Kata è ancora dispersa: le ultime novità

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Kata è ancora dispersa, è ormai è passata quasi una settimana. La bambina di cinque anni di origine peruviana è infatti scomparsa lo scorso sabato alle 15, o almeno quello è l’ultimo momento in cui è stata vista dalle telecamere. Questa mattina alle 9.30 sono ripresi i controlli all’interno della struttura dove la bambina vive insieme alla madre e al fratellino, mentre il padre era in prigione (è stato rilasciato con obbligo di firma per dare sostegno alla sua famiglia). Alle 11.45 i carabinieri hanno lasciato l’edificio, alcuni seguiti da due donne: una donna di spicco della comunità e la madre della bambina con cui Kata stava giocando prima di scomparire.

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Sul sito di Chi l’ha visto, che ha lanciato l’appello, leggiamo che «Mia Kataleya, che i familiari chiamano Kata, 5 anni, è scomparsa da Firenze il 10 giugno. Intorno alle 13 è stata vista l’ultima volta nel cortile dello stabile occupato di via Maragliano 100, nel quartiere di Novoli, dove abita la famiglia. Vane le ricerche, durate anche tutta la notte, di Carabinieri con unità cinofile e volontari». La bambina si è allontanata da casa indossando una maglietta bianca e un pantalone lungo rosa. Viveva insieme alla famiglia in uno stabile occupato tra via Maragliano e via Boccherini, nel quartiere di Novoli, alla periferia di Firenze.

Solo in Italia, nel 2019, ci sono state 8.331 denunce per minori scomparsi. Di queste, 5.376 stranieri, 2.955 italiani. In Europa, invece, i bambini scomparsi sono stati 116.00, e negli altri continenti la situazione non è assolutamente migliori. Sono troppi i bambini che spariscono nel nulla, senza fare più ritorno a casa. Di loro poi si parla a lungo, si fanno ipotesi, ma sono poche quelle che riescono a tornare sane e salve dopo anni e anni di scomparsa.

Noi ricordiamo alcuni casi di bambini scomparsi, come quello delle gemelline Livia e Alessia Schepp, avvenuto dodici anni fa. Oggi le bambine avrebbero 18 anni, ma di loro ancora non si sa nulla. Ma, andando ancora più indietro nel tempo, non possiamo citare anche Angela Celentano, scomparsa nel 1996 all’età di tre anni. Anche di lei, non si hanno notizie, sebbene, come nel caso di Denise Pipitone, molte persone hanno pensato di essere lei. E questi solo alcuni. Potremmo citare anche Santina Renda, del 1990, o Bruno Romano, scomparso nel 1995. Dobbiamo sperare che Kata riesca a tornare a casa, quanto prima.

Le ricerche per trovare Kata continuano

Quattro carabinieri si sono introdotti nella struttura dove Kata abita insieme alla sua famiglia e, dopo pochi minuti, ne sono usciti insieme a due donne. La prima è Lidia, una romena che occupa una posizione di rilievo all’interno della comunità che ha preso possesso dell’edificio. L’altra donna è Kata, con i capelli rossi e gli occhiali da sole sul viso, la madre della bambina con cui la piccola Kataleya stava giocando poco prima di scomparire. Saranno convocate in Procura per fornire informazioni sui fatti.

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Durante l’interrogatorio delle due donne davanti ai pubblici ministeri, si cercherà probabilmente di fare chiarezza su tutti i dettagli che sono stati raccontati più volte negli ultimi giorni. In particolare, gli investigatori dovranno ricostruire con precisione gli orari relativi alla scomparsa di Kata e all’ultima volta che è stata vista nel cortile e all’interno dell’ex albergo occupato.

Alle 12.45, dopo essere stata interrogata in Procura, Kata è rientrata all’interno dell’ex Astor senza rilasciare dichiarazioni. Alle 13.05, venti minuti dopo il ritorno di Kata, Lidia è tornata nell’ex Hotel Astor, accompagnata da due carabinieri in borghese. Dopo aver riaccompagnato le due donne all’interno della struttura occupata, i carabinieri sono ritornati al Palazzo di Giustizia. È attesa per questo pomeriggio, alle 17:00, presso la Chiesa del Preziosissimo Sangue di Via Boccherini, una messa per pregare per il ritrovamento di Kata.

Ieri i genitori della bambina sono stati sottoposti a un lungo interrogatorio in Procura e successivamente sono stati trasferiti dall’ex Astor a una sistemazione fornita dal Comune. Nel frattempo, gli investigatori scientifici dei carabinieri hanno prelevato uno spazzolino e un pettine tra gli oggetti utilizzati dalla bambina. L’obiettivo è isolare il suo DNA per future comparazioni. La pista privilegiata sembra ancora essere quella di una vendetta sviluppata all’interno della lotta per il controllo del racket relativo alle camere dell’ex albergo occupato, che vengono presumibilmente cedute al prezzo di 1.200 euro.

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«I genitori di Kata e la famiglia dello zio sono stati riallocati in accoglienza, a cura dei servizi sociali del comune. Al momento, non è possibile indicare dove», hanno comunicato i carabinieri, e questo potrebbe far pensare che anche gli inquirenti cominciano a credere al rapimento per ritorsione nell’ambito di un regolamento di conti fra bande. L’avvocato Daica Rometta ha infatti denunciato che l’allontanamento dei genitori dal palazzo potrebbe essere avvenuto a causa del timore di ritorsioni e interferenze, proprio poco prima di denunciare all’incarico.

«Le reiterate interferenze esterne subite nello svolgimento di questo delicatissimo mandato mi hanno suggerito di rinunciare all’incarico professionale tant’è che già nel primo pomeriggio ho invitato la mamma a nominare altro difensore», ha detto l’avvocato. Continuano intanto le manifestazioni per sensibilizzare sulla vicenda di Kata. «Continueremo ad essere presenti finché Kata non sarà rilasciata. I palloncini indicano l’innocenza di una bambina che non c’entra niente con i problemi degli adulti», ha detto una portavoce della comunità

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