Abbiamo perdonato Imen Jane per aver finto di essere laureata, ma nel momento in cui manchi gravemente di rispetto a una ragazza che sta semplicemente lavorando credendoti superiore a lei solo perché hai un seguito sui social network, dimostri solamente di essere una persona vuota che non riesce a sfruttare al meglio quel che ha. L’influencer divenuta famosa per le sue spiegazioni sull’economia avrebbe potuto dare una grande lezione su come i giovani vengano sfruttati e invece ha deciso di essere una snob classista e anche una bulla. La ragazza si è scusata, ma ha subito cancellato le storie.
Imen Jane si trovava a Palermo insieme a Francesca Mapelli e, al momento, l’unica cosa buona e giusta che hanno fatto è stato aiutare a pulire le spiagge insieme all’associazione plasticfreeit (che tra l’altro si è anche dissociata dall’influencer che li ha taggati innumerevoli volte nelle storie su Instagram). Mentre si trovavano in taxi le due influencer hanno anche avuto il coraggio di chiedere al taxista quali radio si ascoltassero a Palermo, come se Palermo fosse fuori dall’Italia, ovviamente con la solita aria di superiorità. Il taxista ovviamente ha risposto con «le stesse che avete a Milano». Ma non finisce neanche qui.
Le due influencer (che tra l’altro nelle ultime ore sono state unfollowate da tantissime persone, e capiamo anche il perché) hanno passato un weekend a guardare le persone di Palermo con superiorità, ovviamente documentando tutto come se pensassero davvero che i loro followers avrebbero riso alle loro prese in giro verso i lavoratori del sud. Quando sono andate alla reception a ordinare la colazione per il giorno dopo, hanno chiesto delle «scrambled eggs», e il concierge ribatte con «ok, due uova strapazzate». Insomma, hanno usato un «inglesismo milanese a Palermo» quando non era necessario, dimostrando la solita aria di superiorità.
Ci sono diverse persone nel mondo, come ci sono diversi tipi di influencer. Ci sono le influencer che usano il proprio potere per informare ed educare, altre invece usano il proprio seguito per denunciare le ingiustizie che avvengono nel mondo, da quelle della politica a quelle del mondo del lavoro, ed è a queste ultime che Imen Jane e Francesca Mapelli si sarebbero potute unire. Eppure hanno deciso di essere delle influencer cattive, bulle, classiste e snob, che prendono in giro delle persone che stanno facendo semplicemente il proprio lavoro e che non hanno avuto la loro stessa fortuna.
Sapete qual è la differenza tra queste due teste vuote e la ragazza che lavora per loro? Le prime si permettono di spiegare il mondo come funziona, senza nemmeno capirlo. La seconda lo capisce e si sforza di viverci. Ricordate, #ImenJane e Mapelli, parlare non è obbligatorio pic.twitter.com/w0IizZnuXM
— maquelloemario (@maquelloemario) July 4, 2021
La caduta di stile di Imen Jane e Francesca Mapelli
Prima di tutto, presentiamo le due influencer del momento: Francesca Mapelli è una ragazza con, indubbiamente, una grande formazione dietro (ha studiato alla Cattolica frequentando anche una Summer School in Strategic Management al King’s College di Londra) e ha lavorato per tantissimi brand famosi, da Condé Nast a The Blond Salad e oggi lavora per Vice Media. È riuscita in tutto questo perché si è impegnata, ma anche perché ne ha avuto le possibilità economiche, per questo il fatto che una ragazza con tanta cultura dietro abbia fatto uno scivolone del genere è ancora più grave.
Imen Jane, invece, una laurea non ce l’ha, sebbene per un lungo periodo si sia spacciata per laureata in Economia (grazie Dagospia per aver smascherato la sua frode). Il successo l’ha ottenuto sui social, su Instagram, spiegando in parole semplici dei difficili concetti di economia, e per questo piaceva e veniva seguita. Imen Jane sembrava una semplice ragazza che voleva farsi spazio nel mondo, un po’ come la ragazza che due coetanee hanno voluto umiliare solamente perché hanno un seguito sui social.
«Qui Francesca Mapelli mentre racconta al proprietario del lido come ci sia rimasta male oggi quando una commessa non le ha saputo raccontare la storia del negozio. La ragazza ha risposto dicendo di non essere pagata abbastanza per informarsi. A quel punto Mape le ha detto che se si fosse informata abbastanza avrebbe potuto avere l’occasione di essere pagata tre volte tanto come guida turistica», leggiamo nella storia di Imen Jane. Nel video la “Mape” sembra persino soddisfatta dell’umiliazione, le due si danno il cinque, dall’alto della loro “superiorità”.
