“Bella Ciao” assegnata come compito: ed è subito polemica della Lega

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Come poteva la Lega rinunciare a una polemica così succulenta? Si dice che tu non possa neanche pensare a Bella Ciao senza che un leghista si indigni come se un politico continuasse a mettere in mezzo la droga per parlare di un uomo che è stato ucciso dai carabinieri, solo che in quest’ultimo caso, è il leghista ad avere queste idee malsane. Tuttavia, in questa situazione, abbiamo superato davvero il ridicolo. Dicono di lottare contro il pensiero unico, contro il politicamente corretto, ma appena un insegnante insegna la storia tramite la musica, dimostrano la solita incoerenza.

Partiamo da un presupposto: Bella Ciao è sì un canto popolare simbolo della resistenza italiana (sebbene solo dopo vent’anni dalla fine della guerra, come fa sapere la stessa Associazione Nazionale Partigiani Italiani, l’ANPI), ma è molto in generale un simbolo di resistenza e libertà in diverse parti del mondo, tanto che molte persone la conoscono addirittura perché canzone principale della serie La Casa di Carta, una delle più popolari e visualizzate su Netflix. Ne esiste persino un remix che si palla in discoteca! Insomma…

Tuttavia, per i leghisti, Bella Ciao è una canzone comunista, una canzone che, in qualche modo, ritengono non rispettosa perché va contro le opinioni politiche di alcuni. Ma in che senso? Come può una canzone che parla di libertà, di resistenza, una canzone antifascista, andare nel 2022 contro le idee politiche di qualcuno? Non dovremmo tutti, a prescindere dal partito che votiamo o di cui facciamo parte, lottare per la libertà ed essere antifascisti? Non dovrebbe tipo essere la base della Costituzione italiana?

Chissà come avrebbero reagito se un’insegnante avesse deciso di insegnare Faccetta nera. Senza insinuare niente, ma considerando che Bella Ciao è una canzone che va contro le dittature, mentre Faccetta Nera è una canzone fascista, è lecito domandarsi come avrebbero con una canzone decisamente peggiore. Tra l’altro, se dobbiamo dirla tutta, gli studenti meritano di conoscere la storia. Meritano di conoscere la storia anche tramite la musica. Il compito dell’insegnante è poi quello di guidarli sulla giusta via. Ovvero su quella antifascista, e anti qualsiasi totalitarismo.

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“Bella Ciao” insegnata a scuola: i leghisti insorgono

Tutto è iniziato quando uno dei genitori degli studenti, ha deciso di fare una foto alla pagina del diario in cui si legge che l’insegnante di musica dell’Istituto comprensivo “Faenza – San Rocco” aveva assegnato come compito per Pasqua quello di imparare a memoria Bella Ciao, e poi creare un video. La foto, poi, è stata inviata al consigliere comunale del gruppo Misto, ex Lega, Gabriele Padovani, e il resto è storia. Fortunatamente, però, sia la preside che il sindaco della città si sono resi conto dell’assurdità di questa storia.

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Bella Ciao

«Depositerò a breve un’interrogazione e un ordine del giorno. Bella Ciao è una canzone contrassegnata politicamente e oltretutto non fu mai nemmeno cantata dai partigiani. Per quale ragione la si propone a ragazzi di 12 anni?», ha detto il consigliere Padovani, sottolineando che «se l’intenzione era quella di sensibilizzare i ragazzi sulla guerra in corso, allora si poteva optare per altri brani». Ha anche aggiunto che «la politica deve rimanere fuori dalla scuola italiana»: e allora perché la stessa Giorgia Meloni è andata nelle scuola a presentare il suo libro?

Andrea Liverani, consigliere regionale della Lega, ritiene che gli studenti debbano «imparare la lingua italiana, la matematica, le scienze, la geografia, le lingue straniere. Vanno a scuola per imparare e farsi una cultura senza condizionamenti esterni, tanto più se questi sono di matrice politica. L’ideologia e la propaganda devono stare fuori dalle aule, soprattutto quando in queste siedono dei ragazzini. Compito e missione della professione di insegnante è quella di di formare e fornire nozioni essenziali per la vita quotidiana, non fare politica. Altrimenti significa essere inadeguati al ruolo».

