Siamo sconvolti nel raccontare una vicenda del genere. Quante volte sui profili dei politici di destra leggiamo straniero stupra, straniero uccide, et similia? Adesso, lo straniero è l’italiano e nessuno sta parlando di questa vicenda. Alberto Nicoletti e Vincenzo Mineo sono due italiani che, in Australia, si sono finti una coppia omosessuale per poter stuprare delle ragazze. Al momento, come riportato da Huffington Post, sono sette le donne che hanno denunciato la “coppia”.
Si chiamano Alberto Nicoletti e Vincenzo Mineo. Il primo è un 29enne proprietario del ristorante a Perth, originario di Lecco, cresciuto a Como e in Australia gestisce una famosa pizzeria, “Lago di Como”; il secondo è un suo collaboratore di 36 anni. L’indagine è partita dalla testimonianza di una 20enne vittima di stupro che avrebbe raccontato di essere stata adescata da due uomini che si sono finti omosessuali, ma a metterli con le mani nel sacco sono state soprattutto dalle telecamere che avrebbero inquadrato i due.
Sul web le persone sono arrabbiate quanto indignate. Da una parte i due si sono finti omosessuali non solo per avvicinarsi alle ragazze, probabilmente consapevoli del fatto di come oggi le donne si fidino più delle persone LGBT rispetto che degli eterosessuali che stuprano, ma poi hanno dato della droga alla ragazza e, una volta svenuta, l’hanno stuprata. Tuttavia non siamo in Italia, famosa per essere sempre dalla parte degli stupratori perché sono le donne che indossano mutandine rosse, in Australia se stupri ti lasciano marcire in galera.
Nicoletti – Mineo: si fingevano omosessuali per stuprare le donne
Otto anni fa Alberto Nicoletti ha aperto la pizzeria “Lago di Como” e ha subito ottenuto tanto successo nella sua zona. Ha 11 dipendenti, di cui uno è il collega di stupri Vincenzo Mineo, accusato di almeno tre stupri, mentre il proprietario di quattro. In totale le donne stuprate sono sette. I due hanno stuprato spesso insieme, fingendosi una coppia omosessuale in modo da avvicinare la donna, far sì che si fidasse di loro, e poi l’hanno violentata.
Inizialmente non si aveva idea di chi fossero gli stupratori, ma a luglio le autorità australiane hanno diffuso le immagini dei due uomini che erano stati ripresi da una telecamera, invitandoli a farsi avanti volontariamente. Le indagini sono iniziate quando una 20enne ha denunciato, a marzo scorso, di essere stata stuprata da due uomini in un bagno per disabili situato in un parco della zona. Nicoletti e Mineo l’avrebbero avvicinata in un bar fingendosi omosessuali, le avrebbero offerto della cocaina e poi l’avrebbero trascinata nel parco, abusando di lei.
Dopo la 20enne e dopo che la notizia ha fatto il giro dell’Australia, ci sono state altre sei donne che hanno trovato il coraggio di denunciare Nicolletti e Mineo, l’ultima proprio di qualche giorno fa. Una delle vittime avrebbe conosciuto Nicoletti proprio alla sua pizzeria, e poi lui l’avrebbe violentata (questo nel 2016). «Durante l’indagine, i detective della Sex Assault Squad sono stati contattati anche da altre donne che sono state presumibilmente aggredite sessualmente dagli stessi uomini», ha detto la polizia il mese scorso.
La polizia racconta anche che una delle vittime è stata stuprata a casa, dopo che l’uomo aveva offerto lei un passaggio fingendosi un autista di Uber. Le vittime di Nicoletti sono tutte delle ventenni, tutte ubriache e vulnerabili, e le forze dell’ordine lo hanno descritto come un «criminale opportunista». Tra l’altro è già stato in aula per la prima udienza e i giudici hanno rifiutato la richiesta di libertà su cauzione, tra l’altro ha anche respinto ogni accusa sebbene ci sia letteralmente un video.
Le accuse verso Nicoletti sono: due di penetrazione sessuale aggravata senza consenso, quattro di penetrazione sessuale senza consenso, privazione della libertà, aggressione aggravata, due di aggressione illegale e indecente e nessuna autorità di guidare. Per Mineo invece ci sono due accuse di penetrazione aggravata senza consenso, aggressione indecente aggravata e due di penetrazione senza consenso. Entrambi al momento resteranno in carcere (fonte).Noi chiediamo scusa alle vittime a nome di tutta l’Italia.
Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull’italiano standard e neostandard, “paladina delle cause perse” e studentessa di Didattica dell’Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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