Nella recente kermesse politica di Fratelli d’Italia, Arianna Meloni ha suscitato grande attenzione definendo la premier Giorgia Meloni “il nostro Frodo”, un paragone che ha immediatamente acceso il dibattito pubblico e mediatico. L’analogia con il celebre protagonista de Il Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien non è casuale: Tolkien è da tempo una figura di riferimento per una parte della destra italiana, e le sue opere sono spesso utilizzate per metafore politiche. Ma cosa significa davvero questo confronto? E quali implicazioni ha per la narrazione interna di Fratelli d’Italia?
Ti accompagnerò sul monte Fato a gettare quell’anello nel fuoco, come Sam con Frodo, sapendo che non è la mia storia che verrà raccontata, ma la tua, come è giusto che sia.
Giorgia Meloni a settembre 2022
Durante un incontro con i militanti di Fratelli d’Italia, Arianna Meloni ha esortato il partito all’unità e al supporto incondizionato verso Giorgia Meloni che al momento è indagata nel caso Almasri, paragonandola a Frodo Baggins: «Giorgia è il nostro Frodo, portatrice di un fardello pesante, ma determinata a completare la sua missione nonostante le difficoltà». Le sue parole miravano a rafforzare il senso di coesione interna e a sottolineare la complessità del ruolo di leadership in un momento politico delicato.
Secondo Arianna Meloni, il premier si trova ad affrontare sfide paragonabili a quelle del protagonista tolkieniano: un compito arduo, spesso solitario, che richiede coraggio, resilienza e una visione chiara del futuro. L’invito ai militanti è stato chiaro: «Aiutiamo Giorgia a portare questo anello fino in fondo», un appello che trasforma la politica in una narrazione epica di lotta e sacrificio. Peccato che qui non sia Giorgia Meloni la buona, in quanto il suo governo continua a togliere e togliere ai poveri o con chi ha poco, mentre, lo abbiamo visto, per chi è potente utilizza i soldi dello Stato e dei cittadini, e non accetta neanche le critiche, anzi! Fa la martire.
«Io ieri mi ritrovo sulla prima pagina delFinancial times con la notizia che sono stata indagata e se in Italia i cittadini capiscono perfettamente quello che sta accadendo all’estero non è la stessa cosa. Finché ci siete voi ci sono anche io. Non intendo mollare di un millimetro, finché gli italiani sono con me», ha dichiarato. Ma cos’è successo? Qual è la realtà dei fatti dietro alle parole della Premier?
Caso Almasri e Giorgia Meloni: cos’è successo?
Il generale Osama Najeem Almasri, figura di spicco del governo di Tripoli, è a capo di due milizie libiche legate all’autorità centrale: la Polizia giudiziaria e la Rada, una forza di reazione rapida. La Corte penale internazionale (CPI) lo accusa di crimini di guerra e crimini contro l’umanità (proprio come con Netanyahu) commessi durante la guerra civile libica del 2011 e in episodi più recenti. Le accuse comprendono omicidi di detenuti, torture, e stupri, anche su minori di appena cinque anni.
Il 6 gennaio 2025, Almasri ha iniziato un viaggio in Europa da Tripoli a Londra, con scalo a Roma-Fiumicino. Dopo alcuni giorni a Londra, si è spostato a Bruxelles e poi in Germania, dove è stato fermato brevemente per un controllo di routine, ma subito rilasciato. Il 18 gennaio, la CPI ha emesso un mandato di arresto internazionale contro di lui, in particolare per crimini commessi nella prigione di Mitiga, dove sarebbero state uccise 34 persone e un bambino sarebbe stato violentato.
