Dopo 30 anni di latitanza, è stato arrestato Matteo Messina Denaro

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Matteo Messina Denaro, boss mafioso, è stato arrestato dai carabinieri del Ros dopo 30 anni di latitanza. L’inchiesta che ha portato alla cattura del capomafia di Castelvetrano (Tp) è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dal procuratore aggiunto Paolo Guido. Il mafioso si trovava in una clinica privata, La Maddalena di Palermo, e si stava curando in day hospital da più di un anno. Subito la notizia ha fatto il giro d’Italia e diversi politici hanno espresso le proprie congratulazioni ai carabinieri per l’importante cattura, in primis il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

In un’epoca in cui i mafiosi vengono romanticizzati su TikTok e su Netflix, parlare dell’arresto di Matteo Messina Denaro è importantissimo. Leggere di americane che vogliono il loro “sicilian mafia boy“, mentre noi italiani ricordiamo tutte le vittime con l’amaro in bocca, è una situazione che fa vomitare. Chiaramente, la colpa di questa romanticizzazione è di film non italiani (ma a cui partecipano anche italiani) come 365 giorni, con mafiosi considerati sexy e che alla fine proteggono con una recitazione molto discutibile la propria bambolina. Ma di quanto 365 giorni faccia pena a partire dalla trama, ne abbiamo parlato fin troppo.

Quando si parla di mafia, non si dovrebbe parlare di storie d’amore. Si dovrebbe parlare delle vittime, di tutte quelle persone che sono state uccise solo perché non si sono fatte corrompere, solo perché hanno alzato lo sguardo e hanno cercato giustizia. Matteo Messina Denaro è il figlio del vecchio capomafia di Castelvetrano, Ciccio, storico alleato dei corleonesi di Totò Riina, ed era latitante dal 1993, quando in una lettera scritta alla fidanzata dell’epoca, Angela, dopo le stragi mafiose di Roma, Milano e Firenze, preannunciò l’inizio della sua vita da Primula Rossa.

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Il piccolo Giuseppe Di Matteo

«Sentirai parlare di me, mi dipingeranno come un diavolo, ma sono tutte falsità», scrisse, ovviamente facendo riferimento a come il suo nome sarebbe stato legato a omicidi. Tant’è che il capo mafioso è condannato all’ergastolo per decine di omicidi, tra i quali quello del piccolo Giuseppe Di Matteo, il figlio del pentito strangolato e sciolto nell’acido dopo quasi due anni di prigionia, per le stragi del ’92, costate la vita ai giudici Falcone e Borsellino, e per gli attentati del ’93 a Milano, Firenze e Roma. Era l’ultimo boss mafioso ancora ricercato, per cui adesso possiamo ritenere concluso uno dei periodi più bui dell’Italia. Ma non dimentichiamolo.

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Matteo Messina Denaro è stato arrestato: la risposta dei politici

Matteo Messina Denaro è stato arrestato (senza opporsi all’arresto) mentre stava facendo dei controlli in una clinica privata di Palermo. Il comandante del Ros dei carabinieri Pasquale Angelosanto dopo l’arresto ha aggiunto che il mafioso doveva sottoporsi a delle terapie. Alla clinica era registrato con il nome di Andrea Bonafede, nato il 23 ottobre 1963 e stamattina aveva l’appuntamento per il ciclo di chemioterapia. Lo si è appreso in ambienti sanitari della clinica Maddalena di Palermo dove era in cura per un tumore. Nella scheda di accettazione della clinica è scritto “Prestazioni multiple – infusione di sostanze chemioterapiche per tumore“.

L’arresto dell’ultimo boss è avvenuto a 30 anni esatti da quello di Totò Riina, che fu catturato il 15 gennaio del 1993, sempre a Palermo, e come ai tempi, la notizia ha fatto subito il giro d’Italia e tutti i politici hanno voluto dire la propria opinioni sul proprio profilo social.

«L’arresto di Matteo Messina Denaro è una notizia bellissima, è un risultato storico. Questa è una giornata di festa per tutto il Paese. Complimenti a chi ci ha lavorato a cominciare da inquirenti e forze dell’ordine. Oggi un giorno di felicità. Bravi tutti. Viva l’Italia», scrive Matteo Renzi, leader di Italia Viva. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, si aggrega: «Arrestato Matteo Messina Denaro! Complimenti alle forze dell’ordine, alla magistratura, alle migliaia di persone che ogni giorno, in silenzio, lavorano per difendere la giustizia. Grazie ai ROS ed ai magistrati per il loro lavoro».

