Lush è uno dei brand preferiti dagli adolescenti e non solo, con ottimi prodotti al naturale, pro all’ambiente e a tutto ciò che possa proteggerlo, da bombe bagno, a shampoo, a bagni schiuma, tutti molto profumati, di tantissimi gusti diversi (io, da golosa quale sono, amo quella al cioccolato!). Adesso, però, hanno deciso di prendere una decisione che li rende molto diversi da tutti gli altri brand beauty del genere: hanno deciso di abbandonare definitivamente i social network.
L’annuncio è stato dato il 26 novembre, il giorno del Black Friday in cui tantissimi brand hanno approfittato per postare sul proprio profilo delle offerte imperdibili. Lush, invece, ha deciso di chiudere i proprio profili Facebook, TikTok, Instagram e Snapchat. Il motivo? I CEO dei social network non fanno abbastanza per tutelare la salute mentale dei propri utenti. Per questo motivo, Jack Constantine, chief digital officer e inventore dei prodotti di Lush, ha scritto un annuncio molto particolare:
«Come inventore di bombe da bagno, dedico tutti i miei sforzi alla creazione di prodotti che aiutino le persone a staccare la spina, rilassarsi e prestare attenzione al proprio benessere. Le piattaforme di social media sono diventate l’antitesi di questo obiettivo, con algoritmi progettati per spingere le persone a continuare a scorrere i contenuti e impedire loro di staccare i dispositivi e rilassarsi. Nello stesso modo in cui sono state ignorate e sminuite per decenni le prove contro il cambiamento climatico, così ora le preoccupazioni sui gravi effetti dei social media vengono ampiamente ignorate».
Jack Constantine
Una decisione che ovviamente farà perdere tantissimi milioni di euro alla società, poiché in particolare per i brand di make up, i social network sono fondamentali. «Sono felice di perdere 11 milioni di euro abbandonando Facebook», ha detto al The Guardian l’amministratore delegato Mark Constantine. «Ci siamo rafforzati durante il periodo del Covid, questo non ci distruggerà», ha detto ancora, aggiungendo anche che Lush non aveva altra scelta a causa dell’impatto negativo che Instagram ha sulle adolescenti.
«Ho trascorso tutta la vita a evitare di utilizzare ingredienti dannosi nei miei prodotti. Ci sono oggi prove schiaccianti che evidenziano quanto siamo a rischio quando utilizziamo i social media. Non ho intenzione di esporre i miei clienti a questo rischio, per cui è il momento di uscire dal giro».
Mark Constantine
«Stiamo parlando di suicidio qui, non di brufoli o se qualcuno dovrebbe tingersi i capelli di biondo. Come possiamo affermare di essere un’azienda premurosa se consapevoli di questo ci giriamo dall’altra parte?», hanno ancora affermato. Non si può dire quindi che Lush sia un brand che non pensi davvero ai propri compratori. Solo qualche giorno fa, in Italia, una ragazza è morta a causa dell’anoressia. Ovviamente non è detto che siano stati i social a influenzarla, ma ogni giorno tantissime ragazze si odiano a causa della finzione dei social network.
In ogni caso, Lush non intende essere proprio anti-social: «Faremo il possibile per trovare nuovi modi per connetterci, per costruire altrove canali di comunicazione migliori, oltre ad utilizzare i vecchi percorsi già provati e testati. Per ora possiamo connetterci con la community su Twitter e YouTube ogni giorno. Abbiamo sempre moltissimo da dire, ma quando saliamo su un palco vogliamo che sia sicuro».
La scelta di Lush di abbandonare i social
Questa è la politica anti-social di Lush, pubblicata sul loro sito ufficiale:
- Vogliamo utilizzare tutti gli strumenti di comunicazione più recenti e gli sviluppi che ci permettono di interagire con i nostri clienti e il mondo in generale.
- Desideriamo connetterci con i nostri clienti il più direttamente possibile – senza che questa interazione sia indebitamente controllata da terze parti.
- Vogliamo essere in grado di affidarci a piattaforme esterne per fornire i loro servizi in modo chiaro e trasparente che non nasconda le loro vere funzioni commerciali o flussi di reddito.
- Desideriamo utilizzare solo piattaforme e servizi che fanno del loro meglio per proteggere gli utenti da molestie, danni e manipolazioni.
- Non vogliamo partecipare a piattaforme che utilizzano i dati dei visitatori in modi inediti.
- Siamo favorevoli a piattaforme che non utilizzano algoritmi che si rivolgono agli utenti con contenuti negativi, notizie false o punti di vista estremi al fine di aumentare l’engagement, click e condivisioni.
- Come qualsiasi altro passatempo coinvolgente, desideriamo che le piattaforme progettino il loro prodotto per minimizzare il rischio di un uso eccessivo e incoraggiare modelli di utilizzo sani.
- La scelta delle piattaforme che utilizziamo per le comunicazioni cambierà nel tempo con la disponibilità di nuove piattaforme e servizi, ma terrà sempre conto delle considerazioni e delle preoccupazioni di cui sopra quando faremo le nostre scelte.
E voi cosa pensate di questa decisione?
Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull’italiano standard e neostandard, “paladina delle cause perse” e studentessa di Didattica dell’Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
Instagram: @murderskitty