Ma perché Bella Ciao, canzone sulla libertà, è ritenuta di propaganda? Come sottolinea Emanuele Tanesini, segretario Pd, «è un inno che ha travalicato i confini nazionali conosciuto in tutto il mondo e cantato in tante lingue. Esprime la sofferenza causata delle guerre e il desiderio di libertà, al punto da essere inserita, non a caso, in diversi testi scolastici non solo per la sua forza emotiva ma soprattutto perché simbolo dei valori a fondamento della nostra Costituzione».

Aggiunge che questo basterebbe per «archiviare la vicenda come una brutta pagina di cui francamente non se ne sentiva il bisogno. Ma ciò che è più grave è l’intento da parte della politica di voler interferire con la programmazione didattica di una classe scolastica e con la responsabilità dei docenti. Sollevare inutili polveroni mediatici sul nulla, come in questo caso serve invece solamente a svilire il ruolo educativo della scuola».

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Bella Ciao

A proposito della scuola, ovviamente si è difesa: la preside dell’istituto, Marisa Tronconi, ha detto che «indubbiamente questi anni pandemici sono stati difficili e hanno irrigidito i comportamenti sociali; li hanno resi, a volte, furiosi e intolleranti, anche nei confronti della scuola, che è un organismo complesso, delicato, a cui si deve riguardo, pazienza, nella tessitura costante delle relazioni. Fotografare la pagina di un diario e spedirla ad un politico perché quella Scuola sia stigmatizzata con scandalo pubblico: si fa politica di fronte a bambini di 12 anni, non si dà il compito di grammatica e altre considerazioni, è un metodo troppo semplificante, plateale e non riguardoso»

Continua la dirigente: «La professoressa di musica ha dato per compito lo studio a memoria delle parole di “Bella Ciao”: possiamo dire che ha usato un metodo “antico” , imparare a memoria e uno contemporaneo, “costruire un video” L’insegnante ha proposto una canzone che rappresenta universalmente il desiderio di libertà e, storicamente, un percorso antifascista. Non credo che questo sia un gesto politico, perlomeno non nel senso “partitico” del termine. È grave l’intrusione di politici sulle scelte della scuola. Questa decisione può non essere piaciuta ad una famiglia, ad un genitore e allora si discute, si scrive alla professoressa chiedendo spiegazioni, in uno scambio viso a viso all’interno del patto educativo».

«L’esperienza scolastica è un momento cruciale per la vita di bambini e giovani che si approcciano alle relazioni, al confronto con i pari, all’individuazione e strutturazione della propria personalità, nella creazione di un loro spazio sociale diverso dalla famiglia. La scuola, in un certo senso, ha bisogno di “separatezza”, di “appartatezza”, perché lì si deve crescere con serenità. Le cose semplici non sono mai facili, sono faticose e complesse, l’apertura mentale, lo spirito critico vanno sostenuti come obiettivi importanti.

La sua scelta è pienamente legittima, inserita in un percorso storico, il 25 Aprile, che è una data di cui tutti i cittadini dovrebbero conoscere il significato. Si deve studiare con passione l’Inno d’Italia, Va’ pensiero, il Risorgimento, la Resistenza, tutto ciò che forma la coscienza storica dei cittadini e si deve conoscere la Costituzione e le Istituzioni della nostra Repubblica e dell’Europa. Inoltre si deve stare vicino ai giovani, agli adolescenti che, in questi anni, hanno visto aumentare alcune fragilità, incertezze, pensieri difficili. 

Tutto ciò va fatto insieme, scuola e famiglia, con funzioni diverse, con interscambio e con reciproche autonomie. La libertà di insegnamento è un valore fondante, di garanzia e responsabilità pubblica».

🔴 Leggo della solita polemica sulla canzone “Bella Ciao”, ancora una volta indicata come canzone contrassegnata…

Pubblicato da Enea Emiliani su Giovedì 14 aprile 2022

Insomma, la Lega ha ancora una volta sollevato una polemica più che inutile, in quanto troppe volte si è parlato di Bella Ciao, sempre dicendo le stesse identiche cose. Forse il partito di Matteo Salvini dovrebbe rivedere le proprie priorità, come cominciare a chiedere scusa per le cose fatte e dette in passato. Sarebbe un buon inizio.

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