
Ursula von der Leyen e il piano di riarmo europeo: una svolta nella difesa dell’UE
Con l’acuirsi delle tensioni internazionali e la prosecuzione del conflitto in Ucraina, l’Unione Europea si prepara a rafforzare le proprie capacità difensive attraverso un ambizioso piano di riarmo. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha recentemente annunciato l’iniziativa “Rearm Europe”, un progetto che mira a potenziare l’industria bellica del continente e a coordinare gli investimenti nella difesa tra gli Stati membri. Questo programma rappresenta un cambiamento significativo nell’approccio alla sicurezza dell’UE, tradizionalmente orientata verso la diplomazia piuttosto che verso l’armamento.

Ursula von der Leyen: un nuovo modello di difesa per l’Europa
L’obiettivo principale del piano “Rearm Europe” è quello di rendere l’Unione Europea meno dipendente dalle forniture militari esterne, aumentando la produzione interna di armamenti e tecnologie difensive. In particolare, il piano prevede finanziamenti per le aziende europee del settore della difesa, incentivi alla ricerca e sviluppo di nuove tecnologie militari, e una maggiore integrazione tra le forze armate degli Stati membri.
Secondo quanto dichiarato da Ursula von der Leyen, l’UE investirà in sistemi di difesa avanzati, tra cui droni, artiglieria di precisione e sistemi di difesa aerea. L’obiettivo è garantire che l’Europa possa rispondere rapidamente a eventuali minacce, riducendo la dipendenza da fornitori esterni, in particolare dagli Stati Uniti. La necessità di questo passo è stata evidenziata dal conflitto in Ucraina, che ha mostrato le vulnerabilità europee nel settore della difesa e la difficoltà di mantenere rifornimenti costanti di armi e munizioni. «Se l’Europa vuole evitare la guerra, deve prepararsi alla guerra», ha affermato la von der Leyen riprendendo la famosa citazione latina si vis pacem, para bellum.
«Potremmo desiderare che queste cose non fossero vere. O che non dovessimo dirle in modo così schietto. Ma ora è il momento di parlare onestamente, in modo che ogni europeo capisca cosa è in gioco. Perché il disagio di sentire queste parole impallidisce di fronte al dolore della guerra. Basta chiedere ai soldati e al popolo ucraino. Il punto è che dobbiamo vedere il mondo così com’è e dobbiamo agire immediatamente per affrontarlo. Perché nella seconda metà di questo decennio e oltre si formerà un nuovo ordine internazionale. Quindi l’Europa si trova di fronte a una scelta fondamentale per il suo futuro.
Continueremo a reagire a ogni sfida in modo incrementale e cauto? O siamo pronti a cogliere questa opportunità per costruire un’Europa più sicura? Un’Europa prospera, libera, pronta, disposta e capace di difendersi. Entro il 2030, l’Europa deve avere una forte posizione sulla difesa. ‘Prontezza 2030‘ significa aver riarmato e sviluppato le capacità per avere una deterrenza credibile. La portata, i costi e la complessità dei progetti vanno ben oltre le capacità di ogni singolo Paese. Ecco perché dobbiamo sviluppare progetti su larga scala e intensificare gli appalti congiunti».
Ursula von der Leyen
Conclude: «Ora la Russia è su un percorso irreversibile verso la creazione di un’economia di guerra. Ha ampliato enormemente la sua capacità di produzione militare-industriale. Il 40% del bilancio federale è destinato alla difesa. Il 9% del suo Pil. Questo investimento alimenta la sua guerra di aggressione in Ucraina, preparandola al contempo al futuro confronto con le democrazie europee. E proprio mentre queste minacce aumentano, vediamo il nostro partner più antico, gli Stati Uniti, spostare la propria attenzione verso l’Indo-Pacifico. L’era dei dividendi della pace è ormai lontana. L’architettura della sicurezza su cui facevamo affidamento non può più essere data per scontata. L’era delle sfere di influenza e della competizione per il potere è tornata».

Il piano prevede inoltre una stretta collaborazione con la NATO, senza però mettere in discussione l’autonomia strategica dell’UE. L’idea di un’industria della difesa più solida e indipendente è stata sostenuta da diversi leader europei, che vedono nella sicurezza un elemento cruciale per la stabilità e l’influenza geopolitica dell’Unione.
Sfide e implicazioni del riarmo europeo
Nonostante l’ambizione del piano, restano aperte numerose sfide. Uno degli ostacoli principali è rappresentato dalle differenze tra gli Stati membri in materia di politica di difesa e di spesa militare. Alcuni paesi, come la Germania e la Francia, si sono dimostrati favorevoli a un aumento degli investimenti nel settore, mentre altri, come l’Austria e l’Irlanda, tradizionalmente neutrali, potrebbero sollevare obiezioni.
Un altro aspetto critico riguarda il finanziamento del progetto. L’aumento della spesa militare potrebbe richiedere una revisione del bilancio comunitario e un maggiore impegno economico da parte dei singoli Stati membri, un tema che potrebbe sollevare discussioni accese nei parlamenti nazionali. Inoltre, vi è il timore che una corsa al riarmo possa alimentare tensioni con altre potenze globali, tra cui Russia e Cina.

Infine, il piano di riarmo solleva questioni di natura etica e politica. La tradizionale vocazione pacifista dell’UE e il suo ruolo di mediatore nei conflitti internazionali potrebbero entrare in contrasto con un rafforzamento dell’industria bellica. I sostenitori del piano sottolineano che una difesa forte è essenziale per garantire la sicurezza del continente e per affrontare le minacce del futuro. “Rearm Europe” rappresenta una svolta epocale nella politica di sicurezza dell’UE. Se implementato con successo, il piano potrebbe rafforzare l’autonomia strategica europea, rendendo il continente meno vulnerabile alle crisi geopolitiche. Tuttavia, restano da affrontare le sfide legate alla cooperazione tra gli Stati membri, al finanziamento e all’impatto che questa politica potrebbe avere sul ruolo dell’UE nel mondo.
STOP REARM EUROPE! pic.twitter.com/6C1IjZknve
— La Fionda (@RivistaLaFionda) March 14, 2025
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Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull'italiano standard e neostandard, "paladina delle cause perse" e studentessa di Didattica dell'Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche. Instagram: @murderskitty