Assessore all’Istruzione veneto canta Faccetta Nera

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Elena Donazzan è l’assessore, o assessora, regionale all’Istruzione del Veneto schierata con Fratelli d’Italia e non è nuova per essere una grande fan di Benito Mussolini. A La Zanzara, una trasmissione radiofonica, ha cantato due giorni fa Faccetta Nera, che ha detto di preferire rispetto a Bella CiaoDe gustibus, diremmo se si trattasse di due canzoni che non hanno una storia dietro. Ma, in questo caso, possiamo farlo?

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Fonte: twitter

Non è la prima volta che Elena Donazzan fa parlare di sé accostata al fascismo. Già lo scorso anno, a maggio 2019, sempre con La Zanzara, aveva definito Benito Mussolini un grande statista, citando Churchill e persino Ghandi: «l’ha detto Churchill, quindi io non faccio che inchinarmi. Pure Ghandi disse qualcosa di molto positivo su Mussolini». Questa volta, però, né David Parenzo, uno dei conduttori, né le liste civiche del centrosinistra, hanno lasciato passare la vicenda.

Infatti, Gabriele Scaramuzza, segretario regionale di Articolo Uno, citando le parole del presidente Zaia per il 25 aprile 2020, afferma: «o il presidente Zaia crede sinceramente in quello che ha scritto, e quindi tocca a lui rimuovere dal suo incarico l’assessore Donazzan, oppure avalla il suo assessore, dimostrando di non essere persona che crede nelle proprie parole».

L’intervento dell’assessora Elena Donazzan è stato subito segnalato da Il veneto che vogliamo, una lista civica che alle scorse elezioni regionali ha appoggiato il candidato Arturo Lorenzoni, e scrivono:

«Questo clima di intollerabile revisionismo che ha ormai sdoganato il fascismo manifesto di una figura istituzionale è il simbolo di una regressione culturale e civile. Che tipo di scuola ha in mente Donazzan, sempre che fra una canzonetta fascista e l’altra possa avere spazio per occuparsi di scuola, forse ha in mente quella del ventennio quando gli insegnanti che non erano fascisti venivano licenziati?».

L’intervista di Elena Donazzan

Prima di leggere le scuse dell’assessora e le dichiarazioni di Luca Zaia e di altri esponenti, cerchiamo di contestualizzare, quindi leggiamo insieme quello che Elena Donazzan ha detto in trasmissione. Abbiamo già detto che le è stato chiesto di scegliere fra Bella Ciao e Faccetta Nera, quindi da una parte una canzone di resistenza e libertà, dall’altra una canzone fascista.

«Ero bambina quando l’ho imparata. Tra ‘Faccetta nera’ e ‘Bella Ciao’ non ho neanche un dubbio. Nelle case c’era chi cantava una cosa e chi cantava un’altra. Se poi chiede la stessa cosa alla Boldrini, con molta più cattiveria di quanto faccia io, che sono buonissima, lei vi risponde ‘Bella Ciao’. Siamo tutte e due nipoti della stessa Italia».

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Fonte: wikipedia

Ha detto Elena Donazzan, citando l’Onorevole Boldrini che avrebbe sicuramente risposto con Bella Ciao. Si definisce anche buonissima, sebbene sia lei a scegliere una canzone cantata durante un periodo di guerra e totalitarismo. Dalle sue parole, comprendiamo due cose: canta Faccetta Nera probabilmente senza contestualizzarla (e questo è assolutamente sbagliato) ed è ancora una fan di Benito Mussolini.

 

In ogni caso, a risponderle ci ha pensato Parenzo, che le spiega che «non sono due canzoni esattamente uguali». Lei, forse citando il meme di Salvini in cui dice “ah, no?”, risponde con un «Ah no? E va bene, il suo è un giudizio storico. Io ci sono cresciuta con questa canzone, da bambina la cantavo». E a questo punto Parenzo dice quello che molti italiani le avrebbero voluto dire:

«Lei è un assessore. Se la stessa cosa fosse avvenuta in Germania con un assessore di un Länder che cantava “In alto la bandiera”, cioè l’inno del Partito Nazista, lo avrebbero cacciato a pedate nel culo».

