Che ne sarà nel DDL Zan adesso? Il nuovo PD secondo Alessandro Zan

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Con l’elezione di Elly Schlein si riprende a parlare del DDL Zan, brutalmente bocciato ormai due anni fa con degli agghiaccianti applausi da parte dell’estrema destra italiana che, votando anonimamente, non hanno voluto fare quel passo avanti verso la civiltà. In un’intervista con La Repubblica, Alessandro Zan, che ha dato il nome al decreto di legge che tornerà comunque in Senato per provare a essere approvato, ha dato la sua opinione su quello che Elly Schlein potrebbe significare per il PD e per il DDL Zan.

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Elly Schlein è una trentasettenne nata a Lugano da madre italiana e padre statunitense ed è in Italia da quando aveva 19 anni con l’obiettivo di studiare giurisprudenza nella prestigiosa università di Bologna, e proprio in quegli anni ha cominciato la sua carriera politica. Nel 2013 il suo nome ha avuto una grande risonanza per la sua adesione a OccupyPD, la corrente di giovani attivisti che si opponeva alla possibilità delle larghe intese del partito con il centrodestra. A 29 anni ha ottenuto 53mila preferenze alle europee dopo essere già entrata nella direzione nazionale del partito nella corrente di Pippo Civati.

Nel 2015 dice addio al PD a causa della svolta di Matteo Renzi, e negli anni, dopo essersi presentata alle regionali in Emilia Romagna con una propria lista, ha visto incrementare il suo consenso fino a che, ieri, non è divenuta ufficialmente la segretaria del partito. Stefano Bonaccini, avversario ma comunque collega, l’ha voluta con sé alla vicepresidenza della Regione e che poi lei ha sorpassato di recente divenendo la prima segretaria donna del Partito Democratico.

Del DDL Zan abbiamo parlato in più occasioni, ma riassumiamo brevemente: 154 voti favorevoli alla tagliola sul DDL Zan. 131 i contrari. 2 gli astenuti, voto segreto. L’iter del DDL Zan è stato bloccato per sei mesi e poi dovrà essere nuovamente discusso. Poi ovviamente ci vorranno altri mesi per farlo tornare nuovamente in Aula (e sappiamo quanto tempo ci abbia messo quest’anno il DDL Zan, ostaggio del leghista Ostellari). Quando tornerà in Senato, comunque, lo farà proprio come lo avevamo lasciato, questo perché, come ha spiegato più volte lo stesso Alessandro Zan, il testo come lo leggiamo oggi è già frutto di diversi tagli e modifiche e non è possibile tagliare ulteriormente.

DDL Zan ed Elly Schlein: l’opinione di Alessandro Zan

«Per il Pd la piena uguaglianza tra le persone è un tema centrale, in quanto base ed essenza della cittadinanza. La novità di Elly Schlein e del Pd è l’intersezione tra diritti civili, sociali e ambientali come diritti della persona», ha detto Alessandro Zan nell’intervista con La Repubblica. Aggiunge poi:

«Lo Ius soli, per riconoscere finalmente la cittadinanza ai ragazzi figli di immigrati che nascono e studiano nel nostro Paese e che di fatto sono pienamente italiani. Una legge moderna ed efficace contro i crimini d’odio, che ci allinei ai grandi Paesi occidentali e non agli amici di Visegrad di Meloni e Salvini. Una legge sul fine vita. Ma non ci fermiamo qui. L’Italia è riuscita a approvare solo la legge sulle unioni civili, 7 anni fa».

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Parla anche delle unioni civili, che il presidente Meloni ha detto che “bisogna farsi bastare“, dicendo che «è una legge comunque discriminatoria, perché per le coppie eterosessuali è possibile il matrimonio che per quelle omosessuali è vietato. Va eliminata questa disparità di trattamento e ci batteremo per il matrimonio egualitario. Lo Stato non può più tollerare famiglie di serie A e di serie B».

Tocca anche l’argomento delle adozioni da parte di famiglie dello stesso sesso: «Tante famiglie con genitori dello stesso sesso devono ancora ricorrere ai tribunali per vedere riconosciuti i diritti dei propri figli. Ricordo che pesano sul Parlamento molte sentenze della Corte costituzionale (ad esempio, le numero 32 e 33 del 2021) che segnalano non solo una vera e propria discriminazione verso i figli delle coppie omogenitoriali, ma anche una inerzia del legislatore che è causa di questa discriminazione. Serve un cambio di passo forte della politica e il Pd è pronto a farsene carico».

Tra l’altro, a breve l’Italia dovrà dare la propria posizione a riguardo, in quanto l’Unione Europea sta considerando la possibilità di imporre a tutti gli stati membri un regolamento comune già esistente sul riconoscimento delle famiglie omogenitoriali, regolamento che «indica che due madri e due padri devono essere considerati tali in tutti gli stati dell’Unione, un provvedimento di civiltà e buon senso, presentato con orgoglio dalla stessa Ursula Von der Leyen, non di certo un’estremista di sinistra, ma il vertice dei popolari e quindi del centro destra in Europa».

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Questo, secondo Alessandro Zan, dimostra che «la destra italiana a essere retrograda e reazionaria, con posizioni alla Orban e non certo delle destre dei paesi europei più avanzati. Peccato che Forza Italia, che sta nel Ppe, su questo si allinei ai sovranisti. Faremo una dura battaglia». «Bisogna legiferare sempre nel superiore interesse del minore come stabilisce la convenzione Onu dei diritti dell’infanzia. Si chiede semplicemente agli Stati Ue di considerare i genitori tali in tutti i Paesi. Esempio: se due madri adottive francesi venissero a vivere in Italia per motivi di lavoro, i loro figli non sarebbero considerati tali dal nostro Stato. È una vergogna che deve finire».

Infine, parla della legalizzazione della cannabis, altro punto bocciato dalla destra italiana. Secondo Alessandro Zan, «significherebbe dare un colpo mortale alla criminalità organizzata, contro un proibizionismo cieco che non vede la realtà. Non facciamo gerarchie ed errori del passato che finora non hanno portato ad alcun risultato». «Queste battaglie erano anche nel programma di Stefano Bonaccini, conferma che, pur da approcci diversi, i diritti sono ormai considerati patrimonio comune da tutto il Pd. Una leadership di sinistra, progressista e moderna mette sempre al centro questi temi a prescindere da se».

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