
Tragedia ad Acerra: la bambina “sbranata dal pitbull” e i misteri dell’indagine
La morte della piccola Giulia Loffredo, la bambina di nove mesi “sbranata da un pitbull” ad Acerra, ha sconvolto l’Italia e sollevato numerosi interrogativi. Mentre la famiglia e l’intera comunità piangono la sua tragica scomparsa, le indagini proseguono per fare chiarezza su quanto accaduto davvero in quella casa nella notte fatale. Alcuni elementi emersi dagli esami autoptici e dalle prime analisi investigative stanno alimentando dubbi sulla dinamica dell’incidente.

Autopsia, incongruenze e il pitbull pulito
L’autopsia ha confermato che la bambina è stata vittima di molteplici morsi, riportando gravi lesioni al corpo. La causa ufficiale del decesso è stata identificata nella rottura del collo, una ferita compatibile con un morso potente. Tuttavia, un dettaglio inquietante è emerso: il cane sospettato dell’attacco non presentava tracce di sangue sulla bocca o sul muso, e non risultava sporco di liquidi biologici della vittima. Questo particolare ha portato gli inquirenti a valutare ulteriori approfondimenti per verificare se effettivamente l’animale fosse il responsabile o se vi siano altri elementi ancora non chiariti.
Vincenzo Loffredo, padre della bambina, inizialmente aveva dichiarato che la piccola era stata attaccata da un cane randagio mentre si trovava all’esterno dell’abitazione. Tuttavia, questa versione è stata successivamente smentita dalle ricostruzioni degli investigatori. L’uomo ha poi cambiato la sua testimonianza, affermando di essersi addormentato accanto alla figlia e di essersi accorto dell’accaduto solo al risveglio. Questa discrepanza nelle dichiarazioni ha portato all’apertura di un’indagine nei suoi confronti per omicidio colposo.

Un altro elemento che ha aggravato la sua posizione è stato l’esito dei test tossicologici, che lo hanno trovato positivo ai cannabinoidi. Questo solleva interrogativi sulla sua lucidità nel momento della tragedia e sulla sua capacità di intervenire per proteggere la figlia. Il pitbull in questione era un membro della famiglia da otto anni, e secondo il padre di Giulia non aveva mai mostrato segni di aggressività. Tuttavia, i nonni materni della bambina avevano più volte manifestato preoccupazione per la presenza dell’animale in casa, temendo che potesse rappresentare un pericolo.
Nonostante ciò, fino alla tragica notte non si erano mai verificati episodi di aggressività, e questo ha alimentato ulteriori dubbi sulla ricostruzione della vicenda. Se il cane ha effettivamente aggredito la bambina, perché non vi erano tracce ematiche sul suo corpo? Gli inquirenti stanno analizzando tutte le possibili spiegazioni, inclusa l’ipotesi che l’aggressione possa essere avvenuta in circostanze differenti da quelle raccontate dal padre.
Gli investigatori stanno esaminando attentamente tutte le prove disponibili, compresi i filmati delle telecamere di sorveglianza della zona e i rilievi biologici effettuati sull’animale. L’obiettivo è quello di ricostruire l’esatta dinamica dei fatti e accertare eventuali responsabilità. Il sequestro del cane e le successive analisi potrebbero fornire ulteriori risposte. La mancanza di sangue sulla bocca dell’animale potrebbe essere spiegata da un comportamento post-aggressione, come il leccarsi per pulirsi, oppure potrebbe indicare che il pitbull non sia stato l’unico elemento coinvolto nella tragedia.

Mentre il dolore per la perdita della piccola Giulia è ancora vivo, la giustizia sta cercando di fare chiarezza. Le indagini proseguono per accertare se il cane sia stato effettivamente il responsabile dell’aggressione e per stabilire eventuali responsabilità del padre. L’assenza di tracce di sangue sull’animale resta un mistero da risolvere, così come le incongruenze nelle dichiarazioni di Vincenzo Loffredo. Solo il proseguimento delle analisi e degli accertamenti potrà fornire risposte definitive su questa tragica vicenda.
Il dolore della famiglia e della comunità di Acerra è enorme. I funerali della piccola Giulia si stanno svolgendo oggi 20 febbraio alle 9 in forma privata nel Duomo della città, con la partecipazione di numerose persone sconvolte dalla tragedia. L’intera comunità si stringe attorno ai genitori, nonostante le indagini in corso e i punti ancora oscuri della vicenda.
Ad #acerra si doveva trovare un cattivo, il cattivo era il #pittbull. Adesso che non si trovano tracce di Dna della bimba sul #cane, si deve trovare la bestia…. https://t.co/2zU2P40xr3
— Vinke (@Vinke84) February 18, 2025
Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull'italiano standard e neostandard, "paladina delle cause perse" e studentessa di Didattica dell'Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche. Instagram: @murderskitty