La storia di Giulio Regeni è una delle più tristi nell’ambito italiano, con un ministro degli Esteri che sembra essersi dimenticato del ragazzo che è stato ucciso in Egitto. Il padre, intervenuto a Che tempo che fa su Rai3, ha denunciato una situazione agghiacciante.
«Questi hanno confermato ufficialmente che non collaboreranno. Ed è giusto secondo noi prender dei provvedimenti seri nei loro confronti, perché la realpolitik non può prevalere sui diritti umani» ha detto Claudio Regeni, in collegamento con la moglie Paola che assisteva da casa.
I genitori hanno ripercorso le tappe del processo che vede al centro quattro uomini dei servizi segreti del Cairo che è ancora fermo in quanto non è stato possibile avere gli indirizzi per la notifica del procedimento. Il 15 luglio, infatti, è prevista l’udienza alla Corte di Cassazione sul ricorso contro la sospensione.
Paola, madre di Giulio Regeni, ha detto che «per l’Egitto tutto è fermo, tutto è chiuso e non ha alcuna voglia di collaborare. In questo periodo i nostri politici hanno stretto mani, hanno telefonato, hanno avuto incontri con i ministri e anche con il presidente dittatore Al Sisi, dove ogni volta veniva promessa la collaborazione. Continuano a essere presi in giro».
Claudio Regeni ha anche lanciato un appello: «Ci sono delle foto che riguardano gli imputati. Noi vorremmo fare un appello a chiunque abbia informazioni riguardanti questi imputati che si faccia avanti scrivendo alla nostra avvocata, Alessandra Ballerini».
Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull’italiano standard e neostandard, “paladina delle cause perse” e studentessa di Didattica dell’Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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