Scomparsa di Kata: riprendono le ispezioni nell’ex hotel

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Sono passati ormai dieci giorni da quando la piccola Kata è scomparsa da Firenze senza lasciare alcuna traccia. Da quel momento la si cerca, si setacciano le zone e si indaga senza però ottenere i risultati sperati. Ci auguriamo che il caso di Kata non finisca nel dimenticatoio come quello delle altre bambine scomparse, di cui addirittura si boccia la Commissione d’Inchiesta. Perché quelli che dicono di voler proteggere i bambini sono sempre quelli che danno priorità ad altro rispetto al dare giustizia a famiglie che si sono visti sottrarre i propri figli, senza aver alcun colpevole.

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Sul sito di Chi l’ha visto, che ha lanciato l’appello, leggiamo che «Mia Kataleya, che i familiari chiamano Kata, 5 anni, è scomparsa da Firenze il 10 giugno. Intorno alle 13 è stata vista l’ultima volta nel cortile dello stabile occupato di via Maragliano 100, nel quartiere di Novoli, dove abita la famiglia. Vane le ricerche, durate anche tutta la notte, di Carabinieri con unità cinofile e volontari». La bambina si è allontanata da casa indossando una maglietta bianca e un pantalone lungo rosa. Viveva insieme alla famiglia in uno stabile occupato tra via Maragliano e via Boccherini, nel quartiere di Novoli, alla periferia di Firenze.

Solo in Italia, nel 2019, ci sono state 8.331 denunce per minori scomparsi. Di queste, 5.376 stranieri, 2.955 italiani. In Europa, invece, i bambini scomparsi sono stati 116.00, e negli altri continenti la situazione non è assolutamente migliori. Sono troppi i bambini che spariscono nel nulla, senza fare più ritorno a casa. Di loro poi si parla a lungo, si fanno ipotesi, ma sono poche quelle che riescono a tornare sane e salve dopo anni e anni di scomparsa.

Noi ricordiamo alcuni casi di bambini scomparsi, come quello delle gemelline Livia e Alessia Schepp, avvenuto dodici anni fa. Oggi le bambine avrebbero 18 anni, ma di loro ancora non si sa nulla. Ma, andando ancora più indietro nel tempo, non possiamo citare anche Angela Celentano, scomparsa nel 1996 all’età di tre anni. Anche di lei, non si hanno notizie, sebbene, come nel caso di Denise Pipitone, molte persone hanno pensato di essere lei. E questi solo alcuni. Potremmo citare anche Santina Renda, del 1990, o Bruno Romano, scomparso nel 1995. Dobbiamo sperare che Kata riesca a tornare a casa, quanto prima.

Kata scomparsa: le ultime novità

Le ricerche della piccola Kata, la bambina di 5 anni scomparsa nel nulla ormai 10 giorni fa a Firenze, proseguono incessantemente. Ieri gli investigatori hanno effettuato un nuovo sopralluogo presso l’ex hotel Astor, l’albergo occupato dove la famiglia della bambina risiedeva. Gli oltre 130 residenti che vi abitavano sono stati sgomberati sabato e trasferiti in 4 residenze di accoglienza. Nel frattempo, gli inquirenti continuano ad esaminare attentamente ogni angolo della struttura: hanno forato i tetti e sfondato pareti, ma non hanno trovato alcuna traccia della bimba.

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Tuttavia, potrebbe esserci una nuova pista da seguire: dopo 7 ore di indagini, le forze dell’ordine hanno rinvenuto un cellulare gettato in un cassonetto. Il dispositivo sarà sottoposto a ulteriori accertamenti nei prossimi giorni. Secondo le ultime informazioni, è emersa la scoperta di un’intercapedine con un accesso al giardino che potrebbe aver fornito ai rapitori della bimba una possibile “via di fuga”. Inoltre, è stato individuato un altro nascondiglio al piano superiore, in prossimità di uno dei terrazzi. Nonostante le approfondite indagini condotte dalle forze dell’ordine, i risultati ottenuti non sono stati quelli sperati, pertanto le verifiche proseguiranno anche nella giornata odierna.

Un elemento cruciale per le ricerche potrebbe provenire da una telecamera di sorveglianza privata individuata dagli investigatori nelle vicinanze di un’area adiacente al cortile dell’ex hotel. Secondo gli inquirenti, il sistema di videosorveglianza potrebbe aver registrato eventuali rapitori in compagnia della bambina. Secondo le loro ipotesi, se qualcuno si è allontanato dall’area dell’ex hotel, l’unica possibilità sarebbe stata quella di superare il muro di cinta del cortile dello stabile. La telecamera del cittadino privato potrebbe aver catturato tale evento, fornendo una prova determinante per orientare le operazioni di ricerca che, fino ad ora, non hanno prodotto risultati concreti.

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Secondo quanto emerso, la pista principale al momento rimane quella del sequestro legato al mantenimento del “racket degli affitti” nell’ex hotel occupato. Gli inquirenti ritengono che sia un modo per costringere i familiari della bambina a pagare. Tuttavia, nelle ultime ore si è rafforzata l’ipotesi che il rapimento di Kata possa essere una forma di “vendetta” legata a un tentato omicidio avvenuto poche settimane prima della sua scomparsa, ovvero il caso della caduta dal terzo piano di Medina Pelaez, che miracolosamente è sopravvissuto all’impatto, e che rientra nello stesso contesto investigativo legato alla faida tra due gruppi, i quali, secondo le ipotesi investigative, costringevano i residenti a pagare per l’alloggio.

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