Addio Emanuele Macaluso: chi era?

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Ci è arrivata questa mattina la triste notizia della morte di Emanuele Macaluso. Durante la riunione del Senato in merito alla crisi di governo è stato fatto un minuto di silenzio in suo onore, e in molti, in particolare i più giovani che stavano seguendo gli interventi, si sono chiesti chi fosse, per questo motivo oggi ricordiamo la sua vita e quello che ha fatto per l’Italia. Chi era Emanuele Macaluso?

È morto a 96 anni e, nonostante la sua salute e la sua anzianità, non ha mai smesso di preoccuparsi per l’Italia. Pensate che, come fa sapere la Repubblica in un articolo commovente in cui si ricordare il senatore, fino alla scorsa settimana si interessava ancora alla crisi di governo, chiedendo cosa stesse succedendo e raccontando di come, ogni mattina, leggesse i quotidiani per tenersi informati con il mondo. Oggi a noi basta accendere lo smartphone e trovarci le notizie più interessanti fra le notifiche, ma per Emanuele Macaluso leggere un giornale era una routine.

Chi era Emanuele Macaluso

Emanuele Macaluso era un ex senatore e un giornalista, nato a Caltanissetta nel lontano 21 marzo 1924. È stato un parlamentare per quasi 30 anni, dal 1963 al 1992. È stato direttore dell’Unità, un membro dellacorrente migliorista del Pci, insieme a Giorgio Napolitano con cui ha condiviso anche una grande amicizia per tutta la vita. È stato segretario regionale del Partito Comunista, a cui si era iscritto clandestinamente nel 1941, quando ancora vi era il regime fascista.

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Fonte: twitter

Dopo 10 anni ha iniziato la sua carriera politica come deputato regionale in Sicilia. Per lungo tempo è stato un riformista, ha sempre cercato di riconoscere le «ragioni del socialismo». Negli anni Ottanta, con Napolitano e Gerardo Chiaromonte, Emanuele Macaluso ha avviato la corrente del migliorismo, termine coniato dal filosofo Salvatore Veca. Il migliorismo sostiene ilmiglioramento del capitalismo dall’interno, tramite delle riforme e una politica socialdemocratica che non si deve opporre al capitalismo in maniera conflittuale.

Fino al 1947 ha diretto la Camera del Lavoro e, da quell’anno fino al 1951, fu segretario regionale del sindacato della Cgil. Ovviamente è stato sottoposto a molti processi, anche insieme a Pio La Torre in merito alle occupazioni delle terre a Corleone controllate dal mafioso Luciano Liggio. Perché, dovete sapere, che Emanuele Macaluso ha lottato per tutta la sua vita contro la mafia.

Non ha mai sostenuto il Partito Democratico, infatti quando il Pci si sciolse e nacque il Pds, decise di lasciare attivamente la politica. «Non sono iscritto e credo che le primarie vadano bene per eleggere il candidato premier, non il segretario, che in tutto il mondo è eletto dagli iscritti. Se con 2 euro e un certificato chiunque può votare, viene fuori un partito liquido. È questa la prima riforma che Zingaretti deve fare. Io non ho mai aderito al Pd, perché penso sia stata una fusione a freddo di stati maggiori, senza spinta popolare. E infatti è finita come avevo previsto»,aveva detto al Corriere della Sera.

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Fonte: twitter

Non aveva neanche risparmiato le critiche a Matteo Renzi, che lui ha definitoproblema serio: «Si vanta di aver distrutto il M5S e invece ha anticipato molte cose dei grillini, dalla questione dei privilegi dei parlamentari, alle polemiche contro le istituzioni. È arrivato persino a togliere la bandiera europea e non ha mai creduto nel Pse. Infatti incontrò il leader dei Ciudadanos spagnoli, quelli che fecero l’accordo con la destra contro i socialisti. Renzi non sa cosa sia la sinistra, mentre Zingaretti lo sa».

Come giornalista ha collaborato conLa voce della Sicilia, con l’Unità, con laRinascita, con ilGiorno, ilGazzettino, con laStampa,ilMattino, ilRiformista (che ha anche diretto per due anni, dal 2011 al 2012). Emanuele Macaluso è stato un uomo che non è mai stato con le mani in mano, che ha sempre cercato di fare il bene per l’Italia. Ha anche scritto molti libri, tra cuiLa mafia e lo Stato (1971),Togliatti e i suoi eredi (1988),Andreotti fra la mafia e lo Stato (1995),Da cosa non nasce cosa. Conversazione sull’unità della sinistra (1997),La mafia senza identità (1999),50 anni del Pci (2003),Al capolinea. Controstoria del Pd (2007) e tanti altri ancora.

Come lo ricordano i politici

Giuseppe Conte, prima di iniziare il suo discorso al Senato e dopo un minuto di silenzio per Emanuele Macaluso, afferma: «Mi associo, a nome del governo, a questo ricordo del senatore Macaluso. Io credo che anche chi non ha condiviso le idee politiche possa condividere che è stato un grande protagonista della vita politica e culturale italiana».

Enrico Letta, invece, lo ricorda così:

Enzo Amendola, invece: «Mancherai Emanuele Macaluso. La sinistra italiana e meridionale perde un protagonista di tante vittorie per la giustizia e la democrazia. La storia saprà essere generosa con te e la tua generazione. Che la terra, la stessa che ti vide impegnato in grandi lotte, ti sia lieve».

Anche Roberto Speranza, si unisce: «Mi mancherà Emanuele Macaluso. Un uomo di rara intelligenza, impegnato fino all’ultimo a dare la sua lettura del mondo e dell’Italia. Un pezzo di storia della Repubblica che ci lascia», mentre Nicola Zingaretti, su Facebook, scrive:

«Provo un dolore immenso per la morte di Emanuele Macaluso. Al Pd, alla sinistra, all’Italia lascia in eredità il suo impegno civile e politico e il suo amore per la democrazia.

Ora il miglior modo per onorare questo grande italiano è spendere ogni nostra energia per affermare un’idea nobile di politica, basata sul confronto libero tra le idee, battersi per i diritti delle persone, per la giustizia sociale e per la libertà.
Ciao Emanuele.»
Il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, invece, lo ricorda con una sua citazione: «‘Se non scrivo i miei pensieri mi sento morire’, ripeteva. E così Emanuele Macaluso ha lavorato, riflettuto, fino alla fine dei suoi giorni. Diciamo addio a un pezzo importante di storia della sinistra italiana. Storia politica, culturale, ideale nel senso più nobile della parola».
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Fonte: twitter
Addio Emanuele Macaluso.

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