La situazione in Afghanistan è tragica e per questo ci rattrista vedere quanto molte persone continuino a ignorare quel che sta succedendo proprio in questo momento. Noi vi abbiamo già cercato di raccontare cosa stanno passando tutte quelle persone, così come abbiamo cercato di spiegarvi chi sono i talebani e soprattutto come aiutare le persone afghane in questa circostanza, tuttavia adesso vediamo anche le dichiarazioni dei nostri politici. Cosa stanno dicendo e soprattutto cosa stanno proponendo di fare per migliorare la situazione?
Prima di ciò vi aggiorniamo sulle ultime news. Nell’articolo precedente ci siamo fermati a quando è stato proclamato Emirato islamico dell’Afghanistan, con la dichiarazione di un miliziano che ha affermato dal palazzo presidenziale che «il nostro Paese è stato liberato e i mujaheddin hanno vinto in Afghanistan». Dopo ciò la situazione è andata solo peggiorando, con persone che pur di non vivere in una dittatura hanno preferito il suicidio. Dal Pentagono e dal Dipartimento di Stato americano arriva invece una dichiarazione congiunta.
«Stiamo completando una serie di misure per rendere sicuro l’aeroporto internazionale di Hamid Karzai per consentire la partenza sicura del personale statunitense e alleato dall’Afghanistan tramite voli civili e militari», hanno detto. Gli Stati Uniti hanno anche ammainato la bandiera sull’ambasciata a Kabul trasferendo quasi tutto il personale all’aeroporto, luogo in cui le forze statunitensi cercavano di ottenere il controllo della sicurezza per le partenze degli americani e degli altri occidentali. Tuttavia, proprio stamattina si sono sentiti degli spari all’aeroporto con afghani che pur di fuggire si appendevano all’aereo, morendo.
Il Wall Street Journal fa sapere che ci sono almeno tre morti all’aeroporto: «Testimoni hanno riferito di aver visto i corpi proni e insanguinati stesi a terra appena fuori dall’edificio del terminal. I funzionari del Comando Centrale degli Stati Uniti non sono stati immediatamente disponibili per un commento». La notizia è stata confermata anche da Tolo News in un tweet: «Testimoni oculari affermano che alcune persone sono state uccise e altre ferite nella sparatoria e nella calca all’aeroporto di Kabul», ma dopo qualche ora le vittime salgono a dieci.
At Least 10 People Killed in Chaos at Kabul Airporthttps://t.co/hVj8tEbwOb pic.twitter.com/e7v3rKfSYK
— TOLOnews (@TOLOnews) August 16, 2021
Dei colpi sono stati sparati anche dagli americani ma verso il cielo, più come un avvertimento che per uccidere qualcuno. Intanto, in una nota, viene confermato il rientro dell’ambasciata italiana nel nostro territorio:
«A seguito del deterioramento delle condizioni di sicurezza in Afghanistan, nei giorni scorsi, il ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha richiesto al Capo di Stato Maggiore della Difesa, Generale Enzo Vecciarelli che, con la massima urgenza, venissero evacuati il personale diplomatico dell’ambasciata Italiana a Kabul e i nostri connazionali, contestualmente ha disposto l’accelerazione del trasferimento in Italia dei collaboratori afghani.
‘Il generale Vecciarelli ha quindi disposto l’immediata esecuzione del Piano di evacuazione, per il rientro in patria del personale dell’ambasciata italiana, e dell’Operazione Aquila Omnia, che prevede il trasferimento dei collaboratori afghani e delle loro famiglie in Italia, entrambe pianificate e dirette dal Comando Operativo di Vertice Interforze (Covi) ed eseguite dal Joint Force Headquarter (Jfhq), elemento operativo del Covi, comandato dal Generale di Corpo d’Armata Luciano Portolano».
Alberto Zanin, coordinatore medico del Centro per vittime di guerra di Emergency a Kabul, ha detto che «abbiamo buone aspettative sul futuro: i Talebani stanno prendendo il posto dei leader governativi sia nella micro che nella macro gestione dei vari settori. Non ci sono stati episodi di resistenza al loro ingresso in città e ci aspettiamo un miglioramento della situazione nei prossimi giorni. Speriamo di avere presto contatti con i nuovi leader, questa mattina si è presentato all’ospedale un nuovo esponente del distretto di polizia locale. I Talebani ci conoscono da 20 anni e ci aspettiamo che ci lascino continuare a lavorare».
