La bambina di 10 anni morta a causa di una cintura troppo stretta intorno al suo collo è stato una delle prime tragedie del 2021, e i media come i social hanno subito dato la colpa a Tiktok, piattaforma che la bambina usava abitualmente. Si è pensato, basandosi sul nulla, che la bambina avesse partecipato a una blackout challenge, ovvero una challenge di resistenza che però non esiste, ma i media come i social hanno preferito lucrarci sopra.
In ogni caso, dopo che il telefono della bambina è stato sbloccato grazie ai periti informatici, tutte le accuse nei confronti dei social network sono risultate infondate. In molti infatti si aspettavano di trovare tra gli ultimi video anche gli ultimi e tragici minuti di vita della giovanissima vittima, in cui si toglie la vita. Questo perché, anche in seguito alle dichiarazioni della sorellina minore, si pensava che avesse fatto tutto per una challenge.
La Repubblica, infatti, ci fece sapere che la sorellina minore della bambina aveva riferito ai genitori come anche allo psicologo che «ha fatto il gioco dell’asfissia» che, a quanto pare, aveva anche già provato anche davanti a lei. Proprio questo aveva portato gli investigatori alla ricerca di un’ipotetica challenge. Tuttavia, adesso che gli esperti hanno potuto controllare il cellulare della bambina, hanno potuto confermare che sul suo Tiktok non c’è alcuna challenge. Adesso resta solo da vedere se qualcuno l’abbia contattata per partecipare a un gioco mortale.
Tiktok non c’entra niente con la morte della bambina?
Non sappiamo se Tiktok c’entra o no qualcosa con la morte della bambina. Potrebbe aver anche solo influenzato, qualcuno potrebbe averla contattata (su Tiktok come sugli altri social), oppure potrebbe non c’entrare nulla e noi avremmo dato la colpa a un social solo perché influenzati a nostra volta da come, ormai, governino le vite di tutti, persino dei più giovani, fino a farle concludere.
La piccola bambina, di cui noi, sebbene ormai sia di dominio pubblico, non diremo il nome né pubblicheremo sue foto per rispetto nei suoi confronti e nei confronti della sua famiglia, avrebbe detto ai genitori di far la doccia, poi avrebbe appoggiato il cellulare sulla mensola del bagno e si sarebbe legata la cinta dell’accappatoio intorno alla gola, fino a non respirare più.
Il fatto che manchi il video fa pensare agli inquirenti che la bambina o non sia riuscita ad attivare il video per registrarsi o che semplicemente non si stava preparando per una sfida e, quest’ultima, è un’ipotesi più che plausibile poiché non ci sono neanche chat in cui viene invitata o in cui parla di quest’ipotetica sfida. Ci sono solo innocenti chat con le sue amichette. In ogni caso, la Procura ha lo stesso aperta due indagini per istigazione al suicidio nei confronti di ignoti.
A coordinare l’indagine sono Laura Vaccaro, procuratore aggiunto, Ludovica D’Alessio e Maria Bambino, sostituiti, Massimo Russo, della Procura dei minorenni. Tuttavia, le accuse potrebbero cadere nel momento in cui, da nessuna parte, vengono trovati dei messaggi o qualsiasi traccia dell’invito alla sfida, o della sfida. Se questo dovesse essere avvenuto via video, ovviamente non c’è la possibilità di ritrovarlo.
Intanto, come vi abbiamo già fatto sapere in un altro articolo, Tiktok effettuerà i dovuti controlli per evitare che i minori di 13 anni, come da regolamento, si iscrivano al social. Prima, bloccherà tutti gli account, chiedendo che venga inserita l’età per riaccedervi. Per il momento farà solo questo, ma il Garante della Privacy si assicurerà che verranno inseriti anche altri controlli, che dovrebbero avvenire con l’intelligenza artificiale. Si possono anche segnalare i profili dei minori, ma non sappiamo come Tiktok si assicurerà che siano effettivamente minori di 13 anni.
Giulia, 25 anni, laureata in Lettere Classiche, “paladina delle cause perse” e studentessa di Filologia Italiana. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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