La Spagna vieta ufficialmente la caccia al lupo. Prima di questo momento storico era uno dei pochi paesi nell’Unione Europea che ancora non la proibiva ma, finalmente, ha inserito anche il lupo fra gli animali protetti e quindi vietando che sia cacciato sul territorio spagnolo. Questa decisione fa ovviamente molto piacere agli ambientalisti e agli animalisti, ma altri non sono rimasti contenti, soprattutto fra le comunità rurali del nord ovest dove la presenza del lupo è maggiore.
La decisione storica è stata presa dalla commissione statale per la conservazione del patrimonio naturale che ha approvato la proposta molto limitata degli esperti e del governo per inserire la specie del lupo fra quelle protette. Ci sono state anche regioni, in particolare quelle in cui si trovano più esemplari di lupo, che hanno votato contro la proposta, fra queste la Cantabria, le Asturie, la Castiglia e León e la Galizia. Tuttavia, tutte le altre regioni sono state favorevoli, quindi la norma è passata con 9 voti a favore, 8 contrari e 3 astenuti.
L’annuncio della ministra Teresa Ribera sulla caccia al lupo
Teresa Ribera è la ministra per l’ambiente della Spagna e si è già espressa sulla decisione tanto lieta per molti quanto tragica per altri: «Nei prossimi giorni aggiungeremo il lupo alla lista delle specie protette», ha detto. Il lupo in Spagna tra il 1950 e il 1970 si era quasi estinto a causa della caccia, a nord del fiume Duero era comunque consentito cacciare (in quella zona vivono circa 2500 lupi sopravvissuti).
Per Ignacio Valle, il presidente della Federazione reale della caccia, questo «divieto non tiene in considerazione il punto di vista del mondo contadino», in particolare la sua cultura e il suo equilibrio. Per fortuna però la specie umana è abbastanza intelligente da comprendere e adattarsi ai cambiamenti, per cui non sarà così difficile non uccidere un animale.
Non è dalla parte di Ignacio Valle, Juan Carlo del Olmo, il capo del WWF spagnolo, secondo cui questo è un «primo passo verso un approccio che concili l’attività umana con la conservazione delle specie animali». Anche Marco Lambertini, il direttore generale del WWF internazionale, tramite ANSA, ha affermato che questa è
«una fantastica notizia per il lupo. Complimenti al governo spagnolo per aver dato la priorità alla coesistenza piuttosto che alla persecuzione. Gli allevatori hanno comunque diritto a un risarcimento danni, quando questi sono verificabili. Predatori come il lupo, in cima alla piramide alimentare, sono fondamentali per la salute delle popolazioni e degli interi ecosistemi».
Todavía estamos celebrándolo 🤩
Conseguir que la prohibición de la caza del lobo ibérico en España es un enorme paso para proteger la especie 🐺
Tras mucho esfuerzo, ¡lo hemos conseguido juntos! 💪
Pubblicato da WWF España su Venerdì 5 febbraio 2021
Il WWF España sta portando avanti da mesi la battaglia chiamata Yo defiendo al lobo e ovviamente è stato molto soddisfatto di questo passo avanti, di questo traguardo, della protezione del lupo che è una specie fondamentale e che non può permettersi di estinguersi:
«Si tratta di una decisione storica perché ci permetterà di lasciarci alle spalle un modello basato sulla persecuzione della specie, che privilegia gli interessi di determinati settori, che ha chiaramente ignorato l’ecosistema e i benefici socio-economici che il lupo porta alla società e che ha dimostrato la sua inefficacia, poiché non è stato in grado di ridurre i conflitti sociali associati ai danni al bestiame.
Per anni il lupo è stato il capro espiatorio di tutti i problemi dell’allevamento estensivo, nonostante i problemi di questo importante settore si trovino nella stessa PAC, o in altri aspetti strutturali come il mancato riconoscimento nei prezzi di mercato o nell’elevata burocrazia».
Da una parte, quindi, gli ambientalisti festeggiano, dall’altra i contadini si disperano. Come in ogni decisione, c’è chi è soddisfatto e chi invece rimane deluso. Intanto, nella nostra Italia, nella bella Valle d’Aosta, la Lega propone «il prelievo, la cattura o l’uccisione di esemplari della specie canis lupus». Ancora una volta, possiamo notare le differenze fra i traguardi all’estero e il ritorno al passato grazie alla Lega, in Italia.
Giulia, 25 anni, laureata in Lettere Classiche, “paladina delle cause perse” e studentessa di Filologia Italiana. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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