Gran Bretagna: boom di contagi per Covid-19, ma niente restrizioni

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Mentre in Italia entra in vigore il Green Pass obbligatorio anche sul lavoro, indossando sempre la mascherina e mantenendo le distanze, nella Gran Bretagna di Boris Johnson oggi si contano 45mila nuovi casi (su 1.045.000 tamponi). Pensare che siamo a quasi due anni dall’inizio della pandemia e vedere che ci sono paesi che hanno ancora così tanti contagi, ci fa davvero pensare. Cos’è successo in Gran Bretagna da far aumentare drasticamente i positivi, nonostante le vaccinazioni?

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Fonte: Twitter

Pensateci la prossima volta che bruciate una mascherina o che la gettate, convinti che non serva a nulla ma che sia solo una «museruola». Pensateci quando siete tutti attaccati in una piccola stanza, quando il sabato sera ve ne fregate delle misure di sicurezza e fate entrare in discoteca più persone del previsto. Pensateci quando ritenete che il Covid-19 non esista e che il Green Pass sia una dittatura e non un modo per tornare alla normalità tenendo al sicuro tutte le persone.

Sapete, in Gran Bretagna sono stati rimossi sia l’obbligo di indossare la mascherina anche al chiuso, che l’obbligo di mantenere ogni tipo di distanziamento. Normalità, la chiameremmo. Quella che avevano prima che il virus entrasse nelle nostre vite e le cambiasse inesorabilmente. Tuttavia, quello che dovremmo comprendere, è che oggi per sopravvivere e per permettere a chiunque di farlo, dobbiamo adeguarci a una nuova normalità, e la Gran Bretagna è stata la testimonianza di come, in particolare in inverno, sia impossibile non indossare mascherine e non mantenere le distanze.

Perché nella Gran Bretagna di Boris Johnson sono aumentati così tanto i contagi da Covid-19?

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Fonte: Twitter

La Gran Bretagna non è l’unico stato che permette di non indossare mascherine o di non mantenere le distanze. Ci sono diversi stati, anche europei, a cui semplicemente non importa perché non sono stati molto colpiti. Un esempio è la Croazia, dove trovi perché che indossano dignitosamente la mascherina e altri che invece continuano imperterriti a indossarla sotto al naso. Anche in questo caso i casi stanno aumentando, sebbene non quando lo Stato di cui è premier Boris Johnson.

A proposito di quest’ultimo, non ha voluto implementare il Green Pass, ha eliminato qualsiasi obbligo (escluso sui mezzi pubblici, ma in realtà non le ha rese obbligatorie e quindi le autorità non provano neanche a far rispettare le norme) che era stato implementato a causa della pandemia. I privati possono chiedere che vengano rispettate le distanze o che venga indossata la mascherina, ma in realtà non c’è alcuna legge. C’è anche da dire che i test antigenici per gli inglese sono gratis e anche spediti a casa dal governo, se richiesti (ma non per andare all’estero, in quel caso devi pagare).

Possiamo quindi dire che ormai in Inghilterra il Covid-19 non esiste e non è mai esistito, tutto ha ripreso alla normalità, anche se i numeri dei contagi non sono poi così positivi e non tendono proprio a far pensare che la normalità sia tornata. Eppure il governo Johnson spera che il muro vaccinale (ovvero l’85,7% della popolazione over 12 vaccinata con una dose, e 78,8% vaccinata con due) riesca a sconfiggere i casi. Insomma, fa contagiare le persone proprio come aveva detto all’inizio della pandemia (prima che si ammalasse anche lui).

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Fonte: Twitter

E i morti cosa dicono? In realtà niente di positivo, poiché insieme ai contagi stanno aumentando anche i decessi e le ospedalizzazioni, per cui possiamo dire che questo esperimento è un completo fallimento. Era un fallimento all’inizio, e lo è anche oggi. Nel rapporto della commissione parlamentare per la Sanità e quella per la Scienza del parlamento di Westminster l’ha descritto come il «disastro peggiore nella storia della sanità britannica, costato decine di migliaia di morti che potevano essere salvate».

In questo report leggiamo che «l’approccio iniziale del governo era quello di arrivare a una immunità di gregge attraverso le infezioni, lasciando circolare il virus: una sorta di fatalismo per cui questo sarebbe stato alla fine l’unico modo per fermare la diffusione del virus». Nel documento viene infatti giudicato molto il primo approccio alla pandemia da parte della Gran Bretagna e soprattutto di Boris Johnson, che avrebbe dovuto ascoltare meno Trump e avrebbe dovuto vedere quello che accadeva in Cina e nella vicina Italia.

Insomma, Boris Johnson non è stato il migliore a fronteggiare la pandemia. Diciamo che è quasi stato il peggiore, e non lo dico io, non lo dice Cup of Green Tea, ma lo dice la commissione parlamentare. D’altronde ricorderete tutti come volesse arrivare all’immunità di gregge facendo morire delle persone. Dopo la Brexit, ennesimo fallimento del premier.

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