Qualche giorno fa, in Francia, una ragazza transgender si è suicidata dopo essere stata vittima di episodi di transfobia persino da professori e dalla dirigente scolastica. Aveva 17 anni ed era una studentessa, il suo nome era Fouad e aveva origini nordafricane e, per questo motivo, subiva discriminazioni non solo per transfobia ma anche per razzismo, finché non è arrivata al limite e ha deciso di mettere fin alla sua vita.
La sua amica, Anouk, la ricorda come una ragazza piena di vita, con tanti progetti per il futuro, con la speranza di riuscire a lavorare nel settore umanitario. Le piace la moda, il make up, la filosofia e la letteratura inglese. Si è uccisa mercoledì, e qualche giorno prima era stata rimandata a casa dopo aver indossato una gonna a scuola. Era divenuto virale il suo video in cui aveva una discussione con la dirigente, registrata inconsapevolmente.
«Capisco la tua idea di te stesso, questo lo capisco bene. Che tutta questa sistemazione sia fatta per darti sostegno, è questo che non capisco. Perché ancora una volta ci sono delle sensibilità che non sono le stesse per tutti, a seconda dell’età, tutto qui. Educazioni che non sono le stesse per tutti», ha detto la dirigente in quel filmato condiviso sui vari social e a cui, Fouad, ha risposto in lacrime «ma sono loro che devono essere educati, non io. Non capisco quale sia il problema. Non lo capirà mai».
Cette lycéenne trans s’est suicidée. elle avait à peine 17 ans.
Elle c’était faite viré à cause de sa tenue car elle portait une jupe.
C’est actes son inadmissible et ne peut pas rester dans le silence. (voici une vidéo qu’elle avait faite au bureau du CPE)#JusticePourFouad pic.twitter.com/0yzBCGgbbo— JUSTINE (@JustineBmnn) December 17, 2020
Tuttavia, dopo che la ragazza si è suicidata, i social come gli studenti della scuola hanno deciso di iniziare una sorta di rivoluzione per cercare di far avere a Fouad la giustizia che merita. La sua amica Annabelle ha detto che la ragazza «soffriva di un dolore profondo che risale a molto tempo fa» e che sicuramente è peggiorato quando non si è sentita accettate nell’istituto scolastico che, tra l’altro, a comunicare la morte della studentessa, ha ancora usato i pronomi e il genere maschile, facendo scattare la rabbia negli studenti.
Fouad: la reazione dei suoi compagni
Sebbene sia stato istituito un programma di sostegno psicologico per aiutare gli studenti a superare lo choc della morte della loro compagna e amica, ma non è bastato questo a fermare non solo la sofferenza ma anche la rabbia perché, in qualche modo, la scuola non è riuscita a salvare la ragazza ma ha solo peggiorato la sua situazione psicologica.
I professori si ostinavano a chiamarla con pronomi maschili, la preside non sopportava il suo modo di vestirsi femminile (ovvero quello che le apparteneva!) e, sebbene Fouad continuasse comunque a vestirsi come si sentiva più a suo agio, la scuola contribuiva a farla sentire in disagio per il suo modo di essere. In più, neanche a casa la sua situazione era delle migliori, infatti viveva in un centro di accoglienza, dove si è anche suicidata.
I ragazzi e le ragazze della scuola ma anche quelli delle scuole in tutta Francia si sono rivoltati contro l’istituzione che ha portato Fouad al suicidio invece che ad aiutarla a riuscire a trovare la sua strada, a sentirsi al sicuro. I suoi compagni di scuola, per protesta, si sono presentati a scuola indossando una gonna, per cercare, in qualche modo, di renderle giustizia. Hanno afflitto degli striscioni contro la transfobia.
Anche sui social, in particolare su Twitter, l’hashtag #JusticePourFouad è utilizzato da tante persone che vogliono che questi avvenimenti non accadano più, in particola in un ambiente scolastico dove ognuno dovrebbe sentirsi al sicuro e, soprattutto, libero di esprimersi come meglio ritiene.
Giulia, 26 anni, laureata in Filologia Italiana con una tesi sull’italiano standard e neostandard, “paladina delle cause perse” e studentessa di Didattica dell’Italiano Lingua non materna. Presidente di ESN Perugia e volontaria di Univox. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
Instagram: @murderskitty