Gli inglesi possono letteralmente vantarsi del thè e del fish and chips, ma adesso persino questa deliziosa specialità è a rischio a causa della guerra in Ucraina. In realtà, questo non dovrebbe stupirci più di tanto, in quanto per friggere serve l’olio di girasole e per il fish serve il pesce bianco russo, ma anche il fertilizzante che gli agricoltori britannici usato per i raccolti di patate, proviene dalla Russia, e chiaramente negli ultimi mesi il prezzo è triplicato. Vogliamo anche aggiungere il prezzo della farina utilizzata per la pastella per friggere? Insomma, il fish and chips è ufficialmente a rischio.
Già in un’altra occasione abbiamo sottolineato come il prezzo dell’olio di semi di girasole sia aumentato. Chiunque entri in un centro commerciale o in un discount se ne rende conto, e non sarete stupiti dal sapere che ovviamente non solo l’Italia sta affrontando questa crisi. In solo due mesi, fra gennaio e marzo 2022, si registrano «aumenti di prezzo superiori al 40% a Verona e Lodi, tra il 20% e il 25% a Mantova, Cremona, Sassari, Novara e Vercelli e tra il +10% e il 20% in ben 19 province italiane».
Assoutenti ha spiegato che questa crisi è dovuta a «un’ondata aumenti legata in modo diretto al conflitto in atto: Ucraina e Russia insieme rappresentano l’80% delle esportazioni mondiali di olio di semi di girasole, e il blocco delle importazioni si sta riflettendo sui prezzi ai consumatori attraverso rincari record in tutta Italia». Anche il pesce, la farina e il fertilizzante, però, risultano essere un problema, in particolare per i ristoranti che ne hanno fatto l’unica professioni. Sono tanti i ristoranti di fish and chips che si trovano in crisi proprio a causa della guerra.
Fish and chips a rischio: il fast food inglese in crisi a causa della guerra
Il fish and chips è un fast food, e come ogni fast food dovrebbe essere anche economico. E già da qui nasce un problema, in quanto più vengono alzati i prezzi di olio di semi di girasole, di pesce, di fertilizzante, di patate, più dovrà anche essere aumentato il prezzo del prodotto da vendere, perché altrimenti il venditore ci perde e basta. Se vediamo i prezzi aumentati, non è perché il ristoratore è divenuto cattivo, ma perché ha dovuto far così per vivere.
Andrew Crook, presidente della National Federation of Fish Friers, ha detto che più di un terzo di circa 10.000 ristoranti fish and chips inglesi potrebbe dover chiudere nei prossimi nove mesi. Alla CNN Business ha detto che questa è la crisi peggiore che abbia mai visto. Anche Crook ha il proprio negozio, e ha testimoniato di come i prezzi abbiano iniziato a salire già dalla fine del 2021, ma quando la Russia ha invaso l’Ucraina, i costi degli ingredienti base sono aumentati ancor di più.
D’altronde, fino al 40% del merluzzo e dell’eglefino viene dalle acque russe, mentre circa la metà dell’olio di girasole viene dall’Ucraina, ed entrambi i paesi al momento non hanno la possibilità o hanno aumentato i prezzi dell’esportazione. I prezzi del fish and chips, infatti, sono aumentati del 21%. «Stiamo correndo il rischio di prezzarci fuori dal mercato… stiamo cercando di mantenere gli aumenti il più bassi possibile. Ho perso alcuni molti dei clienti abituali che venivano ogni venerdì», ha testimoniato Crook.
Il presidente ha fatto sapere anche che quello del fish and chip è «più di un semplice lavoro. Per molti di noi, abbiamo intrapreso attività di famiglia. Sono la seconda generazione che lavora nel settore e non voglio che l’azienda fallisca per colpa mia».
Giulia, 25 anni, laureata in Lettere Classiche, “paladina delle cause perse” e studentessa di Filologia Italiana. Amo scrivere, leggere, guardare serie tv e anime, i gatti e seguire le giuste polemiche.
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