Quest’atteggiamento, insieme a quello delle altre storie, però, non è stato apprezzato dal web, che si è scatenato contro la categoria influencer (e qui si sbaglia, perché ci sono tante influencer che utilizzano i propri media per lanciare messaggi corretti) e più in particolare verso Imen Jane e Francesca Mapelli. Ma adesso parliamo delle scuse. La prima ha postato delle video storie in cui si scusa leggendo un copione che non è stato apprezzato per nulla e, infatti, lo ha cancellato poco dopo.
"proprio io che credo che la comunicazione sia una responsabilità enorme"
— 𝖋𝖗𝖆𝖓𝖈𝖊𝖘𝖈𝖆; (@limitlessdiary_) July 5, 2021
ammazza sorella, hai detto più stronzate tu che tutti noi messi assieme #ImenJane pic.twitter.com/BWYXZZzHsD
Forse l’influencer che ha perso più di 10k followers nelle ultime 24 ore, si è resa conto che neanche quelle scuse andavano bene e che doveva impegnarsi un po’ di più. Al contrario, Francesca Mapelli in un commento su Instagram si giustifica, senza neanche chiedere scusa:
«Ciao no, era una ragazza giovane che riceveva all ingresso di una pasticceria storica ! Le ho chiesto se me ne poteva raccontare la storia, e mi ha risposto che c’era un lungo cartello più avanti che lei non aveva mai letto perché era pagata troppo poco. Le ho consigliato di leggere per sua cultura e non per i soldi. La cultura, la curiosità e il darsi da fare , a prescindere dai soldi, portano sempre opportunità …quello era il senso , almeno per me e’ stato così ,quando facevo la stagista ( e lavoravo mediamente fino alle 23 , spesso week end compresi). buona giornata.»
Quando si dice che la toppa è peggio del buco. Quello che non siamo riusciti a far comprendere a Francesca Mapelli è che la dipendente è sfruttata nel suo lavoro, e che ha il compito di accogliere le persone e non di fare la guida turistica o intrattenere i clienti «milanesi rompicoglioni». Tra l’altro forse la Mapelli dall’alto del suo privilegio non lo sa, ma in Italia devi ringraziare di trovare un lavoro anche per quei tre euro all’ora e se tu sei un influencer e hai avuto la fortuna (perché di fortuna si parla) di trovare subito un lavoro decente, dovresti almeno provare un minimo di empatia verso delle persone tue coetanee che vengono sfruttate.
No, non “basta studiare”.
— Volt Milano (@VoltMilano) July 4, 2021
No, non è vero che “chiunque può farcela se si impegna”.
Non nasciamo tutti nello stesso contesto famigliare o sociale. Ci sono gap di gender, etnici o economici. Questo é classismo.#ImenJane
Nel frattempo, comunque, Will Ita ha voluto dissociarsi dalla founder Imen Jane: «Chi fa Will sono le persone che vedete. Punto. Da mesi cerchiamo di fare chiarezza su questo nel modo più netto. Su Linkedin abbiamo anche la serie “meet the team” così che possiate conoscere chi ogni giorno per davvero realizza questa pagina», tuttavia Elisa Serafini fa notare un’altra cosa, ovvero che Imen Jame risulta l’azionista con la quota più alta di Will, denunciando anche una situazione degradante per molti dipendenti:
Ma vogliamo parlare di Will che si dissocia da #ImenJane ma in realtà è ipocrita uguale?! Guardate le storie di Elisa Serafini pic.twitter.com/PN866ZFvpd
— Fabi (@Fabianein) July 5, 2021
Insomma, questa volta, Imen Jane l’ha fatta grossa e non servirà solo sparire per un po’ dai social network per far calmare le acque. Lei e Francesca Mapelli si sono macchiate di classismo e oserei dire anche di gravi pregiudizi nei confronti di Palermo (poco importa della recensione che ha lasciato la prima su TripAdvisor) e del sud. L’Italia riuscirà a perdonarle o sono cancellate per sempre?
Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull’italiano standard e neostandard, “paladina delle cause perse” e studentessa di Didattica dell’Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
Instagram: @murderskitty