J.K. Rowling e l’unione delle “femministe” transfobiche: “riunite per la libertà di parola”

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Già in un’altra occasione abbiamo parlato stabilito che le donne trans sono donne, e quindi la lotta femminista deve includere anche loro in quanto donne. Tuttavia, abbiamo anche parlato dell’evidente problema transfobico di J.K. Rowling che ogni tot settimane torna a far parlare di sé per qualche opinione che ha a che fare con le donne trans, come se nella vita davvero non avesse altro da fare se non spargere odio nei confronti di una minoranza. Lei, insieme al suo gruppo di femministe transfobiche, parla di “libertà di opinione”. Ma la libertà non include l’odio.

A essere onesti, della mamma di Harry Potter e della sua ideologia transfobica abbiamo parlato innumerevoli volte, questo perché fa sempre parlare di sé in qualche modo, e purtroppo raramente in modo positivo. Più che altro, se c’è una cosa che ci rammarica molto, è che il 2022 non è un anno semplice per le persone transgender. Con le leggi negli USA, con la Polonia e l’Ungheria che fanno finta che non esistano, con l’Inghilterra che si dice LGBT safe, ma poi ritiene plausibile non includere dal divieto di terapie di conversione anche le persone trans. Questo 2022 sa tanto di 1522.

È comunque proprio di quest’ultimo argomento che si parla nell’articolo, in quanto in seguito alla decisione di Boris Johnson di essere transfobico, molte persone sono scese in piazza per manifestare a favore delle persone trans. «Mi è stato detto che il Primo Ministro è stato colpito dalla forza della reazione dei parlamentari e dei ministri conservatori, quando hanno visto lo stop al disegno di leggeMa ha rimosso il divieto alla terapia di conversione per le persone trans, perché a suo dire un disegno di legge non deve avere “conseguenze indesiderate”», disse Paul Brand di ITV News.

Tra le persone in piazza, però, non c’è né J.K. Rowling, né le persone di LGB Allience, che tra l’altro ha anche il sostegno dello stesso primo ministro. Quest’associazione promuove «i diritti di lesbiche, bisessuali e gay, riconosciuti dal sesso biologico». I fondatori sono Bev Jackson, Kate Harris, Allison Bailey, Malcolm Clark e Ann Sinnott e hanno fondato quest’alleanza con l’obiettivo di opporsi alla comunità LGBT, Stonewall, eliminando quindi dalla propria politica le politiche dedicate alle persone transgender. Non era presente neanche Get the L Out, associazione lesbica e transfobica.

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Malcolm Clark, con un cartonato di J.K. Rowling

J.K. Rowling e le associazioni transfobiche a favore delle terapie di conversione per le persone trans

Un tempo J.K. Rowling aveva detto che avrebbe «marciato insieme a voi se qualcuno vi discriminasse in quanto trans», ma evidentemente non è questo il giorno in quanto ha preferito passare la giornata con le attiviste di Get the L Out, piuttosto che andare effettivamente in piazza lanciando un grande messaggio (in quanto paladina di tante persone transfobiche). No, invece, è stata con un’associazione che ritiene che l’assistenza sanitaria per le persone trans sia una «forma di abuso medico misogino contro le lesbiche» che «promuove la transizione medica delle lesbiche fornendo farmaci dannosi e pratiche mediche non necessarie sul corpo sano delle lesbiche».

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J.K. Rowling e il gruppo di persone transfobiche

Ritiene anche che la comunità LGBT (o meglio, GBT), stia cercando di costringere «le lesbiche ad accettare i peni come organi femminili e i rapporti eterosessuali come pratica sessuale lesbica». Loro si oppongono «a questa ideologia manipolatrice e la denunciamo come una forma di cultura dello stupro rivolta alle lesbiche, oltre che come una forma di terapia di conversione». Pensate, insomma, a cosa ci riferiamo. A quale ideologia di pensiero la Rowling si è unita.

Noi parliamo della Rowling, ma in realtà insieme a lei c’era anche la parlamentare laburista Rosie Duffield, che ritiene che ai bambini trans del Regno Unito stiano «tagliando parti del corpo rendendoli completamente sterili», o anche le giornaliste transfobiche Suzanne Moore e Julie Bindel, e ancora l’autrice del libro Trans: When Ideology Meets Reality in cui descrive le persone trans come una «nuova blasfema religione di stato», Helen Joyce.

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J.K. Rowling, Allison Bailey e Suzanne Moore

Ma J.K. Rowling ne è felice. Si è sentita bene a passare una lieta domenica mentre delle persone rischiano di essere cambiate solo per come si sentono, solo per come sono: «C’è stato un pranzo e non sto dicendo che mi sia appena ripresa abbastanza dal poter scrivere questo tweet, ma allo stesso modo tempo, non lo sto dicendo… Sono stata io a farle ubriacare, a dire il vero. Ricordo che mi è stato detto in modo autorevole che sono solo al 66% etero. Tenete d’occhio questo spazio per ulteriori sviluppi», ha scritto sul suo profilo Twitter.

Le foto sono state condivise anche su Instagram, in modo da sostenere, come spiega il Daily Mail, la campagna “Respect my Sex“: «Difendiamo la scienza, la ragione, la libertà di parola e la necessità di un dibattito aperto e tollerante che è alla base della nostra società», hanno detto. Hanno anche ricordato che dal primo aprile 2022, hanno ricevuto la firma di 20.398 persone, e ritengono che sia un segno della «preoccupazione sempre crescente per l’erosione dei diritti basati sul sesso duramente conquistati dalle donne».

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