Liliana Segre attaccata in piazza da No-Green Pass

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Quando sei convinto di vivere in una dittatura solo perché il governo decide di rendere obbligatorio il Green Pass, che serve a proteggere la tua salute e quella di chi ti circonda in modo da non finire come in Gran Bretagna con 50k casi giornalieri dopo quasi due anni dall’inizio della pandemia, e ti permetti di insultare e mancare di rispetto a Liliana Segre, a una donna che la dittatura l’ha vissuta per davvero, riuscendo a sopravvivere a un genocidio, sei davvero una persona non solo maleducata e irrispettosa, ma anche ignorante.

Sia chiaro, noi accettiamo qualsiasi idea. Puoi ritenere che il Green Pass sia giusto. Puoi pensare che il Green Pass non sia giusto (ma non che sia una dittatura, perché sarebbe da incoerenti e ignoranti visto che durante una dittatura non puoi neanche pensare di manifestare contro). Puoi pensare, come noi, che il Green Pass abbia dei pro come dei contro (e i contro ci sono, è una cosa oggettiva che purtroppo ho potuto testare sulla mia stessa pelle). Ma non puoi e non ti devi permettere di insultare una donna anziana che ha un’idea diversa dalla tua.

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Liliana Segre

Liliana Segre è una senatrice a vita e una delle ultime testimoni in vita dell’orrore della Shoah e dei totalitarismi fascisti e nazisti. È una donna che sulla sua pelle ha tante cicatrici, per non parlare di quelle che ha nell’anima. È una persona sopravvissuta a una dittatura, all’Olocausto che probabilmente in troppi hanno dimenticato. Aveva 8 anni quando è stata espulsa da scuola, 13 quando è stata deportata. 91 quando dei decerebrati l’hanno insultata in piazza, convinti di vivere in una dittatura.

Facciamo una digressione, vi va? Cos’è una dittatura (quella che Liliana Segre ha vissuto)? Penso che siamo tutti d’accordo che sia una forma di governo, ma si differenza dalla democrazia, dalla repubblica, perché tutto il potere è incentrato in un solo organo o addirittura in una sola persona (il dittatore).

Vi sembra il caso dell’Italia? No. Tra l’altro, nella dittatura, non ci sono oppositori, e non perché nessuno è contrario, ma perché vengono uccisi (vedi: Bielorussia e il grave problema della libertà: attivista trovato morto, atleta olimpica ha paura di tornare). Vi sembra che in Italia non sia possibile manifestare o andare in televisione a piagnucolare? Direi di no. Quindi state in silenzio e portate rispetto per chi la dittatura l’ha vissuta davvero.

Liliana Segre insultata dai No-Green Pass

Ieri era il Green Pass Day e, come è successo negli ultimi giorni, ci sono state diverse manifestazioni in varie piazze in tutta Italia, per manifestare contro il certificato che potremmo definire un compromesso per la normalità. Ma è lecito non pensarla tutti allo stesso modo. Tuttavia, c’è chi ha esagerato, ed è il caso di Bologna, dove ci sono stati dei cori di insulti diretti alla senatrice a vita Liliana Segre, accusata da dei mocciosi di tradire la sua storia e il suo passato solo perché appoggia il Green Pass.

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Liliana Segre

Chissà se questi individui hanno mai aperto un libro di storia, perché non ci vuole di certo una laurea per comprendere che il Green Pass non ha nulla a che fare con il periodo nazista o fascista, poiché uno vuole salvare la vita delle persone evitando che si contagino con un virus che ha causato milioni di morti, l’altro invece aveva come unico obiettivo quello di sterminare una razza ritenuta inferiore. Tra l’altro già in un’altra occasione Liliana Segre aveva risposto a questo paragone.

Prima della dittatura del Green Pass, c’era la dittatura sanitaria, insomma la Shoah è sempre stata nella bocca dei complottisti. Quest’estate, al portale Moked-Pagine Ebraiche, la senatrice Liliana Segre disse che «siccome spero di non essere né ignorante né di avere cattivo gusto, non riesco a prendermela più di tanto. Dopo aver visto l’adorato viso di Anna Frank usato allo stadio, non mi stupisco più. Non dico che sono insensibile, ma mi è venuta una sorta di scorza. È un tale tempo di ignoranza, di violenza, neanche più repressa, che è diventato maturo per queste distorsioni. È una scuola che è stata recepita: qui i bulli sono i più forti».

Ma questo non ha fermato Gian Marco Capitani del movimento no Green Pass, che a Piazza Maggiore ha fatto partire un coro di insulti verso Liliana Segre, affermando: «Una donna che ricopre un seggio che non dovrebbe avere perché porta vergogna alla sua storia e che è Liliana Segre, che dovrebbe sparire da dove è». A seguire ci sono stati anche altri insulti da parte dei manifestanti, verso Liliana Segre come anche verso il presidente del Consiglio (voluto anche da chi urlava alla dittatura sanitaria con Giuseppe Conte e sperava che Draghi li avrebbe lasciati più liberi).

Le reazioni dalla scena politica

Ovviamente una frase del genere detta a una persona del calibro di Liliana Segre, non passa inosservata, e infatti sono stati in tanti a mandare la propria solidarietà e a riprendere quello che è stato affermato: «Alcuni manifestanti no green pass a Bologna hanno accusato Liliana Segre di tradire il suo passato nel sostenere la certificazione verde. Accostare le misure di sicurezza che il governo attua per lasciarci alle spalle la pandemia al regime nazista è terrificante e dimostra quanto la protesta stia scavalcando i limiti della ragione», scrivono le parlamentari bolognesi del Movimento 5 Stelle, Alessandra Carbonaro e Michela Montevecchi.

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Liliana Segre

Anche il PD, con il senatore dem Daniele Manca, scrive: «Insultare Liliana Segre significa esaltare l’ignoranza, non conoscere la storia e cancellare le migliori radici del nostro Paese. Il sacrificio di Liliana ha consentito a noi tutti di vivere nella libertà e nella democrazia. Questi insulti sono vergognosi. Attaccare le istituzioni e il sindacato significa ignorare che il green pass è indispensabile per far convivere in sicurezza le nostre libertà e i nostri diritti». Insieme a lui anche la presidente del PD, Valentina Cuppi: «È agghiacciante sentire gridare parole come queste. È atroce e pericoloso. Loro sono vergognosi. Un abbraccio, Liliana. Siamo con te».

Anche dalla destra, con Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia, arrivano le condanne: «Condanniamo con fermezza gli insulti alla Senatrice Liliana Segre durante la manifestazione dei #NoGreenPass sono vergognosi!». Fico, poi: «Le parole d’odio su Liliana Segre sono una orribile macchia che segna questa giornata. A lei la vicinanza mia e di Montecitorio». La Casellati invece: «Inaccettabili e vergognosi gli insulti alla senatrice Liliana Segre, una donna straordinaria che con coraggio, attraverso tutta la sua vita, ha testimoniato la necessità di opporsi alla discriminazione e alla violenza, a tutela dei diritti di tutti».

La solidarietà e la rabbia sui social

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