Mattarella e il messaggio contro la violenza dopo l’aggressione al Michelangiolo di Firenze

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Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è intervenuto dopo l’aggressione davanti al liceo Michelangiolo di Firenze, in un discorso durante la consegna dei premi Alfieri della Repubblica e parlando direttamente al futuro dell’Italia, ovvero ai ragazzi, agli studenti. Intanto, il ministro Valditara non chiede minimamente scusa per le parole dette alla Preside di un liceo di Firenze che ha scritto una lettera antifascista e in tutta risposta si è vista minacciata dal ministro dell’Istruzione, e in più Lega e Fratelli d’Italia hanno votato contro la condanna dell’aggressione. Ma per fortuna ci pensa il Presidente Mattarella a ridare ordine al Governo.

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Iniziamo dal principio, la famosa aggressione di cui non si fa che parlare (sui social, si intende, dato che il governo se n’è completamente disinteressato). Sei militanti di Azione Studentesca (un movimento giovanile legato alla destra e di cui, tra l’altro, in giovane età faceva anche parte la nostra premier Giorgia Meloni) hanno aggredito due studenti appartenenti al SUM, un collettivo studentesco antifascista, del liceo Michelangiolo di Firenze. Ovviamente, il video e la notizia si è subito diffusa in tutt’Italia, tutte le testate più importanti ne hanno parlato, condivisa da giornalisti e anche da qualche influencer.

In conseguenza all’aggressione, né il ministro dell’Istruzione, tantomeno la premier o il vice premier che letteralmente mette bocca su tutto (ricordate la questione Oreo?) hanno voluto condannare o dare una qualsiasi opinione a riguardo. Finché una preside non ha scritto una lettera antifascista, citando persino Antonio Gramsci, «che i fascisti chiusero in carcere fino alla morte, impauriti come conigli dalla forza delle sue idee». Valditara a questo punto, ha detto che «se l’atteggiamento dovesse persistere vedremo se sarà necessario prendere misure». Ne abbiamo parlato meglio qui: Quando il governo non spende una parola per l’aggressione di Firenze… ma critica la lettera di un docente che condanna il fascismo.

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Fonte foto: Rete Studenti su Instagram

Poi, come se ciò non bastasse, Fratelli d’Italia e Lega, nel Consiglio regionale della Toscana, hanno deciso di astenersi, non votando l’atto proposto dal PD che aveva come unico obiettivo quello di prendere le distanze dai fatti avvenuti davanti a un liceo di Firenze per mano di Azione Studentesca, che, come ormai ben sappiamo (Aggressione di Firenze: il silenzio di Salvini e Meloni ha detto tutto), è proprio legata a Fratelli d’Italia, primo partito italiano. Ci chiediamo: e se fossero stati neri?

Il messaggio di Sergio Mattarella ai giovani

Si vive insieme agli altri in solidarietà, tutto questo è un antidoto contro la violenza perché indica un modello di vita che si contrappone a quello di sopraffazioni e violenza. La vediamo purtroppo sovente: violenza nelle famiglie, nelle abitazioni, contro le donne, in tante circostanze per strada, addirittura nei giorni scorsi davanti a una scuola contro ragazzi», ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella consegnando le insegne di Alfieri della repubblica, al Quirinale, alla presenza del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, seduto tra l’altro in prima fila.

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«Voi agite come fanno tante e tanti ragazze e ragazzi in Italia e in altri Paesi, praticando solidarietà, impegno comune. Tutto questo è un antidoto, una diga,  anche contro la violenza e per questo vi ringrazio, perché indica un modello di vita che si contrappone a quello di prepotenza, sopraffazione, violenza. La vediamo purtroppo sovente: violenza nelle famiglie, violenza nelle abitazioni, violenza contro le donne, violenza in tante circostanze per strada, nei giorni scorsi anche davanti a una scuola contro ragazzi».

Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella

Continua poi: «Vi sono episodi di violenza contro i quali la vera diga é ovviamente fatta dagli interventi della pubblica autorità. Ma è fatta in maniera prevalentemente dai comportamenti positivi del nostro tempo. Il nostro è un paese che ha sempre coltivato la civiltà della condizione umana». E poi fa proprio l’esempio della Seconda Guerra Mondiale, raccontando di come molti giovani si opponevano alla violenza. Ha ricordato soprattutto i ragazzi della Rosa Bianca, ragazzi poco più che ventenni che «seminarono per il futuro. Ragazzi che rifiutarono la pratica della violenza con messaggi, opuscoli e scritti e pagarono con la vita».

Infine, conclude parlando della guerra in Ucraina, di cui oggi ricorre un anno dall’inizio: «Oggi un giorno particolare perché si compie un lungo anno di guerra di aggressione della Russia all’Ucraina: nella nostra Europa non si vedeva una guerra per conquistare territori o per annetterlo dagli eventi drammatici della seconda guerra mondiale. La pace non è solo fatta da accordi tra i Paesi ma anche nei sentimenti dei popoli. Il nostro Paese ha sempre coltivato la civiltà della condizione umana».

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