Siamo rammaricati nello scrivere questa notizia, soprattutto considerando che è solo tre giorni dopo la giornata contro la violenza sulle donne. Greta Beccaglia, giornalista sportiva, è stata molestata in diretta televisiva, mentre lavorava. Un uomo si è arrogato il diritto di toccare il sedere alla giornalista, e poco dopo, durante altre interviste, un altro uomo continuava a farle “complimenti”. Greta stava solo lavorando, stava seguendo il suo sogno, e non è possibile, non è accettabile, che accada una cosa del genere.
Un’altra cosa non accettabile è il collega che le dice di non prendersela e che anche così si cresce. No, non si cresce anche così. Non si cresce in alcun modo così. Una molestia, una violenza, un palpeggiamento, non ti fanno crescere, tantomeno se avviene sul valoro. Ti fa arrabbiare, ti fa sentire sbagliata, ti fa sentire inadeguata, ti fa sentire umiliata, soprattutto se poi un tuo collega invece di sostenerti preferisce sminuire la situazione.
Scrivere belle parole e fare appelli per la giornata contro la violenza sulle donne non servono a nulla se poi solo pochi giorni dopo assistiamo in diretta a una molestia sessuale e stiamo in silenzio o addirittura ci ridiamo su. Perché ovviamente non si tratta solo del conduttore, ma ci sono anche molti tifosi che non si sono resi conto della gravità della situazione. Perché il problema non è solo quello che le ha toccato il sedere, ma anche chi ne ha approfittato per molestarla verbalmente.
Greta Beccaglia adesso ha lanciato un appello, ha chiesto di trovare il nome del suo molestatore, per far sì che venga punito. E noi speriamo davvero che ci riesca, chiediamo a tutti di condividere l’immagine e il video per far sì che non solo venga riconosciuto il viscido che si è sentito così invincibile da molestare una donna davanti a una telecamera, quasi a voler dire che lui non ha paura e lui può farlo, ma anche perché tutti devono vedere che nel 2021 non esiste l’uguaglianza, non esiste il rispetto.
Perché è facile collegarsi sui social e scrivere che le donne hanno gli stessi diritti degli uomini. È facile odiare le donne, dire che vanno solo con uomini fighi e che sono delle “non persone“, ma poi nella realtà di fatti essere un uomo ti dà quel privilegio di cui non ti rendi conto: un giornalista uomo viene preso sul serio, non viene molestato, non gli viene detto “sei proprio bello” mentre cerchi di intervistarlo. È questo che ci fa capire la gravità della situazione.
Greta Beccaglia: la molestia in diretta
«Quando sono uscita hanno iniziato a urlarmi cose non carine mentre io ero a lavoro, mentre ero in diretta e uno si è anche permesso di tirarmi uno schiaffo sul culo. Questa è una cosa inaccettabile, soprattutto nel 2021, quando una ragazza come me si fa un mazzo così per diventare una giornalista e per arrivare al suo obiettivo e al suo sogno», ha detto Greta Beccaglia in una delle storie condivise su Instagram.
A telecamere spente, intervista da La Nazione, Greta Beccaglia ha raccontato che dopo è successa una cosa persino peggiore: «mi si è avvicinato un altro individuo con il cappuccio che mi ha toccato nelle parti intime. Il cameraman è rimasto di stucco. Non solo, qualche minuto dopo lo stesso personaggio ha tentato nuovamente di palpeggiarmi, ma il mio collega l’ha allontanato». Ecco, ecco cosa significa nel 2021 essere una donna e lavorare nella televisione. Essere vista come un semplice corpo.
Greta Beccaglia, nella stessa intervista, ha detto di essersi sentita offesa per «il fatto che non posso andare a lavorare tranquillamente solo perché sono una giovane donna: quello che è accaduto dimostra quanto siamo indietro nel rispetto minimo fra i sessi. Il cameraman mi ha detto che non aveva mai assistito a una scena del genere. Sono sconvolta e impaurita». Sconvolta e impaurita. Non puoi lasciare perdere una cosa del genere. Fa comunque sapere che denuncerà l’accaduto, poiché si sente «segnata e amareggiata profondamente».