Ed Elena Donazzan:

«Se mia nonna avesse le rotelle… Se lei ritiene che io non faccia bene l’assessore, chieda che mi tolgano per questo fatto. Ma lei sa perché ho canticchiato ‘Faccetta nera’? Perché ho difeso l’azienda La Molisana per quella vicenda peraltro assurda. Anche l’Anpi l’ha difesa dicendo che La Molisana ha sempre finanziato le Feste dell’Unità. 

Da bambina io canticchiavo ‘Faccetta Nera’, perché è una canzone che fa parte della mia famiglia e della mia storia. Ma poi chi se ne frega di queste polemiche sulla Molisana. Io ho altri problemi oggi».

Elena Donazzan ha poi ricordato zio Costantino: «un militare fascista. Era meraviglioso. Quando una volta gli chiesi perché si schierò da quella parte, lui mi rispose: ‘Bambina, si giura una volta sola’. E io lo amo. Punto». Anche in questo caso Parenzo non ha avuto pietà (e lo ringraziamo per questo):

«Se lo zio Costantino avesse vinto io non ci sarei. I miei sono dovuti scappare in Svizzera, grazie anche allo zio Costantino. Mio nonno nel ’42 è dovuto scappare, perché qui non gli facevano fare più l’avvocato. Comunque ringraziamo lo zio Costantino per il grande contributo dato all’Italia.»

La reazione sui social e dai colleghi

Sui social le persone hanno iniziato a esprimere il proprio dissenso verso Elena Donazzan, ma non solo. In molti hanno chiesto le dimissioni dell’assessora, come il già citato Gabriele Scaramuzza, a cui il presidente Luca Zaia ha risposto in questo modo:

«Sicuramente il contesto è quello di una trasmissione che fa satira, in modo molto easy e informale nell’impostazione. Conoscete però le mie idee e penso che siano doverose quanto meno le scuse da parte dell’assessore Donazzan, che conosco bene come persona sensibile.

Non l’ho sentita, ma sono sicuro che se già non ha provveduto, lo farà. Al tempo stesso capisco che ci siano persone che possano essere state urtate nella loro sensibilità, visto che Faccetta nera riprende un periodo buio della nostra storia».

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Fonte: twitter Adkronos

Quando gli viene chiesto di far dare le dimissioni, però, risponde dicendo che ne prenderà atto. La senatrice di Italia Viva, Daniela Sbrollini, invece, afferma:

«Mi meraviglio di alcuni che scoprono solo ora le ideologie dell’assessore Donazzan: la sua vicinanza alla destra dura e pura è risaputa da anni. Piuttosto che sulla canzone cantata in radio, mi concentrerei sul fatto che la delegata all’istruzione non conosca la storia.

Nel ripetere la famosa frase ‘lui ha fatto anche cose buone’ cita la creazione dell’Inps e dell’Iri, che storicamente sono nate prima del ventennio fascista dimenticando che il fascismo ha lasciato in eredità solo danni e morti.

Al di lá di questo, vorrei però rivolgere una domanda all’assessore Donazzan: anziché cantare in radio ha qualche proposta per far ripartire la scuola? Ha un piano di ripartenza o pensa di continuare a tenerla chiusa?»

Dopo le tante critiche ottenute, dai social e dai colleghi, anche Elena Donazzan si è espressa sulla vicenda:

«Sto subendo minacce ed insulti: pazienza, non è la prima e non sarà l’ultima volta. Non accetto però lezioni sull’approccio che l’Italia tutta dovrebbe avere sui temi relativi al secondo conflitto mondiale: un periodo da consegnare definitivamente alla storia per ottenere una reale ed effettiva pacificazione nazionale, assicurando dignità di memoria a tutti coloro hanno sacrificato la propria vita durante la guerra civile tra il 1943 ed il 1945.

Se a sinistra, tra i pochi che condividono questa necessità, qualcuno si è sentito offeso, me ne scuso. A tutti quelli, invece, che non vedono l’ora di sfruttare certe strumentalizzazioni per ribadire odio e livore, non ho nulla da dire. Sarebbe inutile».

Delle scuse che sembrano un contentino. In ogni caso, il profilo dell’assessora è sparito da qualsiasi social, da Facebook a Instagram a Twitter, probabilmente per violazione delle regole della community, come fa sapere la Rete degli Studenti medi del Veneto, a cui è già nota la condivisione di contenuti con ideologie di estrema destra. «Dopo Trump, anche lei non potrà pubblicare contenuti impropri e fascistoidi sui suoi social». scrivono.

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