«Abbiamo ricevuto persone ferite da proiettili dopo gli scontri in aeroporto di ieri. Ci sono stati conflitti a fuoco perche’ molti cercavano di salire sugli aerei senza visti ne’ passaporti. Anche noi abbiamo avuto notizia di vittime. Questa mattina sono 115 i pazienti ricoverati nel nostro ospedale, rispetto ad una capienza di 100 posti. Abbiamo utilizzato anche le barelle. Stiamo cercando di liberare posti letto per eventuali altri feriti ed abbiamo chiesto supporto ad altri ospedali per il trasferimento dei pazienti stabili. Dello staff internazionale siamo rimasti in 7, di 13 che eravamo», ha detto ancora.
Anche l’Unicef manda le sue stime, sebbene non precise: «In queste ore drammatiche non bisogna perdere di vista il dramma di migliaia di famiglie sfollate in Afghanistan. Non siamo ancora in grado fare stime precise perché il numero si aggirerebbe tra le 300 mila e le 400 mila unità ma non e’ ancora stato confermato», ha detto il Portavoce dell’Unicef Italia Andrea Iacomini.
Il Presidente della commissione Esteri alla Camera, Piero Fassino, ha detto all’AGI: «L’ipotesi è quella di sentire i ministri degli Esteri e della Difesa, Luigi Di Maio e Lorenzo Guerino nei prossimi giorni, salvo che la presidenza della Camera e i capigruppo non decidano di andare direttamente in Aula». La riunione è stata oggi alle 16 è ha come ODG proprio la situazione in Afghanistan, per poter valutare come intervenire. Alla stessa oggi ci sarà anche una sessione speciale del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite con segretario generale Onu Antonio Gueterres.
«La situazione in corso #Afghanistan richiede una risposta unitaria dell’UE. Il Paese ha bisogno di una soluzione politica duratura e inclusiva che tuteli i diritti delle donne e permetta agli afghani di vivere in sicurezza e con dignità. L’asilo deve essere concesso a chi è in pericolo di persecuzione», ha scritto invece il presidente del Parlamento europeo David Sassoli su Twitter.
Isa Maggi, presidente nazionale di Stati Generali delle Donne, ha fatto nel frattempo un appello all’Onu: «I Caschi blu potrebbero diventare i Caschi rosa, serve un’azione fisica di protezione per le donne afgane che sono a rischio. Oggi c’è la riunione dell’Onu e la prima cosa che mi aspetto è che si faccia un’azione, un intervento in presenza per difendere le giovani contro i talebani che ormai sono ovunque. L’Europa è assente e non va bene, ieri hanno fatto un comunicato sul Nicaragua e non si parlava neanche di sull’Afghanistan: è terribile».
Intanto a Roma Fiumicino cominciano ad arrivare le persone persone italiane che si trovavano all’ambasciata italiana in Afghanistan, insieme a degli ex collaboratori afghani che rischiavano di essere uccisi se fossero rimasti nella loro patria. Suhail Shaheen, portavoce dell’Emirato islamico dell’Afghanistan, rassicura che «a tutti i diplomatici, ambasciate, consolati e operatori di beneficenza, siano essi internazionali o nazionali, che non solo non verrà creato alcun problema per loro da parte dell’AIE, ma verrà fornito loro un ambiente sicuro, Inshallah.»
We assure all diplomats, embassies, consulates, and charitable workers, whether they are international or national that not only no problem will be created for them on the part of IEA but a secure environment will be provided to them, Inshallah.
— Suhail Shaheen. محمد سهیل شاهین (@suhailshaheen1) August 16, 2021
Arrivano anche le prime dichiarazioni da Joe Biden. Jake Sullivan, consigliere alla Sicurezza nazionale Usa, ha detto all’NBC che il Presidente «è pronto a guidare la comunità internazionale, usando mezzi economici, diplomatici e politici, per responsabilizzare i talebani sui loro obblighi internazionali in tema di diritti umani». Ha poi aggiunto alla CBS: «Il presidente Biden non era pronto ad iniziare un terzo decennio di guerra e mettere le truppe Usa in pericolo, combattendo e morendo, per tentare di tenere insieme l’Afghanistan quando le sue stesse forze armate non combattono per tenerlo insieme».