«[Era già successo qualcosa, ma] non di questa gravità. Certo, occhiate particolari sì, qualche frase infelice anche, ma a Empoli si è passato abbondantemente il segno del rispetto e della dignità nei confronti delle donne», ha detto ancora Greta Beccaglia, che ha ricevuto, per fortuna la solidarietà sul web e anche dall’Ordine dei giornalisti della Toscana: «Ho chiamato Greta Beccaglia per darle la solidarietà di tutto il Consiglio. Un episodio che non va minimizzato. Chi era in studio, invece di condannare il gesto, ha però invitato la collega a non prendersela. Un atteggiamento incomprensibile».
In una nota leggiamo che: «l’Ordine dei giornalisti della Toscana condanna quanto accaduto ed esprime piena solidarietà alla giornalista Greta Beccaglia, che è stata subito chiamata dal presidente dell’Ordine dei giornalisti della Toscana, Giampaolo Marchini. L’Ordine ribadisce che è giunto il momento di smetterla di minimizzare e ricorda che la violenza contro le donne è prima di tutto un problema culturale e sociale», facendo proprio riferimento a quello avvenuto in studio.
Greta Beccaglia ha subito reagito allo schiaffo sul sedere. Ha risposto al soggetto con un «scusami, non puoi fare questo, mi dispiace», ma poi si è sentita ancora più mortificata dal conduttore, che dopo pochi secondi ha cercato di rimediare a quel che ha detto: «Chiudiamo il collegamento, così ti permettiamo di reagire. Questi atteggiamenti meritano ogni tanto qualche sano schiaffone, che se fosse stato dato da piccolo, non avrebbero fatto crescere queste persone così». Sul web, invece, non hanno avuto bisogno di comprendere quel che è successo, ma la reazione è stata immediata:
Vorrei ricordare a quel giornalista che lo schiaffo sul sedere è violenza sessuale: il gesto rientra tra le condotte vietate dall'art. 609-bis c.p. Lo ha ricordato la Cassazione con sentenza n. 15245/2017. Altro che "non te la prendere".#Denuncia #GretaBeccaglia pic.twitter.com/pkrAJSOAga
— Fabio De Bunker (@Fabio_DeBunker) November 28, 2021
Gravissimo quanto accaduto alla giornalista #GretaBeccaglia, a cui va la mia vicinanza.
— laura boldrini (@lauraboldrini) November 28, 2021
Prima le molestie, poi l’umiliazione: “Non prendertela”.
È lo specchio di una società in cui le donne sono costrette a subire e pure a tacere: #questononènormale.
Si apra un’inchiesta. pic.twitter.com/Z14KlEO4GA
Mentre la Serie A scende in campo con le strisce rosse sul viso per aderire alle campagne di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne, fuori dagli stadi trogloditi di ogni età molestano indisturbati giornaliste sportive. Solidarietà a #GretaBeccaglia.
— Caterina Pullia (@caterinapullia) November 28, 2021
Solidarietà a @BeccagliaGreta molestata mentre faceva il suo al termine di #EmpoliFiorentina.
— Ciro Pellegrino (@ciropellegrino) November 28, 2021
Solidarietà a lei, non a chi, in collegamento diceva «non prendertela».
Eventi, sensibilizzazioni, parole, libri e poi c'è ancora chi dice fai finta di niente?#GretaBeccaglia
Una giornalista inviata riceve una palpatina sul sedere e il collega dallo studio che dice "Non te la prendere, si cresce anche con queste esperienze". Scusate, è forse il 28-11-1921?#GretaBeccaglia
— Cosimo Amato (@cosimoamato_) November 28, 2021
Vi ricordate la tifosa italiana che per festeggiare ha mostrato il seno ed è stata palpeggiata? Vi ricordate il tifoso inglese che per festeggiare si è messo nudo e nessuno l'ha toccato?
— नीला 🐞 (@LookInThyHeart_) November 28, 2021
Si chiama privilegio maschile ed è ciò che è successo a #GretaBeccaglia mentre lavorava.
Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull’italiano standard e neostandard, “paladina delle cause perse” e studentessa di Didattica dell’Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
Instagram: @murderskitty