Il 19 gennaio, Almasri è stato fermato a Torino, dove si trovava per assistere alla partita di calcio Juventus-Milan. Arrestato dalla polizia italiana, è stato detenuto fino al 21 gennaio, quando è stato rilasciato dalla Corte d’Appello a causa di un errore procedurale. Immediatamente dopo, il governo italiano ha disposto il suo rimpatrio in Libia con un volo di Stato. Il caso ha avuto ripercussioni politiche significative. Il 28 gennaio, la premier Giorgia Meloni ha annunciato pubblicamente di aver ricevuto un avviso di garanzia per presunti reati di favoreggiamento e peculato legati al rimpatrio di Almasri.
Oltre a Meloni, risultano indagati anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il sottosegretario Alfredo Mantovano, su denuncia dell’avvocato Luigi Li Gotti. Il giorno successivo, il 29 gennaio, Meloni ha scelto come legale unico Giulia Bongiorno, avvocata e parlamentare della Lega, nota per aver difeso Matteo Salvini nel caso Open Arms.
Nonostante ciò, nonostante il Governo Meloni abbia predisposto arresti per chi fuma, per chi fa nascere bambini tramite la GPA, per chi partecipa ai rave, hanno arrestato studenti, attivisti e chi più ne ha più ne metta… Ma quando ha l’opportunità di effettivamente arrestare un criminale su cui c’è un mandato della CPI… Lo riaccompagna a casa con volo pagato dallo Stato. Insomma, proprio vittima e Frodo, non lo è.
L’Impatto della Metafora Tolkienia accostata a Giorgia Meloni
L’uso di Tolkien nella retorica politica non è una novità per la destra italiana. Già negli anni passati, riferimenti alla Terra di Mezzo sono stati utilizzati per costruire un immaginario collettivo di resistenza, eroismo e appartenenza. Tuttavia, il paragone con Frodo assume oggi un significato più specifico, legato alle difficoltà che Giorgia Meloni sta affrontando nel suo ruolo di premier: dalle tensioni interne alla maggioranza, alle sfide economiche e sociali del Paese. Frodo è un eroe riluttante, un personaggio che non cerca il potere ma si assume la responsabilità per senso del dovere.
Di certo Tolkien non è di sinistra. E questo perché la lotta tra Bene e Male, con una netta separazione, non è di sinistra. Anche gli hippy a un certo punto si impadronirono di Tolkien, ma più a ragione se ne impadronì la destra.
Ignazio La Russa
Questa rappresentazione si adatta bene all’immagine che Arianna Meloni vuole trasmettere della sorella: una leader che non ambisce al comando per ambizione personale, ma per servire un progetto più grande. Tuttavia, la dichiarazione ha suscitato reazioni contrastanti. Da un lato, molti sostenitori di Fratelli d’Italia hanno accolto con entusiasmo il paragone, trovandolo ispiratore e capace di rafforzare il senso di appartenenza. Dall’altro, critici e oppositori politici hanno ironizzato sull’analogia, sottolineando le differenze tra la finzione epica e la realtà politica italiana.
Alcuni commentatori hanno osservato che Frodo, nel romanzo, non è solo: è supportato da una compagnia leale e determinata. Questo dettaglio potrebbe essere interpretato come un monito implicito all’interno del partito, un richiamo all’importanza della coesione e del supporto reciproco, soprattutto in un contesto politico caratterizzato da tensioni e divisioni. Nel caso di Arianna Meloni, il paragone con Frodo punta a consolidare la figura di Giorgia Meloni come leader morale, impegnata in una missione ardua ma necessaria per il bene del Paese.
Questa narrazione si inserisce in una più ampia strategia di comunicazione che mira a presentare il governo come un baluardo contro le difficoltà esterne, un gruppo coeso che combatte per un ideale superiore. “Eppure… non è così”.
Arianna Meloni: Giorgia è il nostro Frodo, dobbiamo aiutarla. Non è una battuta, ma l'ha detto davvero.
— Massimo (@Misurelli77) February 1, 2025
Poi dici perchè gli ridi in faccia…
Frodo Meloni pic.twitter.com/vlU7ZSDS6O
Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull’italiano standard e neostandard, “paladina delle cause perse” e studentessa di Didattica dell’Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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