Afghanistan: i messaggi dall’Italia
Iniziamo con Luigi Di Maio, che più fra tutti, in qualità di ministro degli Esteri, dovrebbe avere l’impegno di condividere notizie e messaggi. «Dopo che abbiamo formato le forze militari e dell’ordine afghani, una resa così veloce lascia vari interrogativi ed è urgente una riflessione. Voglio ribadire che non abbandoneremo il popolo afghano, porteremo avanti progetti di cooperazione per tutelare i diritti dei bambini, delle donne e dei cittadini afghani», ha detto Di Maio al Giornale Radio Rai.
«La situazione in corso è tragica. È nostro preciso dovere tenere la linea della collaborazione con gli afghani per aiutare a tutelare i loro diritti facendo quello che l’Italia sa fare meglio, la cooperazione allo sviluppo con progetti che aiutino la società civile», ha concluso. Tuttavia, proprio qualche ora fa sono state pubblicate le sue foto con Emiliano e Boccia da una spiaggia del Salento e questo ha fatto davvero indignare, giustamente, il web.
Giorgio Mulè, sottosegretario alla difesa, ha invece affermato ad Agorà Estate su Rai 3 che «l’Italia sta facendo un’azione straordinaria dal punto di vista delle forze armate e della Difesa. I nostri militari hanno lavorato giorno e notte per mettere in sicurezza i dipendenti dell’ambasciata e fare in modo che il personale italiano e afgano con le loro famiglie possano rientrare in Italia. In questo momento la priorità, l’obbligo morale e politico è quello di mettere in sicurezza le persone».
Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, si è detto disponibile ad accogliere i rifugiati: «di fronte alla tragedia dell’Afghanistan siamo in tanti, sindaci di città italiane, a voler dare sin d’ora disponibilità all’accoglienza dei rifugiati. Se c’e’ una residua possibilità di riscatto dell’Occidente è nell’abbraccio delle nostre comunità a chi fugge dal terrore». E così anche il sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi, ha voluto lanciare un messaggio per poter spingere ad aiutare e salvare le persone in Afghanistan:
Non possiamo restare indifferenti dinanzi alla grande tragedia che si sta consumando in queste ore in Afghanistan. Donne…
Pubblicato da Riccardo Rossi Sindaco di Brindisi su Lunedì 16 agosto 2021
Anche Giorgia Meloni si è espressa su quel che sta avvenendo in questo momento in Afghanistan, attaccando però Biden (eppure il ritiro dei soldati non è stato deciso da lui, lui lo ha solo confermato): «20 anni di diritti e di conquiste cancellati in un batter d’occhio. Un futuro costruito con enormi sacrifici, che non esiste più. È un fallimento dell’intero occidente causato dalla disastrosa gestione del disimpegno dall’Afghanistan maldestramente completato dall’amministrazione Biden. Il tutto nel quasi totale silenzio dei sedicenti paladini delle libertà».
Nicola Zingaretti ha invece condiviso l’immagine di alcune donne in Burqa, scrivendo come didascalia: «le immagini dall’Afghanistan lasciano senza fiato. Non doveva finire così. Di fronte a uno scenario che si annuncia drammatico, le democrazie di tutto il mondo si attivino immediatamente per garantire soccorsi e corridoi umanitari».
In una nota del Palazzo Chigi si è espresso anche il Premier Draghi: «Il presidente del Consiglio, Mario Draghi ringrazia le forze armate per le operazioni che stanno permettendo di riportare in Italia i nostri concittadini di base in Afghanistan. L’impegno dell’Italia è proteggere i cittadini afghani che hanno collaborato con la nostra missione. Il presidente è in continuo contatto con il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini e il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. L’Italia è al lavoro con i partner europei per una soluzione della crisi, che tuteli i diritti umani e in particolare quelli delle donne».
La ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti ha retwittato il messaggio di Palazzo Chigi e poi ha scritto: «Il grido di aiuto delle donne e delle bambine afghane non può rimanere senza risposta. L’Italia è al lavoro e farà la sua parte». La Lega invece chiederà un’informativa urgente al governo affinché venga riferita la situazione in Afghanistan, alla Camera come in Senato. Tuttavia non si perde l’occasione per attaccare le femministe occidentali o, ovviamente, la comunità LGBT con la solita idea del gender nelle scuole. Anche in una situazione così delicata non perdono l’occasione di mancare di rispetto.
