Sono passati 20 anni da quell’11 settembre, da quando i terroristi di al-Qaeda hanno cambiato per sempre la vita di quasi 9000 famiglie. Le vittime furono 2977, le morti 6000. Ma l’attacco è stato sentito in tutto il mondo, che oggi, a distanza di 20 anni, ricorda ancora quel giorno, cosa facevano, cosa hanno provato, le notizie in televisione. Ai tempi noi eravamo dei bambini, alcuni di noi facevano colazione guardando una puntata della Melevisione, ma oggi siamo degli adulti che ricordano ancora quel giorno.
«Scrivile scemo un finale migliore per quella puntata della Melevisione, interrotta da torri che andarono in fiamme e bimbi che facevano domande», cantano i Pinguini Tattici Nucleari in Scrivile Scemo, facendo riferimento a quell’11 settembre 2001, quando tutti ancora vivevano una giornata normale quando alle 8.45 la vita di tantissime persone veniva cambiata inesorabilmente, mentre quella di altri veniva interrotta, per sempre. Da quel momento l’11 settembre è rimasto nella storia, nei film, nelle canzoni e soprattutto nei cuori di troppe persone.
Se penso a una canzone per parlare di quell’11 settembre, posso solo nominare l’Eden di Rancore: «L’11 settembre ti ho riconosciuto, tu quando dici “grande mela” è un codice muto, tu vuoi nemici, sempre, se la strega è in Iraq, Biancaneve è con i sette nani e dorme in Siria». L’11 settembre ci ha fatto conoscere il terrorismo, i talebani che oggi dicono di essere “cambiati” ma che continuano a seminare terrore in Afghanistan. Ci ha fatto entrare in un mondo fatto di guerra, da cui dobbiamo ancora uscire.
In ricordo di tutte quelle vittime, oggi su Cup of Green Tea dedicheremo due articoli a tutte le vittime. In primis, questo, dove vogliamo ripercorrere quella giornata che ci sembra così lontana ma anche così vicina ai giorni nostri. Questa sera, poi, vi consiglieremo dei film dedicati a questa tragedia che potreste guardare per informarvi o semplicemente per non dimenticare.
11 settembre 2001: cronaca di morte
Furono diciannove i terroristi di al-Qaeda a uccidere quasi tremila persone. Tutti morirono nei quattro attentati. Ma dietro queste operazioni c’era molto di più. C’erano molte più persone. C’era tanto odio, tanto menefreghismo verso delle persone civili che non avevano niente a che fare con quella faida. Gli attentati sarebbero dovuti essere quattro. Due indirizzati verso le Torri Gemelle del World Trade Center, che poi le fecero crollare. Uno sul Pentagono. L’ultimo sulla Casa Bianca o sul Congresso, ma grazie a un’eroica rivolta dei passeggeri, l’aereo precipitò in Pennsylvania.
Furono quasi tremila le vittime, seimila le persone ferite, e ancora di più quelle che ancora oggi ricordano con paura l’11 settembre 2001. Tutto iniziò alle ore 5:45 di New York. Mohammed Atta e Abdulaziz al-Omari riescono a passare i controlli di sicurezza dell’aeroporto di Portland, diretti verso Boston. Con altri tre terroristi salgono sul volo American Airlines 11, verso Los Angeles. A bordo, con loro, ci sono altre 92 persone. Riescono a dirottare l’aereo che alle 8:45 si scontra contro le Torri Gemelle.
Sono le 8:45, a essere colpita è la Torre Nord del World Trade Center, tra il 93esimo e il 99esimo piano del grattacielo che di piani ne aveva 110. La velocità di schianto è di 710 chilometri l’ora. Ma non finisce qui. Insieme ai primi cinque terroristi, all’aeroporto di Portland altri cinque sono saliti sul volo United Airlines 175 con 65 persone a bordo. Questo secondo aereo centra, pochi minuti più tardi del primo, la Torre Sud, tra il 77esimo e l’85esimo piano, a 870 chilometri l’ora. Sono le 9:03. L’impatto avviene in diretta televisiva.
