Papa Francesco ha detto in un’intervista con il direttore del giornale emiratino Al Ittihad, Hamad Al Kaabi che sarà pubblicato nella giornata di oggi, di essere “indignato” e “disgustato” dal rogo del Corano che c’è stato in Svezia. Il ministro degli esteri svedese, Tobias Billstrom, ha spiegato che Stoccolma non sostiene la distruzione delle scritture sacre musulmane, sottolineando anche l’importanza della libertà di espressione. La Turchia di Erdogan si è chiaramente detta indignata dall’azione.
Ci si indegna per le azioni della Svezia, perché non è la prima volta che si parla di manifestazioni anti-islamiche in quel territorio. Ad esempio, ad aprile dello scorso anno diverse città sono state colpite dall’islamofobia di Rasmus Paludan, leader danese dell’ultradestra che nel 2017 ha fondato il partitoStram Kurs, che significa “Linea dura” e che richiede la messa al bando dell’Islam insieme all’espulsione di tutti i richiedenti d’asilonon occidentali. Se questo non bastasse, hanno anche preteso di creare dei campi di detenzione in Groenlandia.
La prima manifestazione fu a Linköping, causando scontri fra la polizia e un gruppo di decine di persone, che hanno attaccato gli agenti ferendone tre e distruggendo auto e altri veicoli della polizia. Nella serata dello stesso giorno, la manifestazione prevista a Norrköping è stata cancellata ma, nonostante ciò, ci sono comunque stati degli scontri e la polizia ha fatto sapere che un gruppo di circa 200 persone ha incendiato auto e aggredito la polizia.
Dall’Iran arrivarono diverse critiche: «La deliberata reiterazione di atti contro l’Islam in Svezia ha ferito i sentimenti dei musulmani in quel Paese e nel mondo», ha detto il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Saeed Khatibzadeh, sottolineando che «l’Iran ne ritiene responsabile il governo svedese da cui attende una reazione immediata, forte e chiara nei confronti deicolpevoli». Le persone islamiche e non solo, infatti, hanno fatto sapere che il problema principale sembra proprio essere la permissività delle forze dell’ordine svedesi che rendono possibili queste manifestazioni, che rendono possibile che delle persone, dei politici, brucino un libro sacro.
E adesso la situazione si è ripetuta.
Papa Francesco condanna il rogo del Corano
Il rogo del Corano si è svolto qualche giorno fa a Stoccolma, durante la celebrazione dell’Eid al-Adha, la festa celebrata dai musulmani di tutto il mondo in memoria del sacrificio di Abramo. Ad accendere il fuoco è stato un iracheno di 37 anni fuggito dal suo paese. Dopo l’episodio, il Marocco ha richiamato il suo ambasciatore delegato in Svezia e ha condannato l’episodio come «offensivo e irresponsabile». «Il governo svedese, ancora una volta, ha autorizzato una manifestazione durante la quale è stato bruciato il sacro Corano davanti a una moschea di Stoccolma», ha affermato il ministero degli Esteri marocchino.
Il governo svedese da parte sua ha condannato il rogo del Corano. Il ministro degli Esteri svedese, in un’intervista con il Guardian, ha affermato che «il rogo del Corano, o di ogni altro testo sacro, è offensivo e irrispettoso, nonché un atto di chiara provocazione. Espressioni di razzismo, xenofobia e relativa intolleranza non hanno posto in Svezia e in Europa», sottolineando anche che la Svezia prevede il «diritto costituzionale di libertà assemblea, espressione e dimostrazione». «Condanniamo fermamente questi atti, che non riflettono in alcun modo le opinioni del governo svedese», conclude.
Ovviamente la condanna è arrivata solo in seguito a una richiesta di misure collettive per evitare futuri roghi del Corano da parte dell’Organizzazione per la cooperazione islamica (OIC) con sede in Arabia Saudita, che ha chiesto gli Stati membri di «prendere misure unificate e collettive per prevenire il ripetersi di episodi di profanazione di copie del Corano». Intanto paesi come Iraq, Kuwait, Emirati Arabi Uniti e Marocco hanno ritirato il proprio ambasciatore per protestare contro il rogo del Corano.
Papa Francesco, intanto, ha condannato il gesto in un’intervista al direttore del giornale emiratino Al Ittihad, Hamad Al Kaabi: «Sono indignato e disgustato da tali azioni. Qualsiasi libro considerato sacro dalla sua gente va rispettato per rispetto di chi ci crede. La libertà di espressione non dovrebbe mai essere usata come scusa per offendere gli altri». E chissà se Simone Pillon, Matteo Salvini, Eugenia Roccella e anche il ministro dell’Istruzione che sostiene che l’umiliazione sia educativa, si ritrovano in queste parole.
Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull’italiano standard e neostandard, “paladina delle cause perse” e studentessa di Didattica dell’Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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