Dopo la pubblicazione del libro «La familia grande», scritto da Camille Kouchner, giurista di professione, in Francia esplode l’hashtag #Metooincest; come ha potuto una biografia di questa donna aver creato così tanto scalpore sul social media del uccellino azzurro?
“Se ci viene tolta la libertà di parola, noi, muti e silenziosi, saremo trascinati come pecore al macello” diceva George Washinton con questa citazione un po’ cruda per i tempi moderni ma che tuttavia riassume per bene quello che cerca di prevenire questo movimento in continuo incremento di utenti sulla piattaforma Twitter.
#MeTooIncest: “La familia grande” e i suoi contenuti
In questo suo libro/biografia, la signora Kouchner, scrive a proposito della sua famiglia allargata e di come fosse un clima sempre aperto al dibattito, nel bene e nel male; la pubblicazione di questo suo primo libro ha scatenato una reazione abbastanza giustificata dai contenuti scritti.
In uno di questi capitoli, viene raccontato che un giorno durante l’adolescenza della stessa scrittrice, vide il suo patrigno entrare nella stanza da letto del suo fratello gemello, il ragazzo successivamente confesserà l’accaduto alla sorella, e lo stesso patrigno aveva usato la scusa che fosse una pratica “normale” tra parenti, quando in verità voleva solo usare il corpo del ragazzino per azioni maliziose.
Il patrigno che viene citato nella storia è un nome abbastanza di spicco nel mondo della politica francese, il suo nome è Olivier Duhamel, politologo, ex-presidente della National Political Science Foundation (FNSP) e autore di La Constitution de la Cinquième République, un libro studiato da tutti gli appassionati di giurisprudenza
Lo stesso Duhamel lasciò il suo incarico nel FNSP, 2 giorni prima dell’uscita del libro; la motivazione sono tutte le accuse scritte su di lui nel libro della sua figliastra. «Non ho nulla da dire su ciò che, in ogni caso, verrà deformato»: questa è stata l’unica reazione del politologo francese.
Le conseguenze su Duhamel di #MeTooIncest
Il libro è uscito in libreria il 7 gennaio, edito da Le Seuil e, dopo 24 ore, la procura di Parigi con il suo procuratore, Remy Heitz, ha deciso di aprire un’indagine contro Duhamel per «stupri e aggressioni sessuali» attuate su un minore di 15 anni. Tra l’altro, un procedimento analogo era stato aperto in passato ma archiviato nel 2011.
«Le nuove investigazioni affidate alla Brigata per la protezione dei minori (BPM) della direzione regionale della polizia giudiziaria (DRPJ) faranno luce su questi fatti, per identificare ogni altra vittima potenziale e verificare l’eventuale prescrizione dell’azione pubblica», ha detto il procuratore Heitz.
Il politologo ormai ha abbandonato il suo profilo Twitter, ma prima di eliminare l’account ha scritto: «Essendo oggetto di attacchi personali e desideroso di tutelare le istituzioni nelle quali lavoro, lascio i miei incarichi». Duhamel si occupava di diritto costituzionale ed era direttore del programma Mediapolis.
Il libro di Camille Kouchner ha coinvolto anche il padre e la seconda moglie, la conduttrice Christine Ockrent, che non hanno minimamente sostenuto i figli, neanche quando sono venuti a conoscenza dell’incesto e della pedofilia. Insieme a loro, anche il direttore di SciencesPo, Frederic Mion, è stato travolto dallo scandalo.
Questo perché, sebbene si sia dichiarato sconvolto per «la nostra istituzione», molti studenti che chiedono anche le sue dimissioni per non essere intervenuto in alcun modo sebbene fosse informato della vicenda dal 2019. I sindacati studenteschi, infatti, sostengono che Mion, amico e collega di Duhamel, fosse già a conoscenza di questo suo scandalo.
#MeTooIncest: le testimonianze su Twitter
Da quando il libro è stato pubblicato, in Francia come in tutto il mondo tantissimi ragazzi e ragazze hanno fatto sentire la propria opinione, ma soprattutto la propria storia, con l’hashtag #MeTooIncest, e questo ci fa solo rendere conto di quanti adolescenti e bambini siano vittime di violenze sessuali persino nelle mura domestiche
TW VIOL.
j’avais environ 8 ans et tu as 8 ans de plus que moi, je ne peux pas en parler parce que maintenant tu es père de famille et tu ne t’en souviens pas, je suis la seule ersonne à s’en rappeler et je dois garder ce secret pour ne rien détruire. #MetooIncest
— sidelines (@erosft) January 16, 2021
J’avais 8 ans. Puis 9, puis 10. C’était mon oncle.
Et il m’a fallu trois jours pour réussir à écrire ça, presque trente après.#MetooIncest
— Mynette ¿’ (@MynetteMiller) January 18, 2021
«Avevo circa 8 anni e tu avevi 8 anni più di me, non posso parlarne perché ora sei padre di famiglia e non lo ricordi, sono l’unico che lo ricorda e devo mantenere questo segreto per non distruggere nulla», scrivere il primo. La seconda, invece: «Avevo 8 anni. Poi 9, poi 10. Era mio zio. E mi ci sono voluti tre giorni per scriverlo, quasi trenta anni dopo».
E le testimonianze sull’hashtag #MeTooIncest continuano, sono tante, sia da parte di uomini che da parte di donne. C’è chi ha ricordato dopo anni, chi invece ha sempre ricordato ed è cresciuto con quel trauma. È assurdo constatare quanto la violenza sessuale, nei confronti di minori da parte di parenti più grandi, sia così frequente.
Andrew o anche conosciuto con lo pseudonimo di Fox ma non sono un appassionato di segni zodiacali; cerco sempre nuovi hobbies e mi sono imbattuto nella scrittura di articoli su questo blog.