Inizialmente si parla di un incidente. Tutte le telecamere delle televisioni, quando ancora per informarci dovevamo guardare la televisione e non aprire Twitter, sono puntate sulle due torri, ma quando anche la seconda torre viene distrutta, è difficile crede che sia una mera casualità, viene complesso credere che non ci siano correlazioni, che non ci sia nessuno dietro la morte di tutte quelle persone innocenti. E ancora non è finita qui.
Alle 9:37 viene dirottato un terzo volo, l’American Airlines 77, da altri cinque terroristi. È partito dal Dulles International Airport di Washington D.C. verso Los Angeles, e si schianta contro il Pentagono. A perdere la vita furono le 64 persone a bordo dell’aereo e le 125 all’interno dell’edificio. Mezz’ora dopo, alle 10:03, crolla il quarto e ultimo aereo, il volo UA93. Parte da vicino New York ed è diretto a San Francisco, ma i terroristi vogliono dirottarlo su Washington.
Tuttavia, questa volta per loro va male, perché all’interno di quel volo che avrebbe dovuto colpire o la Casa Bianca o il Congresso, ci sono dei passeggeri coraggiosi che decidono di fare una rivolta, facendo schiantare il Boeing 757 in aperta campagna. Morirono tutti i passeggeri, ma altre vite furono risparmiate. Intorno a quest’ora comincia anche il crollo delle torri gemelle. Sono rimaste nella storia le immagini delle persone che si lanciano dagli edifici in fiamme. Sapevano che ormai il loro destino era stato scritto.
Di quell’11 settembre oggi ci restano solo la rabbia, i ricordi e le foto che hanno fatto la storia. Oltre alle persone che si lanciavano, alle persone terrorizzate, anche quella del Presidente Bush, in carica da solo 8 mesi, che si trovava in una scuola elementare a leggere insieme ai bambini. Quando fu avvisato che quello alle Torri Gemelle non era un incidente, «il suo viso cambiò colore», racconta un’ex alunna, Mariah Williams. Persino i bambini capirono che qualcosa non andava.
Con la morte di Osama Bin Laden avvenuta nel 2011, dieci anni dopo la tragedia, si pensa che ci sia stata giustizia. Ma quelle persone non avranno mai giustizia. Sono state private della vita e dei sogni, e i loro familiari sono stati privati delle persone che amavano. Non esiste giustizia, morte, che tenga. Forse l’unica giustizia nei confronti di quelle vite umane, è quella di assicurarsi che una cosa del genere non accada mai più nella storia dell’umana.
Sono saltati giù dai piani in fiamme —
uno, due, ancora qualcuno
sopra, sotto.La fotografia li ha fissati vivi,
e ora li conserva
sopra la terra verso la terra.Ognuno è ancora un tutto
con il proprio viso
e il sangue ben nascosto.C’è abbastanza tempo
perché si scompiglino i capelli
e dalle tasche cadano
gli spiccioli, le chiavi.Restano ancora nella sfera dell’aria,
nell’ambito di luoghi
che si sono appena aperti.Solo due cose posso fare per loro —
Fotografia dell’11 settembre, Wislawa Szymborska
descrivere quel volo
e non aggiungere l’ultima frase.
Vent’anni che hanno cambiato il mondo, lo hanno reso più pericoloso, più rischioso, più difficile.
— David Sassoli (@DavidSassoli) September 11, 2021
Eppure, contro il terrorismo, non cessa la voglia di libertà, di democrazia, di pace.#11settembre pic.twitter.com/mvEfuvXAwG
Oggi #11settembre sono passati 20 anni dagli attentati del 2001, una giornata che ha sconvolto e cambiato per sempre la vita di milioni di persone. Sono stati 20 anni intensi, di violazioni dei diritti umani e di discriminazione, di guerra e di soprusi #11settembre2001 pic.twitter.com/cL8HYYjusk
— Amnesty Italia (@amnestyitalia) September 11, 2021
Il primo grande impatto con la vita di noi millennials a cavallo tra gli ultimissimi ‘80 e i primissimi ‘90.
— Matteo Simpatia Cortesia (@mdimagr) September 11, 2021
Una generazione nata traumatizzata, oggi maltrattata, malpagata, sottomessa.#11settembre #torrigemelle pic.twitter.com/BBsYp1mHJU
Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull’italiano standard e neostandard, “paladina delle cause perse” e studentessa di Didattica dell’Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
Instagram: @murderskitty