Puglia, ritorna viva la proposta di legge contro l’omotransfobia attesa dal 2019: l’Italia non ha smesso di lottare

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La notizia che proviene dal Consiglio regionale della Puglia sembra portare nuova speranza in Italia: la legge contro l’omotransfobia, rimasta sotto arresto per anni, è stata nuovamente proposta con un testo aggiornato, proprio in data odierna, in cui continua a dilagare il disgusto nei confronti dell’affossamento del DDL Zan.

Infatti, se il Senato applaude alla tagliola attuata contro una legge che avrebbe garantito “misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità“, l’intera Italia continua a protestare, e in Puglia arriva la presentazione di una nuova proposta di legge regionale contro gli atti di discriminazione nei confronti della comunità LGBTQ+.

Puglia, presentata la nuova proposta di legge contro l’omotransfobia

La legge regionale contro l’omotransfobia è stata proposta ieri al Consiglio regionale pugliese, con un testo rivisitato e curato dal giurista Antonio Rovelli. Alla stesura del nuovo progetto hanno preso parte anche diverse associazioni e la stessa Titti De Simone, fondatrice di ArciLesbica, giornalista e consigliera del presidente Michele Emiliano per l’Attuazione del programma di governo regionale.

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Fonte: Twitter

La nuova proposta è stata esaminata da Donato Metallo, Francesco Paolicelli e da Filippo Caracciolo, copogruppo dl PD, in un confronto del quale Titti De Simone vuole sottolineare la sottoscrizione di diversi consiglieri regionali: “25 consiglieri regionali di tutte le forze di maggioranza hanno già sottoscritto il testo, e questo è molto importante perché servirà l’impegno di tutt* perché la strada purtroppo non sarà facile. Per parte mia, sarò vigile garante, senza sconti e senza compromessi al ribasso, perché si onori l’impegno programmatico preso alle scorse elezioni regionali su questa legge di civiltà“.

Anche Francesco Paolicelli ha commentato la rivisitata proposta di legge: “Con la presentazione della proposta di legge contro l’omobitrasfobia vogliamo inaugurare una nuova stagione di diritti, questa proposta è frutto di un percorso di crescita civile, comune, politica e collettiva con le comunità LGBT del territorio e con gli studenti universitari. Le nuove generazioni ci chiedono di andare avanti e noi non possiamo e soprattutto non vogliamo deluderli. È il momento di farci sentire, perché la Puglia non si ferma“.

Quello che è accaduto la scorsa settimana fa in Senato contro il DDL Zan non è espressione della società civile. E l’unica strada che conosciamo per trasformare le parole in fatti sono le leggi in grado di incidere sulla vita delle persone. Per questo è necessario approvare questa proposta che oggi abbiamo presentato in sede istituzionale, ma che già a partire da domani porteremo in tutte le piazze e province di tutta la regione“.

Perché questa proposta “ritorna viva”?

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Fonte: Gay News

La proposta ritorna viva perché, purtroppo, la comunità LGBTQ+ pugliese aveva già avanzato la richiesta di una legge regionale in difesa dei diritti dei suoi membri. Legge che però è stata approvata soltanto dalla Giunta. Infatti, il Consiglio regionale aveva agito con una mancata calendarizzazione del disegno di legge nel 2019.

Ci sono voluti più di due anni per riaprire la questione, e soltanto dopo la rivisitazione del testo da illustrare al Consiglio. Tutto questo dopo la vergognosa reazione scatenata in risposta contro gli attivisti del comunità LGBTQ+, intenti a manifestare contro il silenzio che era calato su una legge in grado di permettere più sicurezza e giustizia alle vittime di discriminazioni omofobe.

Era stata sempre Titti De Simone ad esprimersi su questo terribile episodio: “Ieri è successa una cosa che mi ha fatto vergognare. Ho deciso di dirlo perché i luoghi della politica e delle istituzioni hanno per me una sacralità. Con il massimo rispetto quindi per le istituzioni e per chi le dirige, non si caccia dal Consiglio regionale nessuno! Perché quella è la casa dei cittadini. Sono stati esposti solo alcuni cartelli, in silenzio, per richiamare l’urgenza della calendarizzazione della legge contro l’omotransfobia“.

I rappresentanti di diverse associazioni LGBT e della Casa delle donne del Mediterraneo sono stati allontanati dall’aula malgrado avessero regolare pass fornito da diversi consiglieri, e c’è stato anche un tentativo di riconoscimento da parte della pubblica sicurezza. Tentativo di denuncia per fortuna interrotto dall’intervento dell’assessore Borraccino. Non è mai successo, eppure di proteste ce ne sono sempre state, soprattutto ne ricordo recentemente una sulla xylella piuttosto animata. Ieri ho sentito da diversi consiglieri regionali, commenti che mi hanno fatto vergognare delle istituzioni. Una brutta pagina. Che conferma quanto l’omofobia sia dentro“.

La gioia di un’Italia che non ha smesso di lottare

Dopo l’affossamento del DDL Zan non sono mancate le proteste e le manifestazioni che continuano a costellare il nostro Paese. La notizia di questa nuova proposta di legge contro la discriminazione della comunità LGBTQ+ diventa una speranza per un’Italia più inclusiva e in linea con il rispetto di ogni diversità che contraddistingue gli esseri umani.

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Fonte: Twitter

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