Kara Murza, oppositore di Putin: condannato a 25 anni per aver condannato la guerra in Ucraina

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Vladimir Kara Murza è stato condannato a 25 anni di carcere dopo aver condannato pubblicamente la guerra di Mosca in Ucraina. L’uomo è un importante oppositore di Putin e del Cremlino, sostenitore dei diritti umani. Inizialmente è stato intervistato un anno fa dopo un’intervista con la CNN in cui criticava il “regime di assassini” del presidente russo Vladimir Putin. Era sotto processo per reati che includevano tradimento, diffusione di notizie false sull’esercito russo e favoreggiamento di attività di un’organizzazione indesiderabile.

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Kara Murza nell’intervista con la CNN

Gli oppositori di Putin non hanno vita facile, ne è un esempio Alexei Navalny, avvocato leader dell’opposizione contro Vladimir Putin e attivista anti-corruzione che il Wall Street Journal descrive come «l’uomo che Vladimir Putin teme di più». E infatti, dopo essere stato avvelenato molto probabilmente dall’FSB ad agosto, ha fatto e continuerà a fare diversi mesi di carcere, rischiando anche di morire a causa di uno sciopero della fame. Il suo arresto, tra l’altro, ha innescato una serie di rivoluzioni e rivolte, persino con temperature che arrivavano a -50°C.

Navalny, tra l’altro, ha condannato la sentenza che riguarda Kara Murza, descrivendola come «illegale, spudorata e semplicemente fascista». La sentenza poi ha innescato anche una serie di critiche da parte dell’estero: il governo britannico ha criticato quella che ha definito la condanna “politicamente motivata“. «Vladimir Kara-Murza ha coraggiosamente denunciato l’invasione russa dell’Ucraina per quello che era: na palese violazione del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite. La mancanza di impegno della Russia nella protezione dei diritti umani fondamentali, inclusa la libertà di espressione, è allarmante», ha detto il ministro degli Esteri James Cleverly.

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L’Unione Europea ha aggiunto: «La decisione oltraggiosamente dura del tribunale dimostra ancora una volta chiaramente l’abuso politico della magistratura al fine di esercitare pressioni su attivisti, difensori dei diritti umani e qualsiasi voce che si opponga alla guerra illegittima di aggressione della Russia contro l’Ucraina». Ma sappiamo benissimo che la Russia non ascolta minimamente quello che i paesi esteri pensano o dicono di lei.

L’accusa a Kara Murza

Kara Murza si trovava sotto processo per reati che includevano tradimento, diffusione di notizie false sull’esercito russo e favoreggiamento di attività di un’organizzazione indesiderabile. La Russia ha criminalizzato le critiche ai militari in seguito alla sua invasione su vasta scala dell’Ucraina lo scorso anno, e quindi non è possibile, per nessuno, manifestare o criticare la guerra della Russia contro l’Ucraina. La corte ha detto che sconterà la pena «in una colonia correzionale a regime rigoroso».

La moglie, Evgenia Kara-Murza, ha elogiato il suo coraggio dopo la sua condanna. Scrive: «Un quarto di secolo – questo è un “5+” per il tuo coraggio, coerenza e onestà nei tuoi molti anni di lavoro. Sono eternamente orgogliosa di te, mio caro, e sono sempre con te». Ha anche fatto sapere che né lei né i figli sentono l’uomo dallo scorso aprile, perché secondo le autorità «hanno detto che non poteva avere conversazioni telefoniche con i suoi figli perché i suoi figli vivevano negli Stati Uniti e le autorità avevano paura che alcune informazioni segrete, alcuni segreti di stato potessero in qualche modo trapelare».

Ma Kara Murza è orgoglioso: «Sono in prigione per le mie opinioni politiche; per essermi espresso contro la guerra in Ucraina, per molti anni di lotta contro la dittatura di Putin, per aver facilitato l’adozione di sanzioni internazionali personali ai sensi della legge Magnitsky contro i violatori dei diritti umani. Non solo non mi pento di nulla di tutto ciò, ma ne sono orgoglioso». Vadim Prokhorov, avvocato dell’uomo, ha detto che farà appello contro la sentenza. La detenzione dell’attivista è stata denunciata dalle organizzazioni internazionali per i diritti umani e ha provocato sanzioni da parte dell’amministrazione Biden il mese scorso.

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Kirill Kudryavtsev/AFP/Getty Images

La sentenza di lunedì attira ulteriore attenzione sulla brutale repressione di Putin contro la libertà di espressione, che si è intensificata da quando ha invaso l’Ucraina lo scorso febbraio, ma che ha radici molto più antiche, partendo contro il divieto di poter esprimere un’opinione che vada contro quella del regime (pensiamo alle Pussy Riot, ad esempio, ma anche semplicemente come i suoi oppositori, fra cui anche Kara Murza, vengano misteriosamente avvelenati) oppure a tutte le leggi omofobiche che mirano a far nascondere le persone omosessuali.

Un avvocato di Kara-Murza ha detto anche che il critico del Cremlino non stava neanche molto bene a livello di salute: «mentre era già in custodia, una serie di sintomi associati a intorpidimento degli arti e insufficienza nervosa sono peggiorati», ha detto Maria Eismont, aggiungendo anche che all’uomo è stata diagnostica la polineuropatia, ovvero una condizione che si sviluppa quando i nervi alle estremità del corpo sono danneggiati. Secondo Eismont, i risultati dell’esame hanno mostrato seri problemi ai nervi di entrambe le gambe e di un braccio.

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