Emanuele Filiberto di Savoia, dopo aver chiesto scusa alla comunità ebraica per le azioni di suo nonno durante la seconda guerra mondiale (principalmente per non aver agito in alcun modo difronte alle Leggi Razziali), si esprime anche riguardo a Sanremo 2021, l’argomento topic in questi giochi (se la gioca con la crisi di governo e abbiamo detto tutto).
Amadeus vuole il pubblico, i cantanti vogliono il pubblico, i professionisti (non tutti) non lo vogliono, poiché metterebbe in pericolo a causa della pandemia, il pubblico invece si divide: c’è chi non ci trova nulla di male, poiché ci sono anche altri programmi che stanno utilizzando un pubblico pagante come era stato proposto, altri invece ritengono che sarebbe irrispettoso nei confronti delle morti (però quest’estate se ne fregavano tutti e magari non dicevano nulla ai soggetti senza mascherina in piazza tutti assembrati).
Anche Emanuele Filiberto, che a Sanremo ha partecipato nel 2010 con Pupo e Luca Canonici, gareggiando con Italia amore mio, ha espresso la sua opinione su un ipotetico Sanremo senza pubblico, e ha parlato con l’Adnkronos: «Un cantante ha bisogno del pubblico, solo la televisione non è la stessa cosa. Un presentatore, un conduttore come Fiorello, che si appoggia molto alla platea per le sue battute, ha bisogno del pubblico. Vogliamo tutti fare i perbenisti e i politically correct, ma è ridicolo perché non è così che si combatte il virus».
Insomma, da una parte Emanuele Filiberto ha ragione, sicuramente per i cantanti e i conduttori che si trovano davanti una platea vuota, non è la stessa cosa. Non c’è interazione, non ci sono risate, neanche fischi. Non c’è nulla davanti a sé e sembra di parlare e cantare… da soli. Come se fossero delle prove. Dall’altra, però, il politically correct non c’entra nulla. Semplicemente si ha paura e si cerca di evitare altri eventuali contagi (cosa che si sarebbe dovuta fare anche quest’estate!).
Emanuele Filiberto sul pubblico a Sanremo
«Giusto fare comunque il festival, Sanremo deve andare avanti, l’industria della musica deve andare avanti, ma non è così che si combatte la pandemia perché l’unico modo per non far viaggiare il virus è adottare tutte le misure di sicurezza necessarie e tornare a vivere», ha ribadito Emanuele Filiberto. E come dargli torto? L’industria della musica ha subito molto in quest’ultimo anno, come la gran parte delle industrie (praticamente solo quelle alimentari e farmaceutiche sono state immuni), per questo se c’è un modo per farla ripartire con Sanremo e ovviamente in sicurezza, perché no?
Emanuele Filiberto ha poi parlato della cultura nel 2020, di come «quello che sta succedendo sia un gran peccato. Teatri chiusi, spettacoli annullati. Stanno ammazzando il cinema e la cultura. Già con le piattaforme digitali il processo era iniziato, ora è il paradosso». Purtroppo, però, non dobbiamo dare la colpa al governo di questo. Un conto è Sanremo con un pubblico che si sottopone al tampone, un altro è un cinema o uno spettacolo teatrale dove il pubblico non si tampona e magari si abbassa la mascherina perché non controllato.
«A mio avviso il grande problema di questa pandemia è che non si può riaprire ad esempio i ristoranti e non riaprire i cinema: è un’aberrazione, la cultura è fondamentale. Cosa vuol dire non avere il pubblico nei teatri e nei cinema ma lasciare le metro, i treni e gli aerei aperti, dove stiamo tutti attaccati? Secondo loro lì il virus non c’è?». Sì, la cultura è fondamentale, ma lo è anche la salute.
Sui mezzi pubblici penso che siamo tutti d’accordo. La riapertura delle scuole, distanziati, ma con i mezzi per arrivare stra-colmi è una grandissima pagliacciata. Così come vedere le piazze affollate ma poi vietare ai congiunti fuori regione di vedersi, viaggiando in un treno con mascherina e distanziamento.
Per Emanuele Filiberto la soluzione per avere un Sanremo con il pubblico sarebbe «lasciare lo spazio fra le sedie, fare i tamponi, adottare tutte le misure di sicurezza necessarie e ripartire. Siamo tutti grandi, non abbiamo bisogno dei diktat della politica. Bisogna far ripartire la cultura, perché un paese non va avanti senza». Purtroppo, sul fatto che siamo tutti grandi avrei un po’ di prove sul fatto che sono anche i grandi a non rispettare le regole (e anche i politici!).
Voi cosa ne pensate: siete dell’opinione di Emanuele Filiberto, ovvero Sanremo con pubblico, oppure ritenete che potrebbe andare bene anche con una platea vuota?
Giulia, 25 anni, laureata in Lettere Classiche, “paladina delle cause perse” e studentessa di Filologia Italiana. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
Instagram: @murderskitty