Di cosa è accusato Vladimir Putin?

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Nella giornata di ieri la Camera preliminare II della Corte penale internazionale (“CPI” o “la Corte”) ha emesso mandati di arresto per due persone nel contesto della situazione in Ucraina: il presidente Vladimir Vladimirovich Putin e la commissaria presidenziale russa per i diritti dell’infanzia Maria Alekseyevna Leopoli-Belov. I due sono accusati di deportare i bambini ucraini in Russia, ed è un tema che non è nuovo, tant’è che la Polonia qualche settimana fa aveva annunciato un programma per rintracciare i bambini ucraini rapiti dalla Russia. Per Putin e Leopoli-Belov c’è un mandato d’arresto.

Per mettere in contesto la situazione, qualche mese fa la BBC ha riportato che Filippo Grandi, il capo dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, ha accusato Mosca di violare i principi fondamentali di protezione dei minori. Secondo l’accusa, Mosca avrebbe fornito passaporti russi a minori rifugiati non accompagnati, rapendoli dall’Ucraina e portandoli in Russia per farli adottare da famiglie russe. Grandi ha affermato che l’UNHCR farà tutto il possibile per ottenere l’accesso alle persone coinvolte e cercare soluzioni nel loro interesse. Tuttavia, è impossibile sapere quanti bambini siano stati rapiti.

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La dichiarazione è stata che in una situazione di guerra non è possibile stabilire se i bambini abbiano famiglia o tutela, e quindi non possono essere dati in adozione ad altre famiglie o fatti acquisire una nuova nazionalità fino a quando non è chiaro. Secondo i dati dell’UNHCR più recenti, la Russia ha registrato quasi tre milioni di rifugiati dall’Ucraina, il maggior numero in qualsiasi paese europeo. Non è noto quanti di questi siano bambini, ma un consigliere presidenziale ucraino ha riferito che circa 14.000 bambini sono stati “deportati” in Russia dalle zone occupate dell’Ucraina, accusando i russi di rapimento.

Filippo Grandi ha affermato che l’UNHCR sta cercando di accedere alla Russia costantemente, anche se finora questo accesso è stato sporadico e limitato. I suoi commenti sono giunti dopo che il massimo funzionario delle Nazioni Unite per i diritti umani ha espresso preoccupazione a luglio per il fatto che i bambini ucraini fossero stati prelevati dagli orfanotrofi nella regione orientale del Donbass e “deportati con la forza” in Russia. C’era anche preoccupazione che Mosca stesse “modificando la legislazione esistente” per accelerare questo processo. Adesso sembra che le accuse siano state confermate da un effettivo mandato di cattura.

Le accuse a Vladimir Putin

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Il presidente della Russia Vladimir Putin, che da ormai più di un anno ha dato inizio a una guerra in Ucraina, sarebbe responsabile del crimine di guerra di deportazione illegale di persone, in particolare bambini, e di trasferimento illegale di bambini dalle zone occupate dell’Ucraina alla Russia. I crimini sarebbero stati commessi nel territorio occupato ucraino almeno a partire dal 24 febbraio 2022. Sul sito della Corte Penale internazionale leggiamo che ci sono fondati motivi per ritenere che Putin abbia la responsabilità penale individuale per i suddetti crimini.

La Commissaria per i diritti dei bambini presso l’Ufficio del Presidente della Federazione Russa, Maria Alekseyevna Lvova-Belova, è a sua volta ritenuta responsabile delle stesse accuse. La Camera preliminare II ha ritenuto, sulla base delle istanze dell’accusa del 22 febbraio 2023, che vi siano fondati motivi per ritenere che ciascun sospettato sia responsabile del crimine di guerra di deportazione illegale di popolazione e di trasferimento illegale di popolazione dalle aree occupate dell’Ucraina alla Federazione Russa, in pregiudizio dei bambini ucraini.

In più, inizialmente c’era l’opinione di tenere segreti i mandati di cattura per proteggere le vittime, ma poi si è scelto di renderli pubblici in quanto «la Camera ha ritenuto che sia nell’interesse della giustizia autorizzare la Cancelleria a rendere pubblica l’esistenza dei mandati, il nome degli indagati, i reati per i quali i mandati sono stati emessi e le modalità di responsabilità stabilite dalla Camera». I bambini rapiti sarebbero, secondo il rapporto preliminare dell’università americana di Yale, più di 6mila, in un’età compresa fra i 4 mesi e i 17 anni, alcuni orfani mentre altri trasferiti con il consenso dei genitori, ottenuto con l’inganno.

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Intanto Maria Zakharova, la portavoce del ministero degli Esteri russo, ha detto che l’annuncio del mandato d’arresto «non ha alcun valore per il nostro paese, nemmeno da un punto di vista legale», questo perché è valido solo nei 123 paesi che hanno sottoscritto lo Statuto di Roma (che ha istituito una Corte penale internazionale), che la Russia non ha mai ratificato e di cui, quindi, non accetta la giurisdizione. Di conseguenza, non ha l’obbligo legale di cooperare con la Corte e soprattutto di consegnare i due indagati sottoposti a mandato d’arresto.

Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, ha scritto su Twitter: «La Corte penale internazionale ha emesso un mandato d’arresto contro Vladimir Putin. Non c’è bisogno di spiegare DOVE dovrebbe essere usato questo documento», aggiungendo l’emoji della carta igienica. Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, invece è soddisfatto: «La ruota della giustizia sta girando: plaudo alla decisione della Corte penale internazionale di emettere mandati di arresto per Vladimir Putin e Maria Lvova-Belova per il trasferimento forzato di bambini ucraini. I criminali internazionali saranno ritenuti responsabili del furto di bambini e di altri crimini internazionali».

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