Ravenna: le persone trans non sono più obbligate a usare il deadname sui bus

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Una splendida notizia arriva da Ravenna, città in cui, grazie alla lotta di Greta e dei suoi splendidi genitori, adesso tutte le persone trans della città di Ravenna non saranno costrette a utilizzare il proprio deadname (ovvero il nome che avevano prima della transizione), bensì quello che hanno scelto dopo (o durante, o prima) la transizione, negli abbonamenti a bordo degli autobus di Start Romagna. La situazione è iniziata dalla denuncia di Greta, e finalmente si è conclusa nel migliore dei modi.

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Fonte: Pinterest

In Italia, ne abbiamo parlato più volte, la burocrazia è molto lenta. È lenta nel rilasciare i Green Pass per chi si è vaccinato in due città (o Stati) diversi, ed è lenta anche nel dare i documenti corretti alle persone transgender. Questo le porta a essere sottoposte a un coming out forzato, ed è la stessa cosa che tra l’altro avviene anche con il Green Pass: quando una persona transgender lo mostra, spesso c’è il deadname e quindi viene portata a dover spiegare il perché di un nome maschile o femminile.

Tuttavia, adesso, a Ravenna la società ha fatto un passo avanti grazie a una disavventura di Greta, una ragazza di 15 anni che, un giorno in cui ha dimenticato il suo abbonamento, è stata costretta a dire al controllore il suo nome che però, all’anagrafe, è ancora quello che le è stato dato alla nascita. È stata quindi sottoposta a un coming out forzato che l’ha ovviamente messa in difficoltà. Da ciò, però, è passato del tempo e finalmente abbiamo una buona notizia da dare.

Ravenna: addio al deadname sugli abbonamenti

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Fonte: Pinterest

Start Romagna, i bus di Ravenna, hanno pubblicato un comunicato in cui affermano che, d’ora in poi, le persone transgender potranno esibire l’abbonamento con il nome d’elezione. «Siamo contentissimi del risultato raggiunto. Sarà di aiuto ai tanti che si trovano nella stessa situazione», ha detto Cinzia, la madre di Greta, che intanto, con Luigi, marito e padre della ragazza, ha fondato l’associazione “Affetti oltre il genere” per dare voce alle istanze delle persone transgender.

Al Resto del Carlino ha anche spiegato che dopo l’umiliazione che ha subito la figlia, «ci siamo rivolti a Start. Abbiamo trovato un’azienda capace di ascoltare e capire le nostre richieste. Per di più, hanno subito trovato una soluzione al problema, proponendoci una convenzione tra Start e ’Affetti oltre il genere’». Per fortuna, quindi, non tutti bus o i mezzi sono transfobici e omofobi come i nostri senatori, ma sono aperti al dialogo e soprattutto ti vengono incontro.

«La nostra associazione erogherà gratuitamente una tessera, con la quale le persone transgender potranno recarsi alle biglietterie di Start per ottenere l’abbonamento che, in questo modo, verrà fornito con la foto abbinata al nome d’elezione. Sulla tessera dell’associazione verrà invece applicato un bollino argentato, leggibile dagli strumenti in dotazione ai controllori, che lo renderà a tutti gli effetti un documento di riconoscimento. Non ci sarà quindi bisogno di far sapere il nome presente all’anagrafe. È una novità, ma ci sono già alcune persone interessate: presto partiremo con la distribuzione delle tessere», ha detto ancora la donna.

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Fonte: Pinterest

Racconta poi che, prima di quest’avvenimento, Greta era costretta a comprare sempre i singoli biglietti invece di acquistare l’abbonamento, e questo era un «esborso economico non indifferente. Per fortuna, Start ha dimostrato la sua volontà a essere il più inclusivo possibile. All’azienda, probabilmente, non è costato nulla, ma per noi ha rappresentato tanto. Anche perché l’accordo prevede che il personale di biglietteria e gli addetti ai controlli vengano formati sulle tematiche di genere, per sapere come relazionarsi in questi casi».

In più, dall’azienda fanno sapere che «su Ravenna ci siamo subito messi in moto in seguito all’episodio di Greta, ma abbiamo intenzione di allargare l’iniziativa a tutto il territorio coperto dagli autobus di Start. Al momento, stiamo cercando le associazioni e gli interlocutori più adatti per promuovere l’accordo anche altrove, così come è stato fatto qui con ’Affetti oltre il genere’. La soluzione che abbiamo trovato non può rimanere circoscritta. Bisogna affrontare il problema su larga scala». Insomma, grazie Greta per aver aiutato tutte le persone transgender!

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