Denise Pipitone: l’intervista completa a Gijlia

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Le ultime due puntate di Ore 14 sono state davvero interessanti e fondamentali per comprendere l’assurdità che c’è dietro il caso del rapimento di Denise Pipitone, una bambina che dalle autorità sembra non essere mai stata cercata, ma soprattutto per vedere come all’inizio dell’indagine Piera Maggio sia stata maltrattata, umiliata e mancata di rispetto da chi avrebbe avuto solo avere il compito di riportarle a casa la figlia, nelle prime ore di un rapimento che sono le fondamentali. Eppure, oggi dopo 18 anni, Denise Pipitone non è ancora tornata a casa. Denise Pipitone non ha ancora ottenuto giustizia per la vita che le è stata rubata.

Se n’è parlato qualche giorno fa a Ore 14 con Milo Infante si è parlato nuovamente del caso Pipitone, facendo riaprire la pista rom. A quanto pare, una testimone nel 2005 ha denunciato la donna rom (la famosa rom di Milano), o meglio kosovara, in compagnia della bambina, ma le indagini (ovviamente) non arrivano fino in fondo e quindi è stato l’ennesimo buco nell’acqua, tuttavia la testimonianza risulta essere molto attendibile e quindi si potrebbe provare a ripartire per scoprire la verità. Ne abbiamo parlato in questi articoli:Denise Pipitone: si riapre la pista rom, Denise Pipitone: l’intervista di Gijlia a Ore 14.

Per il resto, facciamo il nostro solito recap: qualche mese fa è stato pubblicato l’age progression diDenise Pipitoneaggiornato al 2021, e potrebbe essere davvero utile per cercare l’oggi 21enne in quanto è diverso da come tutti ce la siamo sempre immaginata (molto simile alla mamma, invece nella locandina la vediamo anche molto simile al padre, Piero Pulizzi). Piera Maggio invita a condividerla quanto più possibile, senza ritagliarla o modificarla:

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Denise Pipitone

Il caso di Denise Pipitone è tornato sulla bocca di tutti, dai social ai programmi televisivi, da quandoOlesya, una ventenne russa alla ricerca della sua mamma, ha contattato un programma russo. E subito la ragazza ci è sembrata la nostra Denise, scomparsa da 17 anni. Tuttavia, il gruppo sanguigno non coincideva con quello della bambina, per cui la storia si è chiusa in quel momento. O così si pensava. Perché qualche settimana dopo siamo stati avvisati dellariapertura delle indaginisulla scomparsa della bambina, anche in seguito atutti gli erroriche sono stati fatti nel primo periodo.

Le indagini sul caso di Denise Pipitone sono state piene di depistaggi, di bugie, di cose che non tornano, di intercettazioni che non funzionano solo con le persone indagate e qualche mese fa durante una puntata di Chi l’ha visto ci abbiamo aggiunto anche lamafia. Ma la madre di Denise Pipitone, così come tantissime persone che da anni cercano giustizia, vorrebbero solo che la bambina tornasse finalmente fra le braccia della sua famiglia che, per tutti questi anni, non ha perso la speranza e continua ad aspettarla.

Ogni giorno ci sembra di essere più vicini alla verità ma allo stesso tempo non ci vogliamo illudere, e quindi non ci resta che, ancora, inesorabilmente, aspettare. Negli ultimi mesi abbiamo seguito con tanto interesse non solo le indagini riaperte ma anche le vecchie intercettazioni che non sono minimamente state prese in considerazioni all’epoca dei fatti. Abbiamo visto come il signor Battista Della Chiave non è stato minimamente ascoltato, con un’interprete ancora troppo inesperta che non è riuscita a comprendere quello che l’uomo davvero volesse dire.

Oggi Denise Pipitone non è ancora a casa, ma speriamo che questa sia solo una situazione temporanea. Qualche mese fa, l’avvocato Frazzitta ha esposto le motivazioni per cui il caso non deve essere archiviato, soprattutto in seguito alle ultime intercettazioni, ma a quanto pare non è servito a nulla.

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Denise Pipitone

Vi ricordiamo anche che prima che la commissione d’inchiesta sulle indagini fosse accettata, Italia Viva, partito di Matteo Renzi, ha fatto ostruzionismo decidendo di ricattare i colleghi. Igor Iezzi, in diretta con Milo Infante su Ore14, ha fatto sapere che lui è «rimasto stupito dal tono di questi emendamenti. Il problema è che posso capire l’esigenza di allargare il campo d’azione della commissione, partire da Denise Pipitone per poi allargare sul fenomeno». Tuttavia, per fortuna, non hanno avuto la meglio.

Poi, comunque, la commissione d’inchiesta è un testo ufficiale e vediamo per davvero la prima luce infondo al tunnel.«Una norma costituzionale prevede che si possa seguire questo iter e i deputati avranno tutti i poteri dell’autorità giudiziaria. Diciamo che è una forma di “avocazione”, di spostamento, dell’indagine a Roma. Noi confidiamo nella ricerca della verità, anche dopo 17 anni», disse l’avvocato Frazzitta e dopo l’okay definitivo alla commissione affari costituzionali, la commissione è stata ufficialmente bocciata. Il giorno in cui si saprà la verità sul caso di Denise Pipitone, sembra essere ancora lontano.

