La scorsa estate ha fatto tanto scalpore la storia di Linda Cerruti, o meglio il post in cui molto fieramente mostra le medaglie che non tanta fatica ha vinto con il nuoto sincronizzato alle competizioni europee. Ben otto medaglie. Ci si aspetterebbe solo commenti piacevoli, di congratulazioni e complimenti. E invece tantissime molestie online, solo perché la foto era in una posa tipica del suo sport, a gambe aperte, e quindi tutti i leoni (uomini e donne) da tastiera hanno dato il peggio di sé.
(Riprendiamo la storia dell’articolo che scrivemmo: Linda Cerruti e il degrado social(e) che sessualizza una campionessa di nuoto sincronizzato).
«Come ogni anno, dopo mesi e mesi di sacrifici (sveglia alle 5, allenamenti e fisioterapia fino a sera, repeat) è arrivata quella settimana in cui alzo la testa fuori dall’acqua, e respiro. Sia chiaro, non mi sto lamentando, ma sto solamente riportando la realtà quotidiana che è stata più che ripagata da una carriera piena di soddisfazioni», ha spiegato ai tempi sul suo profilo Facebook, la cui foto profilo è, pensate, una foto in divisa con le medaglie al collo. Il post è stato pubblicato a distanza di due giorni dal primo in cui ha messo due foto nella stessa posizione ma con quattro anni di differenza.
Le foto in questione la ritraggono in «posa artistica, tipica del mio sport, a testa in giù e in spaccata, insieme alle otto medaglie vinte in quello che è il miglior campionato europeo della mia carriera», spiega, aggiungendo che poi il suo post è stato condiviso da diverse testate sportive e no. Tuttavia, poi, una sua amica le invia un post e lei commette l’errore di leggere i commenti: «rimango letteralmente basita nonché schifata dalle centinaia, probabilmente migliaia, di commenti fuori luogo, sessisti e volgari che lo accompagnano».
Nel post condiviso da Linda Cerruti ci ha aggiunto gli screen, censurati di nome, cognome e foto, di alcuni dei commenti ricevuti. «Dopo più di 20 anni di allenamenti e sacrifici, trovo a dir poco VERGOGNOSO e mi fa davvero male al cuore leggere quest’orda di persone fare battute che sessualizzano il mio corpo. Un sedere e due gambe sono davvero quello che resta, l’argomento principale di cui parlare? Il minimo, nonché l’unica cosa che posso fare, è denunciare l’inopportunità di quei commenti, specchio di una società ancora troppo maschilista e molto diversa rispetto a quella in cui un domani vorrei far nascere e crescere i mie figli», commenta l’atleta.
Linda Cerruti poi conclude: «Ci tengo, allo stesso tempo, a ringraziare tutte le persone che hanno preso le distanze da questi commenti, mi hanno “difesa” ed hanno apprezzato la foto per quello che è: l’immagine di un’atleta di nuoto artistico orgogliosa dei suoi risultati. E’ questa l’Italia che orgogliosamente rappresento portando la bandiera tricolore in giro per il mondo». Il post è stato ancora ripreso da diverse testate, ha ricevuto centinaia di commenti e condivisioni, eppure ancora c’è chi giustifica i soggetti privi di rispetto.
Linda Cerruti ha denunciato: perché lo schermo non ti permette di essere sessista
Un impiegato romano, cinquantenne; un operaio veneto; due pensionati residenti in Lombardia; un dipendente pubblico quarantenne, residente in Friuli Venezia Giulia e un trentenne, residente in Sardegna; alcune delle persone che sono state denunciate da Linda Cerruti per averla molestata online. Ai tempi aveva già annunciato che avrebbe denunciato, e per sei utenti dopo la denuncia alla polizia postale di Savona era avvenuta una perquisizione informatica, e altri sei sono stati convocati presso i Centri operativi della propria città e dovranno rispondere del reato di diffamazione aggravata.
«È una buona notizia. Dopo quasi sei mesi si è conclusa la denuncia con la polizia postale che feci ad agosto. Sono contenta. È giusto lanciare il messaggio che anche queste sono cose denunciabili e che non devono passare inosservate», ha detto l’atleta ai microfoni del Tg regionale della Liguria. «Al giorno d’oggi purtroppo sono all’ordine del giorno sui social network. Però bisogna andare verso un mondo dove queste cose non succedono nemmeno dietro ad una tastiera». Soprattutto, questi non sono solo haters. Sono molestie, anche online.
#poliziapostale Savona, Genova e Roma identifica i 12 autori di commenti diffamatori in rete a campionessa di nuoto sincronizzato Linda Cerruti. L'atleta aveva postato sui social una foto in una classica posa del nuoto sincronizzato con le 8 medaglie vinte agli europei #12gennaio pic.twitter.com/kgvQOUDXCg
— Polizia di Stato (@poliziadistato) January 12, 2023
Tristi, però, i commenti. «Senza offesa ma la Polizia di Stato non può perdere tempo per queste scemenze», scrive un utente. Un altro dimostra di non aver compreso la differenza fra opinione e molestia (e soprattutto che dietro un social ci sono persone in carne e ossa): «Non capisco il reato. Se qualcuno posta su un social è chiaro che si espone ad apprezzamenti ma anche a battute e critiche. Si potrà convenire che alcuni non siano stati eleganti al limite dell’offensivo ma sei su un social appunto. Dovrebbe finire la. Tempo perso per niente».
In generale, i commenti critici provengono da uomini che non hanno mai ricevuto dei commenti sessuali e sessisti sul proprio aspetto online (o camminando per strada). Solo loro possono difendere delle persone, adulte e vaccinate, che invece di continuare con la propria vita hanno deciso di, invece, molestare una donna online, credendosi simpatici ma essendo solo sessisti.
Denunciare. È l'unica soluzione. Bene ha fatto #LindaCerruti. I social non sono un porto franco. Chi insulta, offende e diffama va denunciato. Vedrete che qui si starà meglio poi…
— riccardo cucchi (@CucchiRiccardo) January 12, 2023
Giulia, 25 anni, laureata in Lettere Classiche, “paladina delle cause perse” e studentessa di Filologia Italiana. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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