Jake La Furia sui rapper a Sanremo e il ritiro di Emis Killa: «Sarebbe stato uno stillicidio»

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In un’intervista con Il Fatto Quotidiano e con Open, Jake La Furia, storico membro dei Club Dogo, ha condiviso riflessioni significative sul ruolo del rap all’interno del Festival. Il Festival di Sanremo 2025 si presenta come un’edizione all’insegna della diversità musicale e della contaminazione di generi. Tra i 30 artisti in gara, la presenza dei rapper è più marcata che mai, confermando la crescente importanza del genere urban nel panorama musicale italiano. Tra i nomi più attesi spiccano Fedez (al momento coinvolto nello scandalo che ha fatto più notizia rispetto alla Premier indagata), Rkomi, Tony Effe, Rose Villain, Shablo feat. Guè, Joshua e Tormento.

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Con il suo nuovo album “FAME”, Jake torna alle radici del suo percorso artistico, richiamando il suo primo nome d’arte e riaffermando la sua identità all’interno della scena hip hop. In una recente intervista, ha espresso opinioni chiare sulla presenza del rap a Sanremo, sottolineando come il Festival sia diventato più inclusivo verso la musica urban. Il cast di Sanremo 2025 riflette infatti un cambiamento culturale che si è sviluppato negli ultimi anni. Se in passato la presenza di artisti rap era sporadica e spesso vista come una scelta “alternativa”, oggi il rap è parte integrante del Festival. Artisti come Fedez, Rkomi e Tony Effe rappresentano diverse sfaccettature del genere, dal pop-rap più commerciale alle sonorità più crude e sperimentali.

Un caso emblematico di questa edizione è Emis Killa, che avrebbe dovuto partecipare ma ha deciso di ritirarsi a causa di un’inchiesta giudiziaria che lo coinvolge. Jake La Furia ha commentato la decisione del collega con parole di comprensione: «Io capisco il suo ritiro perché nel momento in cui si va in una kermesse, dove ogni giorno si è sottoposti ad un continuo pressing da parte della stampa, andare in una situazione del genere sarebbe uno stillicidio, non ci si godrebbe il motivo per cui si è veramente lì». Il ritiro di Emis Killa ha suscitato un ampio dibattito sull’impatto delle vicende personali e legali nella carriera artistica e sulla visibilità mediatica offerta da un palco come quello dell’Ariston.

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Il rap a Sanremo: l’opinione di Jake La Furia

«Sanremo oggi è un palco dove anche il rap può esprimersi senza doversi snaturare», ha dichiarato Jake. Tuttavia, ha anche evidenziato la necessità di mantenere l’autenticità del genere: «L’importante è non cadere nella tentazione di adattarsi troppo per piacere a tutti. Il rap deve restare vero, anche su un palco così istituzionale». «Sanremo negli ultimi anni è diventato un posto assolutamente frequentabile anche per quanto riguarda la musica urban, una kermesse dove degnamente si va per promuovere la propria musica, al contrario del Sanremo di quando ero piccolo, che era un pò meno blasonato…», ha detto intervistato da Open.

Guardando al futuro, è evidente che la presenza del rap a Sanremo continuerà a crescere. Il Festival, grazie anche alla direzione artistica di Carlo Conti, sembra sempre più aperto a sperimentazioni e a nuovi linguaggi musicali. La sfida per i rapper sarà quella di mantenere la propria identità artistica senza compromettere la propria credibilità. Aggiunge infatti il rapper:

«Io non è che proprio voglio parlare di censura però, ma vedo un tentativo di ammorbidimento della musica rap. Qualche tempo fa Carlo Conti ha fatto un’intervista in cui diceva ai giornalisti, preoccupati che ci fossero tutti questi rapper: “Non vi preoccupate, ho sentito tutti i pezzi, sono tutti pezzi buoni, con argomenti positivi, altrimenti io non avrei mai permesso che ci fossero”. Cioè, non solo ti riempi il festival di rapper perché i rapper ti fanno la classifica, ma vuoi avere pure l’arroganza di scegliere cosa devono dire. Questa cosa qua per me è veramente pessima per la musica rap».

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Jake La Furia, con la sua esperienza e la sua visione critica, rappresenta una voce autorevole in questo dibattito. La sua capacità di analizzare il fenomeno Sanremo da dentro e da fuori offre spunti interessanti su come il rap possa continuare a evolversi e a conquistare nuovi spazi, senza perdere la sua essenza. Sanremo 2025 non è solo un Festival della canzone italiana, ma un vero e proprio specchio della società contemporanea, dove generi musicali diversi si incontrano e si contaminano. E il rap, con la sua forza espressiva e la sua energia, è destinato a giocare un ruolo sempre più centrale in questa evoluzione.

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