Denise Pipitone: tutte le ultime novità

Iniziamo dalla puntata di ieri, in cui abbiamo assistito all’intervista integrale di Gijlia, dove dice di non essere in realtà lei la persona che stiamo cercando e, soprattutto, si è posta la domanda che tutti noi ci siamo posti: «Loro da vent’anni, non so quanti anni fa per questa storia, e mi cercano adesso? Perché non mi hanno cercato prima per parlare?», ha chiesto la ragazza. Le viene chiesto se i carabinieri l’abbiano mai ascoltata, ma è solo suo zio, nel pomeriggio dell’intervista, a dirle che dal programma Ore 14, la stavano cercando per quella famosa testimonianza di 17 anni fa.

Ma c’è comunque qualcosa che non torna. I carabinieri, secondo gli atti, il giorno del famoso matrimonio cercarono Gijlia perché la signora Susanna aveva detto che lei, sul cellulare, aveva la foto della bambina simile a Denise Pipitone. Tuttavia, non la trovarono. Dissero che lei non c’era e quindi intercettarono i cellulari del padre, del fratello, ma non il suo. Ma adesso viene fuori che la ragazza, a quel matrimonio, era presente, proprio come tutta la sua famiglia. Quindi come mai la polizia non l’ha trovata?

Poi Gijlia cerca di invalidare la testimonianza di Susanna, definendola ubriacona. Dice di non avere avuto un cellulare con la videocamera ai tempi, quindi non avrebbe avuto neanche la possibilità di fare foto alla bambina e di mostrarla a Susanna, che però un’altra testimone definisce molto intelligente. Gijlia sembra quasi infastidita di essere stata in mezzo a questa situazione, nonostante dica di empatizzare con Piera Maggio in quanto madre di quattro figli.

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A infastidirla è anche il fatto che adesso si stia dicendo che il suo documento fosse falso, come è scritto tra l’altro nelle carte, ma lei nega: «il mio documento è stato sempre regolare. Non ho mai avuto documenti falsi», ha detto alla giornalista di Ore 14. «Non sono mai scappata. Sono arrivata qui e mi sono sposata. Ho quattro figli qui», aggiunge. Ma ovviamente Milo Infante e lo staff di Ore 14, forse gli unici insieme a Piera Maggio e la sua famiglia che stanno davvero cercando di scoprire cosa è successo quel primo settembre 2004.

Passiamo ora a Shakira. Chi è Shakira? È proprio quella signora del video di Milano con l’ipotetica Denise Pipitone, quella Danas tanto simile alla bambina di Mazara del Vallo: la testimone, Susanna, dice che la signora, Shakira, è kosovara, e sarebbe imparentata con “Giulia” tramite la madre, è infatti sua zia. La parte importante, però, è che insieme a lei c’era una bambina piccola che parlava italiano molto bene, «nata qua e cresciuta qua e va all’asilo qua». Quella bambina, aggiunge, assomigliava molto a Denise, che in quei giorni vedeva spesso in televisione.

Ma questa testimonianza è attendibile? Per Gijlia, no, ma per l’insegnante di italiano di Susanna, molto: «Un giorno mi dice “Stan parlando tutti di questa bambina scomparsa a Mazara del Vallo, sai che a me sembra che questa bambina sia qui a Castione con un gruppo di kosovari?“». Introduce poi la figura di “Juliette”, che andava a casa sua a fare pulizie quasi tutti i giorni, e questa Juliette le avrebbe mostrato la bambina che nelle foto aveva sempre una cuffia. Le avrebbe anche detto che la bambina era figlia di Shakira.

«Susanna che vedeva in paese Shakira ma non ci aveva mai avuto a che fare aveva detto “sapessi com’è brutta Shakira” e l’aveva soprannominata “faccia di maiale”, perché poi quando è uscita la foto di Milano lei ha riconosciuto Shakira», dice la testimone. Spiega anche che spesso i kosovari andavano a Bergamo, e soprattutto che Susanna, che la sua testimonianza, non va sottovalutata in quanto era molto intelligente.

Nella puntata di oggi di Ore 14, invece, non ci sono state delle vere e proprie novità, ma abbiamo brevemente ripercorso quello che Piera Maggio, di cui proprio di recente è stato pubblicato il libro, ha dovuto vivere nei primi giorni dal rapimento di Denise Pipitone: giornalisti che cercavano il gossip, manifesti con il volto della bambina inesistenti in Sicilia e in tutta Italia, giornali che non ne parlavano, telegiornali che semplicemente inserivano un sottotitolo. Forze dell’ordine che trattavano lei come se fosse colpevole, come se non fosse una vittima.

Una donna distrutta, distrutta dallo Stato e dalle forze dell’ordine che, dopo 18 anni, ancora non si impegnano per fare giustizia alla sua famiglia. Cara Italia, la commissione d’inchiesta sul caso di un rapimento di una bambina dovrebbe essere d’obbligo, a meno che in Italia non si accetti che bambini vengano rapiti e mai trovati e che dei criminali continuino a vivere la propria vita tranquillamente. Forse i luoghi comuni sull’Italia, con i mafiosi che hanno le redini dello Stato, sono vere? Mi auguro di no.

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