Starbucks ha vietato le decorazioni Pride in alcuni negozi

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Il sindacato Starbucks Workers United ha depositato un’accusa di lavoro presso il National Labour Review Board, in quanto quest’anno hanno vietato le decorazioni Pride da alcuni negozi. A denunciare, alcuni lavoratori, rimasti sorpresi in quanto negli anni precedenti non c’erano stati problemi con i festeggiamenti LGBT del mese di giugno. Eppure martedì scorso, Starbucks United ha twittato che l’azienda ha preso una chiara posizione: “Nel bel mezzo del mese del Pride, Starbucks ha bannato le decorazioni Pride dai negozi negli Stati Uniti“.

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Fotografia: Amy Katz/ZUMA Press Wire/Shutterstock

In genere Starbucks ha sempre preso diverse posizioni. Negli anni precedenti hanno sì appeso delle decorazioni arcobaleno come tantissime altre aziende e società, ma anche con la guerra in Ucraina hanno abbandonato le città russe e, addirittura, si schierarono contro Amber Heard nel processo che la vedeva contro l’ex compagno Johnny Depp. In quell’occasione, la società ha incoraggiato i propri clienti a lasciare le mance in due contenitori: “Amber Heard” e “Johnny Depp“, con quella per quest’ultimo ben decorata con cuoricini.

In genere in occasione del mese del Pride diverse aziende decidono di colorarsi di arcobaleno o di fare proprio dei prodotti a tema, ed in diversi casi si cade nel rainbow washing, ovvero un’attività sociale o di marketing indirizzata a presentare una realtà come gay-friendly allo scopo di aumentarne il consenso presso il pubblico. Pensiamo alla Disney che è uscita proprio con una Pride Collection, nonostante nessuno abbia dimenticato l’accuso di aver donato i soldi ai politici omofobi, per cui comunque la Disney si è già scusata. Anche da Starbucks, però, ci si attende delle spiegazioni.

Starbucks non vuole decorazioni Pride

«Nelle ultime due settimane, i dipendenti di Starbucks si sono rivolti ai social media per riferire che l’azienda non consente più le decorazioni Pride nei negozi. Questo sembra essere il primo anno in cui l’azienda pubblicamente “pro-LGBTQ+” ha preso questo tipo di posizione», ha scritto Starbucks Workers United. «Prendendo spunto da Target, che si è inchinato alle pressioni anti-LGBTQ+ e ha rimosso la merce del Pride, la direzione aziendale e distrettuale sta rimuovendo le decorazioni dell’orgoglio che sono diventate una tradizione annuale nei negozi».

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Fotografia: Amy Katz/ZUMA Press Wire/Shutterstock

Aggiungono, ancora: «Nei negozi sindacali, dove Starbucks afferma di non essere in grado di apportare “modifiche unilaterali” senza contrattare, l’azienda ha comunque tolto le decorazioni e le bandiere del Pride, ignorando il proprio punto di vista antisindacale. Starbucks è alimentato da molti lavoratori queer, ma la direzione non è riuscita a supportare materialmente la comunità LGBTQ+. Lo scorso ottobre, alcuni lavoratori hanno riferito che il loro piano di benefici transgender è cambiato, costringendoli a pagare di tasca propria e perdere l’accesso a determinati fornitori».

E infine concludono: «Se Starbucks fosse un vero alleato, ci difenderebbe, soprattutto in un periodo in cui le persone LGBTQ+ sono sotto attacco. Un’azienda a cui importa non volterebbe le spalle alla comunità LGBTQ+ per proteggere i suoi profitti già astronomicamente alti. La vera alleanza con la comunità LGBTQ+ consiste nel negoziare un contratto sindacale che blocchi legalmente i nostri benefici, la nostra libertà di espressione e i modi per ritenere responsabile il management».

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È stata condivisa anche una petizione a riguardo, dove leggiamo che è importante poter decorare i negozi durante eventi come il Pride e altre festività, soprattutto se fanno parte della comunità LGBT+. Le decorazioni festose e divertenti contribuiscono a creare un’atmosfera positiva e inclusiva per i clienti, che apprezzano la creatività dei partner. La decisione dell’azienda di ritirare il supporto ai partner LGBT è oggetto di critica poiché porta alla standardizzazione dei negozi, privandoli di personalità. Nonostante Starbucks sostenga che la politica aziendale non sia cambiata e che si tratti di “informazioni false”, la regola continua ad essere applicata regionalmente in molti negozi.

A negare è stato Andrew Trull, portavoce di Starbucks, negando che la società avesse apportato modifiche alla politica aziendale e soprattutto affermando di sostenere «fermamente la comunità LGBT». «Non sono state apportate modifiche a nessuna politica in merito e continuiamo a incoraggiare i nostri responsabili dei negozi a festeggiare con le loro comunità, incluso il mese del Pride degli Stati Uniti a giugno». Si sono anche detti profondamente preoccupati «per le false informazioni che vengono diffuse, soprattutto per quanto riguarda i nostri ambienti di negozio inclusivi, la nostra cultura aziendale e i vantaggi che offriamo ai nostri partner».

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