Anche l’inviata della CNN a #Kabul Clarissa Ward ha dovuto cambiare a poche ore di distanza dall’ultimo collegamento il modo di vestirsi. I Talebani in neanche 24h hanno cancellato 20 anni di lotte e di conquiste. Profonda tristezza. #Afghanistan pic.twitter.com/8psEsOIMPV
— Marco Di Maio 🇪🇺🇮🇹 (@marcodimaio) August 16, 2021
Il video condiviso da Marco Di Maio come testimonianza di come le donne a Kabul e in Afghanistan stiano vivendo in questo momento è stato condiviso anche da Luciano Nobili, con un’immagine del prima e del dopo della giornalista e la didascalia: «In sole 24 ore. Pensate cosa può succedere in poche settimane alle donne nell’Afghanistan dei Talebani».
Isabella Rauti, senatrice di Fratelli d’Italia, ha scritto su Twitter: «Afghanistan la rivincita talebana cancella 20 anni di impegno per migliorare vita popolazione afghana e crea emergenza umanitaria che riguarda migliaia di profughi, in maggioranza donne e bambini. Un dramma da gestire che non consente a nessuno di chiudere gli occhi.» Maria Elena Boschi invece attacca Di Maio: «Quello che accade a Kabul non riguarda solo le nostre sorelle afghane. Riguarda tutti e tutte noi. Il min degli Esteri deve lasciare la spiaggia e venire in Parlamento per una informativa urgente. È in gioco la vita di milioni di persone ma anche la dignità dell’Occidente».
Parliamo adesso di Matteo Renzi. Matteo Renzi ha avuto il coraggio, in piena crisi umanitaria con persone in pericolo di vita, di sottolineare come lui, Matteo Renzi che è sempre al centro del mondo, aveva detto che era una cattiva idea quella degli USA e che i talebani erano ancora un pericolo. I talebani che sono dei dittatori assassini proprio come il suo amico, il principe dell’Arabia Saudita.
Era il 9 giugno… https://t.co/mP26mco0zk
— Matteo Renzi (@matteorenzi) August 16, 2021
Infine, Roberto Gualtieri ha scritto un lungo post su Facebook, raccontando «le drammatiche vicende dell’Afghanistan con l’ingresso delle milizie talebane a Kabul riempiono di angoscia» e che «sollecitano innanzitutto un’iniziativa della Comunità internazionale per garantire soccorsi e corridoi umanitari, con una particolare attenzione alle donne e ai minori. In questo senso è positivo l’impegno del governo italiano e del ministero della Difesa per portare in Italia tutti i civili afghani che hanno lavorato al nostro fianco, ed è giusta l’iniziativa degli europarlamentari del Pd rivolta alle istituzioni europee.» Qui il post completo:
«A fianco dell’impegno doveroso per non lasciare da solo il popolo afghano, è impossibile non riflettere sulle ragioni di un epilogo così drammatico dell’intervento militare deciso dagli Stati Uniti nel 2001 dopo gli attentati dell’11 settembre (ma come è noto la vicenda afghana ha radici più antiche a partire dal ruolo che ebbe durante la guerra fredda), e delle diverse configurazioni che quell’iniziativa ha via via assunto nella politica estera americana e internazionale: disarticolazione delle infrastrutture di Al Quaeda, componente di una generale e indistinta “guerra al terrore” o della missione di “esportazione della democrazia”, interventismo umanitario, “nation building”.
In questo quadro bisogna innanzitutto ricordare che anche se l’intervento è stato condotto da una missione internazionale, il grosso dello sforzo militare è stato sempre sostenuto dagli Stati Uniti, che hanno anche avuto più dell’80% delle vittime sul versante della coalizione.
Occorre quindi una certa prudenza nel criticare la scelta del ritiro, al di là delle modalità in cui è avvenuta e dei tanti errori commessi in questi anni, da parte di chi, come l’Ue, non è pienamente nelle condizioni di valutare la sostenibilità di un significativo impegno militare ventennale dalle prospettive dubbie. Se quindi il drammatico epilogo di ferragosto del 2021 richiederà analisi serie e approfondite, resta difficilmente contestabile che, come ha da ultimo osservato Maurizio Molinari, il più potente degli eserciti non potrà mai rimpiazzare un processo interno di democratizzazione e di sviluppo che deve innanzitutto avere radici nella società e nella cultura dei diversi paesi.
La sfida di un ordine mondiale più giusto richiede strumenti e capacità di iniziativa inediti, e per poter esercitare un ruolo l’Europa ha molto cammino da compiere.»
Giulia, 25 anni, laureata in Lettere Classiche, “paladina delle cause perse” e studentessa di Filologia Italiana. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
Instagram: @murderskitty