Da quando i talebani hanno conquistato Kabul, la capitale dell’Afghanistan, i virologi degli ultimi due anni sono divenuti geopolitici e hanno deciso che la colpa di tutto quel che è successo è di Joe Biden. La verità è che non si può stabilire che solo una persona sia il colpevole e, soprattutto, al momento stabilire il colpevole non aiuta in alcun modo quelle persone che hanno deciso di suicidarsi piuttosto che vivere in una dittatura. Prima si pensi a come aiutarle (qui trovate dei siti per donare) e poi pensiamo chi sono i colpevoli.
In ogni caso Joe Biden, nel pomeriggio di ieri (in Italia era sera tardi) ha parlato a Washington di quello che sta succedendo in Afghanistan, ovvero della presa di Kabul e del palazzo presidenziale da parte dei talebani, di come le donne siano completamente o quasi sparite dalle strade perché hanno paura di essere considerate come bottino di guerra per i talebani, e in realtà in molte probabilmente sono già state prese, di come le persone che hanno contribuito alla democrazia adesso rischino la vita.
Joe Biden: il discorso sull’Afghanistan
Nel suo discorso il presidente Biden ha continuato a sostenere la sua decisione di ritirare le truppe statunitensi, poiché secondo la sua opinione l’unica altra alternativa sarebbe stata «inasprire il conflitto e mandare migliaia di altri soldati» a combattere una guerra che molti afghani non avrebbero voluto combattere. «È sbagliato ordinare alle truppe americane di farsi avanti quando le forze armate dell’Afghanistan non lo farebbero», ha detto. Il casus belli, secondo Biden, non sarebbe stato il ritiro delle truppe americane, bensì il rapido crollo del governo afghano e il rifiuto dei militari del paese di opporsi all’avanzata dei talebani.
«Abbiamo dato loro ogni strumento di cui potevano avere bisogno. Abbiamo pagato i loro stipendi. Contribuito alla manutenzione dei loro aerei. Abbiamo dato loro ogni possibilità di determinare il proprio futuro. Quello che non potevamo fornire era la volontà di lottare per quel futuro», ha detto ancora, aggiungendo che i talebani avevano vinto molto più velocemente di quanto si aspettassero gli Stati Uniti. In quanto quarto presidente a presiedere la guerra in Afghanistan, ha detto che «la responsabilità finisce con me».
Ha poi posto una domanda a chi non sosteneva e non sostiene tutt’ora il ritiro dei militari americani dall’Afghanistan: «Quante altre generazioni di figlie e figli americani mi fareste mandare a combattere gli afgani – la guerra civile dell’Afghanistan, quando le truppe afgane non sarebbero disposte a farlo?». Ha citato anche le immagini drammatiche in cui si vede una corsa frenetica in modo da evacuare il prima possibile l’ambasciata americana a Kabul mentre i talebani avanzavano, paragonando quelle immagini con la ritirata dell’America da Saigon, alla fine della guerra del Vietnam.
Ha continuato il suo discorso rifiutando le critiche che gli sono arrivate nelle ultime ore da alleati come da avversari, poiché la sua amministrazione aveva già pianificato che i talebani avrebbero potuto impadronirsi del territorio afghano e si è detto anche orgoglioso di come l’aeroporto è stato messo in sicurezza senza lasciare alcun diplomatico indietro. Ha poi accusato «i leader politici dell’Afghanistan» che «si sono arresi e sono fuggiti dal paese», sottolineando ancora come gli stessi militari afghani avessero deposto le armi dopo vent’anni di addestramenti dagli USA e centinaia di miliardi di dollari in attrezzature e risorse.
Infatti, il Presidente Biden ha attaccato proprio Ashraf Ghani, il Presidente dell’Afghanistan che, come abbiamo visto, è scappato dalla sua Patria nello scorso weekend proprio mentre i talebani avanzano. Secondo Biden, Ghani aveva promesso che il suo esercito era pronto a difendere il paese anche dopo che gli americani avevano lasciato il territorio. Ma è evidente che così non è stato: «Mr. Ghani ha insistito che le forze afghane avrebbero combattuto, ma ovviamente si sbagliava».
In più, ha voluto anche spiegare ai cittadini americani e non che il motivo per cui i militari erano ancora in Afghanistan era quello di «impedire altri attacchi terroristi sul territorio statunitense» e non la «ricostruzione del paese» o la «creazione di una democrazia centralizzata e unificata» come in molti hanno detto nelle ultime ore. Infine, ha sottolineato «che sono stato chiaro sul fatto che i diritti umani debbano essere al centro della nostra politica estera, ma il modo per fare ciò non è con un dispiegamento militare senza fine».
Riassumendo, nel discorso durato venti minuti, Joe Biden ha voluto trasmettere tre messaggi agli americani e a chiunque volesse ascoltarlo:
- La missione in Afghanistan non prevedeva l’esportazione della democrazia, bensì il contrasto al terrorismo, missione che Biden ritiene compiuta poiché «abbiamo demolito Al Qaeda e ucciso Osama bin Laden»;
- Lui non si pente della decisione presa, «non c’è mai il momento ideale per il ritiro, ma è la scelta giusta per l’America» perché «i soldati americani non dovrebbero combattere e morire in una guerra civile infinita che gli stessi afghani non vogliono combattere»;
- Infine, «dovevo scegliere tra rispettare un accordo ereditato dal presidente Trump o continuare a combattere i Talebani e ho deciso. Preferisco essere criticato piuttosto che attendere che sia un quinto presidente a dover prendere una decisione».
Watch live as I deliver remarks on Afghanistan. https://t.co/jNCdmkDDX6
— President Biden (@POTUS) August 16, 2021
Giulia, 25 anni, laureata in Lettere Classiche, “paladina delle cause perse” e studentessa di Filologia Italiana. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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