Scozia approva la legge “gender free” più progressista al mondo

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Mercoledì 22 dicembre la Scozia ha votato per permettere alle persone transgender tra i 16 e i 17 anni di portare avanti il percorso di affermazione di genere senza lunghi iter burocratici… E la votazione ha avuto esito positivo: 86 sì e 39 no, causando tantissime polemiche soprattutto dalla scrittrice transfobica J.K. Rowling. Se si comprendesse che i diritti delle persone transgender non ledono in alcun modo quelli delle donne o delle persone cisgender, forse si vivrebbe in modo più tranquillo. Ma evidentemente qualcuno preferisce odiare, anche sotto Natale.

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In Scozia era già consentito cambiare genere sui propri documenti, tuttavia, stando al Gender Recognition Act 2004, approvato a Wenstmister nell’Aprile 2005, richiedeva una certificazione medica e psichiatrica, oltre ad un “periodo di prova” di oltre due anni per “garantire” che la tua identità di genere sia davvero quella che dici. La pratica, tuttavia, risultava invasiva, invalidante e in più impiegava un notevole costo di tempo e di denaro. Ma con la nuova legge non sarà necessario confermare la propria disforia di genere.

Le polemiche che in molti sin dal principio hanno esposto riguardano la “poca sicurezza” nei bagni pubblici e nelle carceri femminili, insomma i soliti discorsi su cui le terf si scagliano da anni. Addirittura J.K. Rowling ritiene che questa legge «distruggerà i diritti delle donne». I vescovi invece ritengono che «i minori devono essere protetti dal fare dichiarazioni legali permanenti sul loro genere che possano portare a interventi irreversibili, tra cui anche operazioni chirurgiche».

Ritengono che «abbassare l’età minima per la dichiarazione con la quale si decide di cambiare sesso da 18 a 16 anni e introdurre un sistema di autoidentificazione incoraggerà un numero maggiore di minori e giovani su questa strada. Questa legislazione toglierà a persone vulnerabili, compresi i minori, cure mediche indispensabili, sostegno e protezione». Victor Madrigal-Borloz, avvocato delle Nazioni Unite esperto sulla protezione contro la violenza e la discriminazione basata sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere, ritiene però che le polemiche siano solo causate dagli stereotipi sulle donne trans.

Il parlamento della Scozia ha approvato la Gender Recognition Reform Bill

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Vescovi e J.K. Rowling non possono farci più nulla: la Gender Recognition Reform Bill è divenuta realtà con 86 voti favorevoli e 39 contrari. Le nuove regole abbassano a 16 anni l’età in cui le persone possono richiedere un certificato di riconoscimento di genere (GRC) ed eliminano la necessità di una diagnosi medica di disforia di genere. È l’unica nazione nel Regno Unito a semplificare il processo di transizione, tuttavia il governo di Westminster afferma di essere preoccupato per la legislazione e potrebbe ancora impedire che diventi legge.

Il governo del Regno Unito afferma di nutrire preoccupazioni per la legislazione e potrebbe cercare di impedire che diventi legge bloccando il Royal Assent, quando il disegno di legge ottiene un accordo formale dal re e diventa un atto del parlamento scozzese. Il ministro per le donne e le pari opportunità Kemi Badenoch ha affermato che il suo impatto sull’Equality Act ha sollevato interrogativi e il governo scozzese non ne ha affrontato la piena implicazione nel disegno di legge.

Su Twitter ha scritto: «Il governo del Regno Unito sta ora esaminando disposizioni che possono sollecitare una riconsiderazione e consentire agli MSP di affrontare questi problemi». Un portavoce del governo scozzese però ha affermato che «qualsiasi tentativo da parte del governo britannico di minare la volontà democratica del parlamento scozzese sarà vigorosamente contestato».

La portavoce dei conservatori scozzesi per le pari opportunità Rachael Hamilton ha affermato che il partito sostiene i diritti dei trans, ma non dovrebbe avvenire «a scapito della sicurezza delle donne e delle ragazze e dei loro diritti conquistati a fatica. Per la maggioranza degli MSP votare contro un emendamento che avrebbe impedito ai condannati per reati sessuali di richiedere un certificato di riconoscimento di genere stupirà e indigna la maggior parte degli scozzesi».

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Shona Robinson, Ministra della Giustizia Sociale, lo ha definito «un passo importante per una Scozia più equa, dove le persone trans siano validate, incluse, ed emancipate». La Robison ha anche respinto la richiesta di vietare alle persone con precedenti aggressioni sessuali di cambiare il proprio genere sui documenti, in quanto «i diritti delle persone trans non sono in competizione con i diritti delle donne e, come spesso accade, le cose migliorano per tutti quando chi viene discriminato agisce come alleato e non come oppositore».

Le nuove regole, che dovrebbero entrare in vigore il prossimo anno, significheranno che i candidati dovranno ora aver vissuto nel loro genere acquisito solo per tre mesi – o sei mesi se hanno 16 e 17 anni – anziché due anni. Ci sarà anche un “periodo di riflessione” di tre mesi durante il quale potranno cambiare idea e sarà un reato rendere una dichiarazione falsa o una domanda falsa per un GRC, e chiunque lo faccia rischierà potenzialmente fino a due anni in prigione.

Festeggiano gli attivisti, che ritengono che questa legge permetterà loro di «vivere con la dignità e il riconoscimento che tutti meritano». Il manager di Scottish Trans Vic Valentine ha affermato che il cambiamento nella legge significherebbe che uomini e donne trans sarebbero in grado di mostrare un certificato di nascita «che riflette chi sono» in momenti importanti della loro vita come iniziare un lavoro o dare l’avviso di sposarsi. Nancy Kelley, amministratore delegato a Stonewall, ha scritto di essere «assolutamente sulla luna nel vedere che oggi la Gender Recognition Reform Bill è stata approvata dal Parlamento scozzese. Le persone trans meritano di vivere le proprie vite con dignità. Questo è un passo importante per farlo».

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