E dopo aver visto le buone notizie, passiamo a un lato tragico della nostra Italia: chi sono stati i politici più omofobi di quest’anno? Ne abbiamo scelti cinque, con le loro citazioni peggiori, ma ovviamente non sono tutti. Ad esempio, non troverete Matteo Salvini e Giorgia Meloni che, per quanto si macchino di omofobia, non sono neanche i peggiori fra quelli che elencheremo oggi. Nel 2022 siamo sopravvissuti con politici che hanno applaudito alla bocciatura di un decreto che aveva come unico obiettivo quello di proteggere maggiormente le minoranze, e con loro entreremo anche nel 2023.
In Italia esiste un problema di omofobia, non è una novità. Se cerco nei vari articoli del blog la parola omofobia, ho davvero il dubbio su quale linkare, in quanto ci sono stati davvero tanti atti di omobitransfobia nella nostra bella quanto triste Italia. Abbiamo letteralmente dei politici che si sentono in diritto di essere omofobi, nascondendosi dietro la libertà di opinione. Visto che non ne parleremo nell’articolo, voglio menzionare il nostro Presidente, Giorgia Meloni, che non si definisce omofoba ma che in più occasioni ha dimostrato di esserlo.
Nel comizio con Vox, la Meloni disse: «Sì alla famiglia naturale, no alla lobby LGBT! Sì all’identità sessuale, no all’ideologia gender! Sì alla cultura della vita. No all’abisso della morte. Sì all’universalità della Croce. No alla violenza dell’Islamismo. Sì ai confini sicuri. No all’immigrazione di massa. Sì al lavoro della nostra gente. No alla grande finanza internazionale». Delle parole che non sono fraintendibili. Delle parole omofobe, islamofobiche, razziste, persino contro il diritto all’aborto. Non si è fatta mancare nulla.
Aggiunse anche parole contro l’ideologia gender (ricordate quando disse di non sapere cosa fosse?): «Se andate oltre gli slogan, vi accorgerete di come il vero obiettivo dell’ideologia gender non sia quello tanto decantato della lotta alle discriminazioni, e neanche quello del superamento delle differenze maschio-femmina. Il vero obiettivo non dichiarato, ma tragicamente evidente, è la scomparsa della donna e soprattutto la fine della maternità. L’uomo oggi può essere tutto, padre e madre, in un’ampia gamma che va dal femminile al maschile, mentre le parole più censurate dal politicamente corretto sono madre e moglie».
E nonostante ciò, non è neanche fra i cinque politici più omofobi del 2022. Immaginate come sono messi gli altri.
I 5 politici più omofobi del 2022
Simone Pillon
Come posso non iniziare con lui? Con il Simone nazionale, che proprio di recente è stato ufficialmente accusato di aver diffamato Omphalos? Simone Pillon non tenta neanche di nascondere la sua omofobia, è quasi un vanto per lui. Ogni occasione, letteralmente ogni occasione, è perfetta per andare contro la comunità LGBT, anche quando la comunità centra poco e niente. Pubblica diversi quadri in cui mostra quella che per lui è una “famiglia tradizionale”, poi quotidianamente contestata perché oltre a essere omofobo è anche ignorante. Se dovessimo dare un premio per l’omofobia, Simone Pillon sarebbe il vincitore.
Mario Adinolfi
Al secondo posto ci mettiamo Mario Adinolfi, che se la gioca davvero tanto con il politico precedente. Omofobo, transfobico, incoerente. Ultimamente ha fatto parlare di sé perché ha avuto il coraggio di andare contro Mbappé e la sua fidanzata, una donna trans, dicendo che «è da Renzi 2016 (legge Cirinnà), che spiego che certe frequentazioni anomale stancano e portano male. Mbappè caro, la “fidanzata” iperaccessoriata è sgradita a Maria. E Di Maria vi suona». Poi ha cancellato il tweet. Ma non è la sua unica uscita. In tutto il 2022 ha dimostrato più e più volto di essere omofobo.
Elena Donazzan
Elena Donazzan è divenuta letteralmente famosa perché ha scritto dei post transfobici contro la docente Cloe Bianco, che poi si è suicidata nel peggiore dei modi: ardendosi viva insieme al suo camper. L’assessora ha deriso pubblicamente la donna, e anche dopo la sua morte ha continuato con il suo omicidio mediatico, continuando a rivolgersi a Cloe con i pronomi maschili, senza aver mai minimamente chiesto scusa per quello che ha detto. C’è da dire che il caso di Cloe Bianco è stato archiviato, ma… Com’è che si dice? Verremo tutti giudicati da qualcuno di Superiore.
Jacopo Coghe
Jacopo Coghe, portavoce di Provita Onlus, è un altro di quelli che proprio non prova a nascondere la propria omofobia. Quest’anno ha deciso di decidere di andare contro le carriere alias, notificando alle scuole «circa 150 diffide ad altrettante scuole che hanno approvato la cosiddetta Carriera Alias per “alunni transgender” su pressione del movimento LGBTQIA+, intimandone l’immediato annullamento».
Il motivo delle difficile è quello di «assegnare un nome diverso a uno studente in base a una mera auto-percezione di genere, per di più priva di una diagnosi di disforia di genere, non solo è una procedura dannosa per la sua sana maturazione psico-fisica, ma è soprattutto in aperto contrasto con le normative vigenti in campo amministrativo, civile e potenzialmente anche penale».
Il governo conferma madre e padre sulla carta d’identità anzichè l’ideologico genitore 1 e genitore 2. Ogni bambino nasce da una mamma e un papà, tutto il resto è pura ideologia.
— Jacopo Coghe (@jacopocoghe) December 27, 2022
Potrebbe interessarvi: La verità su genitore 1 e genitore 2: ennesimo fail della destra
Eugenia Maria Roccella
Infine, concludiamo con una persona che tutto dovrebbe essere, tranne che omofoba, in quanto Ministra della Famiglia (e, lo sappiamo, non esiste solo un tipo di famiglia e lo sanno benissimo molti conservatori che la famiglia tradizionale la vogliono solo per gli altri), ovviamente Eugenia Maria Roccella, che da anni dimostra di non importarsene minimamente delle persone LGBT. Pensiamo, ad esempio, a quando disse che «il problema dell’intolleranza verso gli omosessuali sicuramente esiste, ma non credo però si tratti di un’emergenza» o ancora quando disse di voler «abolire, o cambiare radicalmente, le leggi contro la famiglia fatte dal centrosinistra nella passata legislatura».
Ma dove siamo finiti?
Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull’italiano standard e neostandard, “paladina delle cause perse” e studentessa di Didattica dell’Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
Instagram: @murderskitty