche questa è una sorpresa. «Più armi moderne la Nato fornisce agli ucraini, più i russi spingeranno in avanti la prima linea… Quello che stiamo facendo è prolungare la guerra», ha commentato. «Non dovremmo essere dalla parte della Russia, o dalla parte dell’Ucraina, ma tra i due».

Katalin Cseh, eurodeputata del partito di opposizione Momentum, si è detta sconvolta dal discorso del primo ministro. «Le sue dichiarazioni ricordano un momento che penso tutti vorremmo dimenticare. Mostrano davvero i veri colori del regime», ha detto. Su Twitter, Cseh si è rivolta alle persone di razza mista in Ungheria: «Il colore della tua pelle potrebbe essere diverso, potresti venire dall’Europa o oltre, ma sei uno di noi e siamo orgogliosi di te. La diversità rafforza la nazione, non la indebolisce».

Anche l’eurodeputato rumeno Alin Mituța ha risposto con rabbia ai commenti di Orbán. «Parlare di ‘purezza’ razziale o etnica, specialmente in una regione così mista come l’Europa centrale e orientale, è puramente delirante e pericoloso. E anche il signor Orban», ha scritto su Twitter. Sappiate, poi, che il premier ungherese spera nelle elezioni italiane di settembre per restituire una coalizione di destra, e fa anche il tifo per il ritorno di Donald Trump nel 2024.

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