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Matteo Messina Denaro

Ovviamente non poteva mancare Matteo Salvini, vicepremier e Ministro delle Infrastrutture: «Dopo trent’anni di latitanza è finito in manette il superboss Matteo Messina Denaro. È con profonda emozione che ringrazio le donne e gli uomini dello Stato che non hanno mai mollato, confermando la regola che prima o poi anche i più grandi criminali in fuga vengono braccati e assicurati alla giustizia. È una bella giornata per l’Italia e che serve da ammonimento per i mafiosi: le istituzioni e inostri eroi in divisa non mollano mai».

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Subito dopo arriva Giorgia Meloni: «Una grande vittoria dello Stato che dimostra di non arrendersi di fronte alla mafia. All’indomani dell’anniversario dell’arresto di Totò Riina, un altro capo della criminalità organizzata viene assicurato alla giustizia. I miei più vivi ringraziamenti, assieme a quelli di tutto il governo, vanno alle forze di polizia, e in particolare al Ros dei Carabinieri, alla Procura nazionale antimafia e alla Procura di Palermo per la cattura dell’esponente più significativo della criminalità mafiosa. Il governo assicura che la lotta alla criminalità mafiosa proseguirà senza tregua, come dimostra il fatto che il primo provvedimento di questo esecutivo – la difesa del carcere ostativo – ha riguardato proprio questa materia».

Enrico Letta: «Complimenti alle forze dell’ordine e alla magistratura e a tutti coloro che hanno reso possibile la cattura di Matteo Messina Denaro. La mafia alla fine perde sempre. Un messaggio fondamentale di questo storico 16 gennaio». Pierferdinando Casini: «Complimenti alle Forze dell’ordine e al Ministro dell’Intero Matteo Piantedosi per l’arresto di Matteo Messina Denaro. Finalmente! È un bel giorno per lo Stato».

Antonello Cracolici, presidente della commissione regionale Antimafia: «Matteo Messina Denaro finisce qui la sua storia criminale, adesso la Sicilia è più libera. Congratulazioni ai carabinieri del Ros, alla Procura di Palermo che ha diretto l’operazione ed agli apparati dello Stato che hanno permesso questo straordinario successo. Adesso si colpisca la rete dei fiancheggiatori che lo ha protetto nella sua lunghissima latitanza». Piantedosi: «Grandissima soddisfazione per un risultato storico nella lotta alla mafia. Complimenti alla Procura della Repubblica di Palermo e all’Arma dei Carabinieri che hanno assicurato alla giustizia un pericolosissimo latitante. Una giornata straordinaria per lo Stato e per tutti coloro che da sempre combattono contro le mafie».

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Matteo Messina Denaro

Maurizio De Lucia, procuratore di Palermo: «Come sempre in questi casi è un lavoro di squadra portato a termine dal Ros dei carabinieri in maniera eccezionale, ma che viene da lontano perché è un lavoro sostanzialmente congiunto nella ricerca del latitante tanto da parte della Polizia di Stato, che ha chiuso alcuni spazi, quanto dei carabinieri che poi hanno portato a termine l’operazione di stamattina. Per noi è una cosa di estrema importanza. Per la Repubblica che ha dei doveri da adempiere nei confronti dei suoi martiri la cattura di Matteo Messina Denaro ha un’importanza storica perché era l’unico stragista rimasto in libertà, un debito che abbiamo cercato di onorare e ci siamo riusciti».

Oggi alle 17:00 ci sarà la conferenza di pm e Ros. Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni questa mattina sarà a Palermo e incontrerà il procuratore distrettuale e i magistrati che hanno coordinato le indagini e che hanno eseguito l’arresto del boss. Chiaro è, tuttavia, che per quanto possiamo gioire per l’arresto di un boss mafioso di tanta importanza, sono passati trent’anni, lui è malato di cancro e ha 60 anni. La sua vita l’ha vissuta abbastanza. È stato arrestato, o ha permesso di farsi arrestare?

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