Era da più di due anni che tutti i fan del MCU aspettavano un nuovo film, il tanto atteso e rimandato Black Widow avrà soddisfatto le aspettative? Finalmente dopo vari rinvii, causa pandemia, e 14 mesi Black Widow arriva nelle sale italiane, si sentiva proprio il bisogno di un bel film hollywoodiano, ma soprattutto, dopo l’aperitivo a base di serie tv di alto livello, Wandavision, The Falcon and the Winter Soldier e Loki c’era il bisogno di un bel primo piatto di Marvel Cinematic Universe.
La famiglia in Black Widow e nel MCU
Per prima cosa bisogna dire che, ovviamente Black Widow non è né un mega blockbuster alla Endgame né una superhero comedy alla Thor: Ragnarok. È un film narrativo e a tratti introspettivo, sulla riga del primo Iron Mano del secondo Captain America, ma anche pieno di scene action e combattimenti corpo a corpo di alto livello. Il punto cardine del film è il concetto di famiglia, concetto con cui Nat ha un rapporto complesso.
La Casa delle Idee con questo suo nuovo ingresso nell’universo cinematografico ci mostra la complicata famiglia di Nat che nonostante la sua origine “artificiale” è un qualcosa a cui la Vedova Nera tiene particolarmente, una figura che spesso le è mancata, in un primo momento quando da orfana vagava nelle strade di Stalingrado e poi dopo quando la rottura degli Avengers, a seguito dei patti di Sokovia, ha portato per un momento la rottura anche di questa sua nuova famiglia.
Incipit e trama di Black Widow
Il film è ambientato dopo di Captain America: Civil War e prima degli eventi di Avengers: Infinity War ed inizia con un alcuni momenti dell’infanzia di Nat e della sorella Yelena, ci vengono poi presentati la madre Melina e il padre Alexei. La famiglia vive negli Stati Uniti, più precisamente in Ohio, è il 1995 e durante una cena come tante altre e devono partire per la loro “avventura”, le bambine ovviamente non sono consapevoli di cosa le aspetta mentre i genitori sembrano quasi seguire un piano.
Si torna poi al “presente” ossia il 2016 ed è qui che il film parte con la trama “principale” ossia il piano del russo Dreykov, colui che gestisce un vero e proprio esercito di Vedove Nere, ragazze programmate biochimicamente per eseguire ogni uso ordine. Ovviamente anche Yelena, ne fa parte fino a quando, durante una missione, recupera alcune fiale e inalando una sostanza contenuta in una di queste, viene liberata dal controllo. Poi si affida alla sorella, alla quale spedisce le restanti fiale. Il loro scopo principale è trovare la tristemente famosa “Stanza Rossa”, sede operativa di Dreykov nonché base dell’allenamento delle Vedove Nere, e per farlo dovranno ricorrere all’aiuto degli ex genitori.
Considerazioni finali
In Black Widowavremo vari momenti spettacolari, dai vari combattimenti corpo a corpo, agli inseguimenti per le strade di Budapest, passando poi per un’evasione in uno scenario innevato fino ad arrivare all’ultimo atto che non ha nulla da invidiare ai vari Mission Impossible, tutto questo viene reso possibile ma soprattutto meravigliosamente credibile grazie a tutto il team, dalla bravura degli artisti digitali nel creare e perfezionare tutto ciò che materialmente non c’è al team di controfigure e stuntman/woman che rendono le acrobazie e i combattimenti di questo film un qualcosa di perfettamente godibile
Un enorme plauso va poi alla regista Cate Shortland che riesce a rendere al meglio la complessità delle relazioni e che grazie alla sua scelta di usare un tono serioso ma al contempo leggero rende il film interessante ma non forzatamente serioso. Meraviglioso anche David Harbour (il mio preferito to be honest), che personalmente ritengo azzeccatissimo nel ruolo del goffo ma possente ex eroe d’epoca sovietica sempre in cerca di gloria.
Se siete fan Marvel non potete perdervi Black Widow e salutare per l’ultima volta il personaggio di Scarlett Johansson, mi raccomando fateci sapere cosa ne pensate e soprattutto rimanete seduti fino alla fine per la scena bonus.