20enne uccisa a New York: il problema delle armi in Usa

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Si continuano a piangere vittime, da bambini, ad adolescenti, ad adulti per le armi in Usa, proprio a pochi giorni di distanza dall’annuale convention della National Rifle Association (NRA), l’organizzazione americana che difende i possessori di armi da fuoco. Kaylin Gillis aveva 20 anni, ed è stata uccisa davanti al suo fidanzato per il semplice fatto che hanno sbagliato casa mentre cercavano una festa. L’avvocato dell’assassino ha detto che il suo cliente «non intendeva fare del male a nessuno» e che sono stati commessi «una serie di errori di cui fa parte». Ci rendiamo però conto che non è normale sparare a qualcuno che semplicemente sbaglia indirizzo?

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C’è un grave problema a causa delle armi in Usa, dove addirittura si fanno le prove in caso di sparatoria o dove ci sono proposte di legge in cui si afferma che invece di semplicemente vietare le armi da fuoco che inevitabilmente uccidono vite innocente, si propone di munire di altre armi e preparazione gli insegnanti. In questo caso, però, non parliamo di una sparatoria scolastica. Kaylin Gillis e il suo fidanzato Blake Walsh stavano cercando una festa insieme ad altri due amici, ma hanno sbagliato casa. Stavano semplicemente vivendo la propria vita. E lei è stata uccisa. Non per un errore, ma per cattiveria. Perché chi impugna un’arma è solo questo.

Avviene tra l’altro a pochi giorni di distanza dalla convention annuale della National Rifle Association (NRA), l’organizzazione americana che difende i possessori di armi da fuoco, che dura la bellezza di tre giorni nonostante tantissimi bambini, adolescenti e adulti vengano uccisi da quelle stesse armi. Per chi partecipa a questa manifestazione, però, le restrizioni sulle armi non fermerebbero le stragi. Lo stesso Donald Trump, che è stato ospite all’evento vantandosi di essere il “Presidente più pro-armi“, ha proposto semplicemente di addestrare gli insegnanti in modo da proteggere i bambini dalle sparatorie a scuola.

Armi in Usa: la 20enne uccisa a New York

Sognava di essere una biologa marina, Kaylin Gillis, prima che un uomo di 65 anni le togliesse la vita sparando contro l’auto che semplicemente si trovava nel vialetto di casa sua, dato che lei e i suoi amici avevano sbagliato vialetto. L’uomo ha sparato due colpi, e uno di questi ha colpito Gillis, che era seduta sul sedile del passeggero, secondo le autorità. «Questo è un caso molto triste di alcuni giovani ragazzi che stavano cercando la casa di un loro amico e sono finiti a casa di quest’uomo», ha detto lo sceriffo della contea di Washington Jeffrey Murphy.

Lo sceriffo aggiunge che l’area in cui è stata uccisa Gillis è rurale, con pochi cellulari o servizi internet. I suoi amici si sono allontanati di qualche chilometro per chiamare i servizi di emergenza. La ventenne è stata dichiarata morta diverse miglia a sud-est della casa su Paterson Hill Road, dove sono stati sparati dei colpi. La squadra di cheerleader di cui faceva parte, ricorda che «era una ragazza così dolce, con un cuore gentile e un grande sorriso. Rideva sempre».

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Il fidanzato 19enne ha raccontato che «pensavamo di essere all’indirizzo giusto. Non avevamo alcun servizio cellulare per capirlo. Non appena abbiamo capito che eravamo nel posto sbagliato, abbiamo iniziato ad andarcene, ed è allora che è successo tutto. Il mio amico ha detto: ‘Stanno sparando, vai!’ Ho provato ad accelerare il più velocemente possibile, ed è stato allora che è arrivato il colpo fatale. Voglio credere che sia stato istantaneo. Spero che lo fosse. Sto pregando che lo fosse».

«Voglio che il mondo sappia quanto fosse davvero brava una persona e quanto ha avuto un impatto su tutti coloro che hanno avuto la fortunata opportunità di essere nella sua vita».

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Intanto, l’avvocato del 65enne, Kurt Mausert, ha detto che non intendeva ferire nessuno quando ha sparato, ma è lecito domandarsi: cosa pensava che succedesse nel momento in cui ha sparato ben due colpi contro un auto? «Quando hai una vittima e una tragedia, la cosa che tutti vogliono è un cattivo, ma non tutte le volte che c’è una vittima e una tragedia c’è un cattivo. Sono stati commessi numerosi errori non intenzionali», ha aggiunto l’avvocato. Ma un cattivo c’è. Non spari a delle persone per fare del bene. E se non fai del bene, fai del male.

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